Economia
Alibaba, affare da dimenticare: il gruppo fa cassa per concentrarsi sull'e-commerce, ma perde 3 miliardi
A queste vendite entrambe in perdita fa da contraltare un nuovo attivismo nel settore del commercio online
Alibaba, affare da dimenticare: il gruppo fa cassa vendendo Sun Art e Intime
Ritorno alle origini per Alibaba. Il gigante cinese dell’e-commerce ha infatti accettato di vendere le sue azioni di Sun Art retail group, una catena di ipermercati, alla società di private equity Dcp Capital per un totale di circa 1,6 miliardi di dollari.
La trattativa, ancora da finalizzarsi, conferma una strategia in parte obbligata per Alibaba, che vede il suo core-business (il commercio online) minacciato dalla crescita di altri attori. Così, la vendita di Sun Art (di cui Alibaba possedeva il 70%) permetterà di abbattere i costi tagliando un settore reputato non imprescindibile.
Nel 2020, Alibaba aveva sborsato 3,6 miliardi di dollari per raddoppiare le proprie quote, ma da allora la compagnia di ipermercati non ha reso secondo le aspettative, raggiungendo a oggi un valore di “soli” circa 3 miliardi nonostante nell’ultimo anno la crescita del valore di mercato sia stata importante, superando l’80%. La cessione, che comporta una perdita di circa due miliardi di dollari sull’investimento inziale, “è considerata una buona opportunità per Alibaba group di monetizzare le sue attività non essenziali e di utilizzare tali proventi per concentrarsi meglio sullo sviluppo delle sue attività principali e migliorare il ritorno per gli azionisti”, ha comunicato il gruppo in una nota.
Che non si tratti di una mossa peregrina ma che sia invece un tassello di una strategia più ampia lo conferma il fatto che appena un paio di settimane fa Alibaba ha annunciato di essere pronta a vendere Intime, catena di grandi magazzini, a Youngor Fashion, azienda tessile con sede a Ningbo. Un’operazione da cui il gruppo punta a ricavare poco più di un miliardo di dollari, registrando così una perdita 1,3 miliardi rispetto all’investimento iniziale del 2017.
A queste vendite entrambe in perdita fa da contraltare un nuovo attivismo nel settore del commercio online. Nei giorni scorsi Alibaba ha raggiunto l’intesa con la sudcoreana E-Mart per dare vita a una joint venture da 4 miliardi di dollari. La nuova creatura nascerà nel 2025. Shinseage, azienda proprietaria di E-MArt, investirà in GMarket, piattaforma sudcoreana di e-commerce, facendola confluire nella joint venture assieme ad AliExpress Korea, del gruppo Alibaba.
Le due piattaforme continueranno a essere gestite in maniera indipendente, ma per entrambi i partner la speranza è quella di rafforzare la propria posizione nel mercato nazionale. “Grazie ad Alibaba International e ai suoi investimenti, gli articoli di consumo di Gmarket avranno una maggiore varietà, i prezzi saranno più accessibili e gli acquisti sulla piattaforma diventeranno più personalizzati e convenienti”, il commento di Shinsegae.
Con l’espansione in Corea del Sud Alibaba vuole dare una risposta alla crescita sia di player locali come Naver e Coupang, sia di aziende cinesi che stanno scalando il mercato cinese, quali Temu e ByteDance. Nel 2020 il valore complessivo del gruppo era sopra agli 800 miliardi di dollari, ma a fine 2022 è crollato intorno ai 170 miliardi.
Per far fronte a queste difficoltà, la società ha deciso a marzo 2023 di dividere la propria attività in sei parti. Alibaba ha mantenuto le operazioni di vendita al dettaglio in Cina grazie ai marketplace Taobao e Tmall; Cainiao le attività di logistica; Alivun il cloud computing; AliExpress e sussidiarie l’e-commerce internazionale; Local Services Group i servizi digitali e le azioni nei media.