Economia
Alitalia e 160 tavoli di crisi: l'agenda Patuanelli, l'ing che ama il basket
Al Mise, con eredità pesanti, arriva il fedelissimo di Di Maio, ingegnere triestino che nel capoluogo giuliano è stato uno degli attivisti della prima ora
Ingegnere triestino, classe 1974, con una passione per il basket, amore per la palla a spicchi che lo ha spinto fino ad allenare le prime squadre di serie minori del capoluogo giuliano e che ora coltiva, appena ha un minuto libero dagli impegni politici nazionali, seguendo l'Alma, la prima squadra del capoluogo del Friuli Venezia Giulia che milita nella massima serie di pallacanestro.
Stefano Patuanelli, capogruppo del M5S al Senato, “generale” di Luigi Di Maio che il capo politico del M5S ha promosso a uomo forte grillino da attivista della prima ora e politico di spicco sul territorio (uno dei pochi) del movimento fondato dal comico genovese, riceverà il testimone pesante dallo stesso Di Maio per la guida del Ministero dello Sviluppo Economico, dopo esser stato impegnato in prima linea con i dem Marcucci e Delrio nella stesura del nuovo programma di governo.
Dato dai rumors che hanno animato il totoministri in questi giorni in pole position per andare invece a dirigere il Ministero delle Infrastrutture che ha sul tavolo la spinosa questione della revisione delle concessioni autostradali e il caso Atlantia, Patuanelli è stato invece dirottato al dicastero di via Veneto.
C’è molta attesa anche su questo Ministero, perché Patuanelli erediterà i dossier, altrettato spinosi, di Alitalia, vicino all’ennesima revoca, Ilva e i nuovi problemi appena riemersi su uno dei casi più rumorosi della gestione Di Maio. Ovvero quello dello stabilimento Whirlpool di Napoli, su cui la casa madre americana ha fatto marcia indietro dopo i 16 milioni stanziati dal precedente governo e che gli statunitensi ora vogliono rimettere sul mercato.
Ma oltre ad Alitalia, Ilva e Whirlpool, ci sono i circa 160 tavoli di crisi aperti al Mise, lista di difficoltà aziendali che l’economia tricolore in stagnazione a un passo della recessione rischia di allungare a dismisura. A cominciare, come ha denunciato ieri la Fiom, dalla crisi dell'indotto del settore automotive che sta risentendo del forte rallentamento dell’industria tedesca delle quattroruote. Comparto finito vittima della guerra dei dazi fra Stati Uniti e Cina, andamento che può costare due trimestri di fila di crescita negativa anche alla stessa locomotiva d'Europa.
Forse un ingegnere sarebbe stato meglio al Ministero delle Infrastrutture, ma Patuanelli, premiato ora dalla sua strenua fedeltà a Di Maio, è un politico del Nord, area bacino del mondo delle imprese manifatturiere che a marzo, dopo l’esperienza Boccia, piazzeranno un proprio esponente alla presidenza della Confindustria. Mondo a cui il grillino giuliano saprà parlare, conoscendone il Dna (la destinazione di parte del reddito di cittadinanza alle aziende che assumono un percettore dell'assegno portaa la sua firma).
@andreadeugeni