Economia

Alitalia, tutti i perché di una crisi infinita

Vincenzo Caccioppoli

Alitalia, si preannuanciano ancora tempi di duri per la bistratta compagnia di bandiera italiana

Dopo un cda fiume si preannuanciano tempi di duri per la bistratta compagnia di bandiera italiana, con un piano lacrime e sangue che è facile immaginare sarà fortemente osteggiato dai sindacati, considerando che oltre al taglio dello stipendio del 30% dello stipendio dei piloti, prevede un sostanzioso piano di esuberi.

Ma vediamo di ripercorrere la telenovela di Alitalia, per capire come è possibile che, dopo diversi salvataggi statali, la privatizzazione da parte dei “capitani coraggiosi” e la discesa in campo di Ethiad, si trovi ancora in una crisi finanziaria drammatica, con perdite che ammontano ad oltre 200 milioni e con liquidità operativa forse fino ad aprile. Senza soldi freschi si corre seriamente il rischio di dover lasciare aerei a terra.

Le soluzioni all'orizzonte pero sembran comunque poche. Forse i tedeschi di Lufthansa, che stanno per sancire un accordo con Ethiad, sarebbero anche disposti ad intervenire, ma le incognite sono tantissime. Prima fra tutte l'accordo di core sharing con i francesi di Airfrance, che scade fra due anni e che per essere interrotto prima, dovrebbe portare al pagamento di una salata penale ( 200 milioni) a cui di certo la conpagnia italiana non ha voglia, ne sopratutto la possibilita di fare fronte, considerando che continua a bruciare oltre 1 milione al giorno.

Inoltre i tedeschi, una volta entrati, farebbero se va bene di Alitalia una compagnia unicamente indirizzata, per qunato riguarda il versante lungo raggio, vero ago della bilancia, verso le rotte sudamericane e africane, per contrastare in questo campo i francesi, senza sviluppare di certo le rotte piu redditizie verso oriente e nord america, in cui i tedeschi sono gia ben coperti, ed anzi da anni approffittano delle debolezza di Alitalia, per far volare i business traveller dai loro hub di Francoforte e Monaco. Infine i tedeschi non si acconteterebbero molto probabilmente di 2000 tagli, ma c e chi paventa un uletriore taglio di mille dipendenti.

Ma perche Alitalia dopo tanti anni ancora non riesce ad uscire dalle secche di una crisi senza fine, malgrado negli utlimi due anni, grazie al carburante basso e alla ripresa dei viaggi per affari, quasi tutte le grandi compagnie sono riusciti a realizzare utili? I motivi sono tanti e vanno dal mancato sviluppo del lungo raggio, dalla poco efficienza sul medioraggio, con una concorrenza che ha costi del 30% piu bassi, dalla scarsa capacita di rimpimento dei medesimi voli, dalla necessità di insistere su rotte assolutamente in perdita, a cui solo ora si sta cercando di porre rimedio, con la clamorosa decisione di soppressione per esempio di tutti i voli verso Reggio Calabria, o ad prossima  ulteriore riduzione sui voli verso aeroporti minori come Ancona.

Alcune decisioni prese dalla Cai poi che sono state sicuramente poco lungimiranti, come quello di affidare la manutenzione a societa esterne, malgrado da sempre Alitalia ha al suo interno un servizio fra i migliori al mondo, che nel breve ha conportato risparmi ma a lungo andare si e rivelato un vero e proprio bagno di sangue, o come quella di sottoscrivere alcuni contratti di leasing per gli aerei a condizioni al limite dell usura. Grazie a questo ed altri artifici contabili pero la cai, per i primi due anni, era riuscita a chiudere in pareggio ( mossa necessaria per poter uscire poi dal capitale senza farsi troppo male, anzi scondo alcuni senza alla fine perdere un euro), ma senza aver mai pensato a tirar fuori uno straccio dinpiano industriale credibile per poter garantire un futuro alla compagnia di bandiera. Ma almeno, ad difesa di Colannino & c, si puo asserire che il capitale della Cai era formato da industriali che non erano impegnato nel core business aeronautica. L arrivo di Ethiad, invece, aveva fatto ben sperare, considerando che la compagnia araba e’ fra le piu rinomate e ricche del pianeta. Invece i vecchi vizi non sono stati affatto abbandonati. Qualcuno parla sprechi a non finire, come manager fatti calare a Roma, con stipendi a molti zeri, ville faraoniche all Olgiata e benefit di ogni sorte a spese della compagnia, approffittando delle debolezza del managment italiano e della distrazione del governo italiano e delle banche, che si semtivano tutelati dall presenza come presidente di Montezemolo, che invece non sembra essere riuscito a controllare  le bizzare decisione del mangamente voluto dall ex ad di Ethiad, che non a caso e’ stato sotituito proprio a causa della cattiva gestione nell avventura italiana. Ma c e da dire che, come si vocifera fra gli arrabbiattisimi piloti di Alitalia, gli arabi, che proprio fessi non sono grazie all ingresso in Alitalia, hanno aumentato il numero dei passeggeri italiani su Abu Dabhi ( sopratutto quelli diretti verso le destinanzione in medio ed estrmo oriente ) di circa 40000 unita all anno.Inoltre sembra siano riusciti ad accapararsi la maggior parte degli ambitissimi slot su Londra, di proprieta di Alitalia, che sarebbe rimasta con unico slot su Heatrow. Insomma qualche malpensante potrebbe anche pensare che l ingresso nel capitale di Alitalia sia stata una mossa per riuscire ad entrare nel ricco business dei viaggi d affari, entrando dall unico pertugio, che era rimasto nei cieli d Europa. Il vero obiettivo sembra poter essre quello di arrivare ad un accordo con lufthansa, offrendo una alitalia ormai spolpata e quindi facile da essere inglobata. Ma queste sono solo voci di corridoio, che arrivano dai poani alti della Magliana.

Comunque sia, a parte le indiscrezioni, sembra sia arrivato il redde rationem o l ennesima ultima spiaggia. Per salvare la compagnia servono almeno 800 milioni, che ne le banche creditrici, come Intesa ed Unicredit, ne gli arabi sembrano disponibili a mettere sul piatto, senza avere precise garanzie sul futuro operativo di Alitalia e sopratutto senza avere la garanzia di poter decidere sullo stesso. Gia sul nome di Gubitosi si sta consumando una prima resa dei conti.

In tutto questo il governo rimane alla finestra, avendo ben poche armi al suo arco, se non quella di convincere le banche e Generali a rivedere i loro onerosi contratti di prestito ( qualche gola profonda all interno della conpagni parla di contratti di leasing sugli aerei piu alti del 20% rispetto alla media del mercato) non avendo assolutamente ne la volonta ne la possibilita, come vorrebbe qualcuno, di un nuovo ingresso nel capitale della stessa.
Eppure basterebbe guardare le tante storie di compagnie in situazione critiche, come Iberia, Swiss Air, Vueling, solo per citarne alcune, che dopo momenti difficilissimi hanno saputo puntare su piani aziendali credibili ed efficienti e riportare i conti in ordine, anche come nel caso degli svizzeri dopo un drammatico fallimento.

Gli arabi oltretutto sembrano, secondo indiscrezioni, alle prese con un grave problema interno determinato dall eventualita che il nuovisimo aeroporto d Abu Dhabi, costruito sulle dune sia stato costruito in una posizione non idonea e che per questo stia lentamente sporfondando  questo comporterebbe inevitabilmente  la necessita di investire tanti per costruirne uno nuovo, e che quindi anche questo starebbe dissuadendo gli emiri ad immetere nuova liquidita in una esperienza che fino ad ora ha riservato molte piu dolori che gioie.

vcaccioppoli@gmail.com