Anedda, cassa dei commercialisti: utile un tavolo Governo-investitori italiani
Walter Anedda, presidente della Cassa di previdenza dei dottori commercialisti: gli investitori esteri guardano a quel che fanno gli investitori italiani
Anedda, cassa dei commercialisti: utile un tavolo tra Governo e investitori istituzionali italiani. Gli investitori esteri non guardano solo al rispetto dei vincoli di bilancio
Alla vigilia dell'evento Previdenza in Tour 2018 dal titolo “Investimenti e Previdenza: opportunità per un percorso condiviso”, che si svolgerà mercoledì mattina alla Reggia di Caserta, Walter Anedda, presidente della Cassa nazionale di previdenza dei dottori commercialisti, lancia un segnale al governo: attenzione, gli investitori esteri non guardano solo ai vincoli di bilancio chiesti dall'Europa ma anche ad altri elementi sui quali si deve intervenire; e inoltre prima di investire in Italia guardano a quel che fanno gli investitori italiani. Ecco perché sarebbe più che mai utile un tavolo tra il Governo e gli investitori istituzionali italiani. Così Anedda: “Oggi c'è un'attenzione mediatica pazzesca nei confronti dell'interlocuzione con l'Europa, in funzione degli effetti che l'attuale situazione può avere sugli investimenti nel nostro Paese. Ma se è vero che nel rapporto con l'Europa ci sono determinati limiti di bilancio sopra i quali non dobbiamo andare, e che è importante implementare, è però altrettanto vero che gli investitori internazionali, soprattutto esteri, non è che guardino solo questi parametri. Sono solo uno degli elementi, ce ne sono altri fondamentali ai fini delle decisioni degli investitori istituzionali, specie stranieri. Poter investire in Italia con tranquillità, serenità, e quindi con normative che non cambino da un giorno all'altro dal punto di vista amministrativo e tributario; essere sicuri che l'autorizzazione concessa non sia negata dal governo successivo; sapere che nel caso di un contenzioso giudiziario la sua durata non sarebbe di 15 anni ma di 2 o 3. Tutta una serie di aspetti che sono un gap del Paese nei confronti di economie molto più concorrenziali della nostra, e che un investitore straniero verifica prima di mettere i denari. E laddove li metta, il fattore rischio più elevato comunque si paga, e quindi richiede rendimenti più elevati. Questo vale per l'investitore straniero come per quello italiano”.
Anedda, cassa dei commercialisti: utile un tavolo tra Governo e investitori istituzionali italiani. Gli investitori esteri prima di esporsi in Italia guardano quel che fanno gli italiani
Ancora il presidente della Cassa nazionale di previdenza dei dottori commercialisti: “Tra i principali investitori italiani ci sono casse e fondi previdenziali, e non è che noi non si faccia ragionamenti analoghi... Sarebbe quindi intelligente riuscire in qualche modo a coinvolgere gli investitori istituzionali in un dialogo con il governo, anche perché gli investimenti nazionali su una determinata progettualità provocano un effetto traino su quelli stranieri. Prima di investire, un fondo pensioni tedesco guarda se l'ha fatto anche quello italiano; e se non l'ha fatto si insospettisce. Sembra banale ma molto spesso funziona proprio così, per cui credo ci sia la necessità, data la situazione oggettivamente critica, almeno provare a ragionare, a sedersi attorno a un tavolo con gli investitori istituzionali, per capire anche quale tipo di garanzie possono essere rilasciate a livello statale a fronte degli investimenti. Certo molto meglio dello scenario che qualcuno adombra, dell'imposizione degli acquisti di btp da parte di soggetti nazionali se i fondi esteri non dovessero acquistarne a sufficienza. Anche perché ci sono aspetti di natura giuridica che verrebbero fatti valere in tribunale. Siamo dunque disposti a sederci a un tavolo rotondo, dove non c'è un capotavola, per ragionare insieme”.
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