Economia
Angelucci vuole La Verità: sul piatto 25 milioni. La smentita di Tosinvest
Un polo della stampa di centro-destra è già realtà, ma entro la fine del mese potrebbe addirittura avere sembianze ancora più corpose
Angelucci vuole La Verità: sul piatto 25 milioni, si chiude a fine mese
Smentita di Giampaolo Angelucci Giampaolo Angelucci, Presidente Finanziaria Tosinvest, smentisce categoricamente quanto riportato nell’articolo a firma di Marco Scotti “Angelucci vuole La Verità: sul piatto 25 milioni, si chiude a fine mese”. La notizia pubblicata è dunque destituita di qualsivoglia fondamento oltre che non verificata, si chiede pertanto la pubblicazione della presente precisazione. |
In attesa di capire come finirà la vicenda legata all’Agi, la famiglia Angelucci muove decisa verso la Sei di Maurizio Belpietro. La novità non è tanto nell’interessamento verso la società editrice del giornalista bresciano, ma sui tempi: fonti accreditate, infatti, raccontano che la trattativa ha preso una brusca accelerata e che potrebbe concludersi addirittura entro la fine del mese. Si sfilerebbe dall’operazione Federico Vecchioni, che era entrato nel capitale della società nei mesi scorsi perché gli Angelucci pare siano interessati al 100% delle azioni.
LEGGI ANCHE: Agi, clamoroso stop: salta la vendita agli Angelucci. Inside
Quale la cifra dell’offerta che ha definitivamente fatto vacillare Belpietro? I numeri restano top secret, ma qualcuno bisbiglia che sia vicina ai 25 milioni per portare a casa la Società Editrice Italiana che ha come punta di diamante La Verità ma ha al suo arco anche Panorama e altre ex testate della galassia Mondadori. Di fronte a questi soldi parrebbe impossibile rinunciare, visto anche il momento complicato che l’editoria tutta sta vivendo. Una cifra assai corposa, che fa impallidire i 14 milioni messi sul piatto da Msc per rilevare il Secolo XIX dal gruppo Gedi ma che è inferiore ai 30 richiesti da Eni per rilevare l'Agi.
LEGGI ANCHE: Agi, l’asta tosta che consente all’Eni di liberarsi di una patata bollente
Sembra, infine, che questa mossa degli Angelucci sia “difensiva” in relazione all’Agi. Il polverone che si è levato – e che Affaritaliani.it ha anticipato nei giorni scorsi confermando lo stop alla trattativa – ha indispettito il senatore della Lega che ha preferito indirizzarsi verso altri obiettivi, magari inserendo come agenzia quella Dire che è guidata da un ex dipendente di Angelucci, Davide Vecchi, già direttore de Il Tempo. Un polo della stampa di centro-destra è già realtà, ma entro la fine del mese potrebbe addirittura avere sembianze ancora più corpose. Si tratta di aspettare qualche giorno.