Economia

ArcelorMittal, ancora nessun accordo su Cig, prosegue trattativa con governo

Nuova fumata nera nel negoziato tra ArcelorMittal e sindacati metalmeccanici in merito alla cassa integrazione ordinaria che l'azienda ha già dichiarato voler far partire dal 3 agosto, per 13 settimane, per un numero massimo di 8150 addetti.

"Niente di nuovo, ArcelorMittal mantiene i suoi no - spiega ad AGI Gennaro Oliva, coordinatore di fabbrica Uilm -. Abbiamo chiesto una integrazione economica ai lavoratori in cassa, visto che le loro buste paga sono pesantemente falcidiate dalla prolungata inattività, e ArcelorMittal ci ha detto che non se ne parla proprio. Non abbiamo avanzato una richiesta di cifra, l'integrazione può avvenire in diversi modi, anche con i ratei della tredicesima, sta di fatto però che l'azienda ha opposto un nuovo rifiuto".

"Abbiamo inoltre rilanciato la necessità - dichiara il coordinatore Uilm - di far ruotare il personale in cassa integrazione, evidenziando che gli addetti all'altoforno 2 e all'acciaieria 1, entrambi fermi da marzo, sono ormai inattivi da tempo".  "Si tratta – spiega Oliva - di lavoratori che possono andare a lavorare altrove, ma l'azienda, per ora, ha detto solo che verificherà la situazione".

"Abbiamo ricavato l'impressione di un'azienda allo sbando, che vive alla giornata, e d'altra parte lo stesso direttore delle risorse umane, Ferrucci, ci ha detto che loro stessi non sanno quello che accadrà domani perché tutto è condizionato agli esiti del negoziato, in corso, tra ArcelorMittal e Governo. Però, siccome la cassa ordinaria parte il 3 agosto, abbiamo ancora tempo per negoziare un'intesa, una soluzione - conclude Oliva -, tant'è che ci siamo riaggiornati a breve".

Attualmente in ArcelorMittal sono in corso quattro ulteriori settimane di cassa integrazione Covid dopo la prima tranche partita a marzo e la seconda a giugno. La cassa Covid finisce ai primi di agosto e viene sostituita dalla cassa ordinaria perché, per l'azienda, non è finita la crisi indotta sia dallo stato del mercato siderurgico, che dagli effetti del Covid. Gli 8150 sono un numero massimo, in quanto, in realtà, ArcelorMittal sta utilizzando la cassa per un numero effettivo di circa 3mila unità su 8200 di organico. Prima della cassa Covid, l'azienda ha usato cassa ordinaria (numero massimo 1273) partita già da luglio 2019 e di volta in volta prorogata per 13 settimane.

"Governo e ArcelorMittal stanno trattando" dichiarano intanto fonti vicine al dossier. Questa mattina, 13 luglio, c'è stata la consueta call del lunedi' tra i commissari di Ilva in amministrazione straordinaria, Mef, Mise e Invitalia, che è la società pubblica che effettuerà il coinvestimento dello Stato in ArcelorMittal in linea con l'accordo dello scorso marzo. Il negoziato va quindi avanti, aggiungono le fonti, ma non è ancora certo e visibile l'approdo finale.

"La partita è politica, è il Governo che deve decidere" commentano le fonti. Ai primi di agosto, intanto, scade la nuova rata trimestrale di fitto che ArcelorMittal deve versate all'amministrazione straordinaria in quanto gestore del siderurgico. La rata precedente non è stata versata a tutt'oggi, sebbene l'accordo di marzo ne abbia dimezzato l'importo (originariamente 45 milioni a trimestre) trasferendo la parte non pagata col canone di fitto alla regolazione del prezzo finale dell'acquisto.

ArcelorMittal non ha pagato sia per problemi di liquidità, sia perché ritiene che, dopo il Covid, debba farsi un riesame complessivo anche rispetto all'accordo di marzo, tant'è che ha presentato a giugno un nuovo piano industriale. Quello dei 3200 esuberi, solo che il Governo glielo ha bocciato affermando che questo nuovo piano è lontano dall'intesa di marzo. Sul fronte indotto-appalto, sono per ora sospese le call di ArcelorMittal con Confindustria Taranto. "Ritengo – afferma Antonio Marinaro, presidente di Confindustria Taranto – che ArcelorMittal stia discutendo direttamente con le aziende e forse qualcosa la sta anche pagando.

Non ho però contezza di questo, ma non ho neppure proteste e pressioni delle imprese appaltatrici così come avveniva sino a qualche tempo fa. Probabilmente, ma è una mia ipotesi - aggiunge Marinaro -, ArcelorMittal sta in qualche modo programmando la ripartenza dopo la fase acuta del Covid, sta contattando direttamente le imprese, e la prospettiva di tornare a lavorare sta generando aspettative, nuove attese, e quindi un clima meno conflittuale. Vedremo".