Assolombarda, Bonomi in pole position. Quel messaggio di Diana Bracco. Rumors
La mappa del voto per eleggere il successore di Gianfelice Rocca alla guida della potente associazione degli industriali milanesi
di Andrea Deugeni
@andreadeugeni
Diana Bracco non ci sta a farsi tirare per la giacca. Soprattutto, senza esser stata prima consultata.
E così, nell’ultima riunione della scorsa settimana del Consiglio generale di Assolombarda, organo che il 12 aprile è chiamato a designare il quindicesimo presidente della blasonata associazione che raccoglie le imprese meneghine, ha voluto lanciare un chiaro messaggio a quanti erroneamente la annoverano fra i supporter di Andrea Dell’Orto. L’industriale brianzolo, titolare dell’omonima media impresa manifatturiera attiva nel settore automotive che deve vedersela con Carlo Bonomi, proprietario invece di una media impresa del biomedicale (la Synopo) e candidato appoggiato dal presidente uscente Gianfelice Rocca.
Secondo quanto riferiscono ad Affaritaliani.it alcuni dei presenti alla riunione della territoriale di Viale dell'Astronomia, pare che la Bracco, dopo aver ascoltato la presentazione dei programmi, con tanto di slide, da parte dei due auto-candidati sui cui nomi il comitato dei tre saggi consulterà la base per tutto il mese di marzo, abbia preso la parola per rivolgere due domande a Bonomi e a Dell'Orto.
Se il primo interrogativo posto pare sia stato di tipo tecnico, sul ruolo delle territoriali nel sistema confindustriale, il secondo è sembrato invece ai presenti più come un assist lanciato al patron della Synopo per fare luce e chiarezza sui rumors - anche questi infondati, raccontano diversi imprenditori di Assolombarda - secondo cui Bonomi sarebbe il candidato tifato da alcuni poteri confindustriali capitolini. Anche di apparato, una skill curriculare che storicamente non è mai stata un buon biglietto da visita dalle parti di Via Pantano.
In più, pare che la seconda domanda della past president si sia conclusa con parole che ancora rimbombano nella sala gremita dai 174 imprenditori che compongono in tutto il Consiglio dell'associazione milanese. Domanda inerente al rapporto che Assolombarda deve avere con Roma e che pare sia terminata, con la Bracco che rvolgendosi a Dell'Orto lo abbia apostrofato come "l’altro gio-va-not-to”.
Già, proprio così. L'industriale ex presidente di Expo 2015, di fronte agli oltre 150 presenti, avrebbe usato proprio la parola “giovanotto” per riferirsi all'imprenditore brianzolo. Scelta non casuale che ai più non è passata inosservata e che è stata letta come un voler far capire da che parte sta. Smentendo, quindi, finte appartenenze allo schieramento dei sostenitori di un candidato che nemmeno conosce.
Dal canto suo, Bonomi avrebbe colto la palla al balzo, riconoscendo prima l'importante ruolo di Roma "perché Confindustria è una", ma anche che nel caso fosse stato eletto si sarebbe adoperato "in modo che Assolombarda conti per quello che deve contare e che lo faccia con grande indipendenza”. Uno scambio avvenuto, mentre i presenti in sala stavano ancora ricalibrando il messaggio della Bracco anche in ottica di fisiologica analisi dello stato dell’arte delle toto-preferenze della tornata elettorale. Quadro che, secondo i rumors, vedrebbe ai nastri di partenza circa un'ottantina di voti sicuri in favore del patron della Synopo, contro una quarantina invece schierata con Dell’Orto (in media, votano in 130 in tutto). Industriale monzese che però negli ultimi giorni pre-Consiglio, secondo le indiscrezioni, aveva potuto contare anche sull’importantissimo appoggio del quartetto milanese di azionisti doc di peso di Assolombarda. Ovvero i blasonati nomi del cosiddetto circolo della Scala (Giorgio Squinzi, Diana Bracco, i Moratti e Fedele Confalonieri), parterre de roi meneghino in grado di spostare paccate di voti nel rush finale per la successione a Rocca. Insomma, sulla carta, un nocciolo duro da osservare con molta attenzione per capire il giro del fumo.
Quanti, in passato, hanno seguito da vicino le Presidenziali di Via Pantano spiegano che, al netto del segreto dell’urna dove può succedere di tutto, i giochi dovrebbero esser invece quasi fatti per Bonomi. Candidato esperto di credito e di fisco che, oltre a quello di Diana Bracco, dovrebbe contare anche sull’appoggio di Confalonieri, visto che il presidente di Mediaset "non è solito a schierarsi - sottolineano gli esegeti del voto milanese - con il cavallo perdente”.