Economia

ASviS: appello di imprese e finanza al Governo su sviluppo sostenibile

Casali Valentina

Festival dello Sviluppo Sostenibile: imprese e finanza lanciano un tavolo di lavoro alla Conferenza dell’ASviS sul tema. Numerose le richieste al Governo

Mentre il 72% degli italiani si aspetta dalle imprese un impegno forte per raggiungere gli Obiettivi dell’Agenda 2030, per la prima volta le principali organizzazioni imprenditoriali appartenenti all’ASviS indicano al Governo le azioni urgenti per portare l’Italia su un sentiero di sviluppo sostenibile.

Le imprese e il mondo della finanza chiedono al Governo di accelerare la transizione dell’Italia alla sostenibilità e di aprire un tavolo di lavoro su questo tema presso la Presidenza del Consiglio. Per la prima volta, le dieci associazioni imprenditoriali più rappresentative, tutte aderenti all’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS), indicano in un documento congiunto le linee di azione necessarie per accelerare il passo verso gli Obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030, firmata dai 193 Paesi dell’ONU nel settembre 2015.

Il documento, presentato durante la Conferenza dell’ASviS “Le imprese e la finanza per lo sviluppo sostenibile. Opportunità da cogliere e ostacoli da rimuovere”, svoltasi oggi a Milano nell’ambito del Festival dello Sviluppo Sostenibile (21 maggio-6 giugno), indica gli interventi necessari per creare un contesto idoneo allo sviluppo sostenibile, per accelerare il decoupling tra crescita economica e pressione ambientale, per affrontare la dimensione sociale della transizione ecologica del sistema produttivo, per favorire lo sviluppo dei territori e la loro resilienza e per promuovere un modello economico orientato allo sviluppo sostenibile. Inoltre, le associazioni rinnovano gli impegni assunti con la sottoscrizione, nel 2017, del “Patto di Milano”.

Il Presidente dell’ASviS (che con i suoi oltre 240 aderenti è la più grande rete italiana di organizzazioni della società civile), nonché del Gruppo Unipol, Pierluigi Stefanini ad Affaritaliani.it ha commentato: “La sostenibilità è sempre più considerata un fattore strategico dalle imprese oltre a essere un importante elemento valoriale e reputazionale. Anche il mondo della finanza guarda con sempre più attenzione a realtà imprenditoriali innovative, rispondenti ai criteri Environmental, Social and Governance (ESG). Tali criteri obbligano a un cambiamento di prospettiva e a investire non tanto nell’ottica di un vantaggio immediato, ma in una prospettiva di medio-lungo termine. Ciò che manca ancora è una collaborazione più adeguata con il decisore pubblico. Abbiamo bisogno di una strategia nazionale sullo sviluppo sostenibile come substrato che aiuti le imprese a fare rete e ad adottare strategie comuni”.

VIDEO - Stefanini, Asvis: "Manca strategia nazionale su sviluppo sostenibile"

Questo lo scopo del convegno di oggi organizzato presso l’Auditorium di Assolombarda al quale sono intervenuti molti dei protagonisti del mondo economico e figure emergenti dell’imprenditoria italiana. Il padrone di casa Antonio Calabrò, Vice Presidente di Assolombarda, intervistato da Affaritaliani.it ha dichiarato: “Si tratta di un percorso che abbiamo avviato da molto tempo, convinti che la sostenibilità non sia soltanto attenzione alle questioni sociali e ambientali, ma soprattutto una leva di competitività. Le nostre imprese stanno sui mercati, competono con l’alto di gamma perché portano attenzione ad aspetti come il territorio e l’integrazione sociale. Milano e la Lombardia sono molto avanti su questo percorso, ma permangono a livello Paese ancora molti impedimenti”.

VIDEO - Calabrò, Assolombarda: "Sostenibilità fattore di competitività"

Intervenuto alla conferenza di quest’oggi, a distanza di pochi giorni dall’Assemblea Generale di Confindustria dove era stata lanciata un’idea di futuro sostenibile, il Presidente Boccia ad Affaritaliani.it ha ribadito l’impegno dell’associazione in questo senso: “Le imprese italiane sono tra le più sostenibili e circolari d’Europa, ma la sostenibilità rimane una grande sfida, per gli attori economici e istituzionali, per la politica europea e italiana. Le imprese devono fare la loro parte, ma in una stagione di corresponsabilità di tutti che tracci la rotta per una sostenibilità ampia”.

VIDEO - Boccia, Confindustria: "Sostenibilità è anche fattore economico e politico"

Luigi Abete, Presidente di BNL, oggi in veste di Presidente di FeBAF, ha ricordato ai microfoni di Affaritaliani.it le azioni che si stanno facendo a livello europeo sul tema: “Molto più consistenti rispetto alle iniziative intraprese in tante altre parti del mondo, sia a livello istituzionale sia a livello operativo”. “Nel caso concreto”, ha proseguito Abete, “il sistema finanziario italiano sta promuovendo la crescita sostenibile con varie modalità: premiando le aziende che producono in modo sostenibile con piani di finanziamento a tassi decrescenti, offrendo la possibilità di investire in green bond e con un’attenzione particolare anche a quella che viene definita la finanza speculativa”.

VIDEO - Abete, FeBAF: "L'Europa è avanti nel processo di sviluppo sostenibile"

Sull’impegno dell’Europa anche Fabrizio Saccomanni, Presidente di Unicredit, ad Affaritaliani.it: “L’Europa deve prendere l’iniziativa soprattutto nell’ambito del G20 dove l’Italia ricoprirà un ruolo fondamentale dal 2021 con la Presidenza. C’è già un consenso a livello tecnico e gli studi preparatori identificano un enorme potenziale che può essere mobilitato sia con le risorse delle banche generali di sviluppo sia con quelle provenienti dai mercati dei capitali. Ora bisogna trovare gli strumenti finanziari per farlo. Unicredit, a tal proposito, ha fatto moltissimi passi, con un programma di social impact banking, investimenti in energie rinnovabili e la creazione di una piattaforma per mobilitare i capitali ‘pazienti’ dei fondi pensione e previdenziali verso gli investimenti in equity a sostegno di imprese innovative e di finanza sostenibile”.

VIDEO - Saccomanni, Unicredit: " Europa può fare di più per sviluppo sostenibile"

Alla tavola rotonda sul modello di impresa sostenibile Fabrizio Palermo, AD di Cassa Depositi e Prestiti, ha ricordato lo storico impegno della Cassa sul tema: “Siamo da sempre attenti alla sostenibilità, anche grazie ai nostri azionisti, in particolare le fondazioni”. “Stiamo lavorando su tanti dei temi cari all’Agenda 2030 dell’Onu”, ha aggiunto Palermo ai microfoni di Affaritaliani.it, “per esempio finanziamo infrastrutture sociali – scuole, social housing, ospedali – e investiamo in tecnologie innovative a sostegno dello sviluppo sostenibile. Pochi giorni fa abbiamo annunciato di entrare con Enel in progetti innovativi nel campo energetico. Il Piano industriale di CDP mobilita circa 110 miliardi di euro e buona parte di questi hanno un taglio sostenibile. Inoltre abbiamo adottato delle metriche di misurazione della performance relative agli impatti sostenibili. Nell’ambito della nostra mission abbiamo adeguato lo statuto inserendo la sostenibilità come uno dei cardini del nostro operato”.

VIDEO - Palermo, CDP: “Sostenibilità nella mission di Cassa Depositi e Prestiti”

Certo è che, a detta di molti degli intervenuti, permangono degli ostacoli alla diffusione di una cultura della crescita sostenibile. Patrizia Grieco, Presidente di Enel, ad Affaritaliani.it ha commentato: “Sono ostacoli di tipo culturale, tuttavia credo che esistano alcune nuove narrazioni che faranno cambiare l’atteggiamento culturale della media impresa e della piccola. Insieme a queste anche il fatto che i finanziamenti vanno sempre più verso imprese che dimostrano di avere kpi di sostenibilità. Nel frattempo le nuove generazioni, che sono i clienti di oggi e di domani, hanno adottato un atteggiamento di chiusura nei confronti delle aziende che non sono sostenibili; speriamo pertanto che tutti questi fattori rendano davvero possibile il cambiamento. Enel è da tempo impegnata su questo versante perché considera la sostenibilità il driver strategico dell’azienda. Lavoriamo a tutti i 17 sdg dell’Onu e in particolare a 6 di questi che sono integrati nel nostro Piano strategico e monitorati in modo misurabile”.

VIDEO - Grieco, Enel: "Sostenibilità leva strategica e misurabile, anche per PMI"

Per Marco Tronchetti Provera, AD di Pirelli gli ostacoli sono legati al fatto che “non c’è armonizzazione a livello legislativo. Tale armonizzazione dovrebbe andare di pari passo con una regolamentazione che permetta al sistema delle imprese di avere i tempi per potersi aggiornare”. “In Pirelli”, ha continuato l’AD ad Affaritaliani.it, “abbiamo una struttura dedicata alla sostenibilità che si occupa di persone e ambiente. Di persone in termini di sicurezza, di ambiente in termini ecologici e di territorio, contribuendo alla crescita delle comunità intorno alle fabbriche. Per un’azienda industriale che investe da qui ai prossimi decenni la sostenibilità è un imperativo”.

VIDEO - Tronchetti Provera, Pirelli: “Sostenibilità: necessaria armonizzazione leggi”

Se la sostenibilità è un imperativo, è necessario altresì fare attenzione alle modalità con le quali la si affronta. È il monito di Carlo Cimbri, AD di Gruppo Unipol che, intervistato da Affaritaliani.it, ha messo in guardia: “La sostenibilità è un tema importante a patto che lo si affronti con taglio pragmatico affinché non rimanga un vezzo da salotti. Perché ci sia crescita sostenibile prima occorre che ci sia la crescita. Nel nostro Paese dobbiamo quindi preoccuparci di come crescere in modo significativo e per questo abbiamo bisogno di misure che favoriscano lo sviluppo armonico dei mercati globali”. Unipol ha iniziato da tempo a occuparsi del tema con l’introduzione dei bilanci integrati: “In questo modo possiamo osservare i numeri anche da un’altra prospettiva”, ha commentato Cimbri, “calcolando il ritorno delle attività d’impresa sui territori in cui operiamo, per esempio sull’occupazione o sulla crescita delle economie locali”.

VIDEO - Cimbri, Unipol: “Per crescita sostenibile prima assicurare la crescita”

Un altro suggerimento arriva da Oscar Di Montigny, fondatore di BYE e divulgatore dei principi dello Sferismo e dell’Economia 0.0: “Da un lato le aziende si stanno cominciando ad adeguare”, ha spiegato il manager ad Affaritaliani.it, “più sotto una spinta determinata da un senso di urgenza che di importanza. Finché non c’è chiara consapevolezza delle cose, ci si muove in maniera spesso disordinata. L’auspicio è che si maturi più conoscenza e consapevolezza, da parte delle aziende ma anche dei singoli che le compongono. Farlo solo per business non sarà sufficiente. La mia proposta è di muoverci dall’ambito della circolarità a quello della sfericità, di ribaltare le logiche che ci guidano, per ricordare alle persone che, oltre i bisogni, è importante agire per vocazione”.

VIDEO - Oscar di Montigny: "Per la sostenibilità importante la consapevolezza dell'individuo"

Sviluppo sostenibile: gli italiani lo vogliono? I dati dell’indagine Eumetra

L’impegno delle aziende e della finanza è in linea con quanto auspicano gli italiani: secondo una recente indagine di Eumetra, infatti, il 72% delle persone ritiene che le imprese dovrebbero occuparsi seriamente di sostenibilità e il 67% ritiene giusto che le imprese, di qualsiasi dimensione (ma soprattutto le grandi), tengano conto degli Obiettivi di sviluppo sostenibile anche se ciò dovesse significare un aumento dei prezzi dei prodotti o dei servizi. Tuttavia, permane un bel po’ di scetticismo: infatti, il 48% degli italiani pensa che le imprese si occupino di sviluppo sostenibile perché hanno qualcosa da farsi perdonare, mentre il 38% ritiene che occuparsi di sostenibilità sia nell’interesse dell’impresa stessa.

Gli intervistati ritengono che un’impresa impegnata per lo sviluppo sostenibile dovrebbe avere le seguenti caratteristiche: essere seria nell’affrontare questi temi (75%), trattare bene i clienti (71%) e i dipendenti (73%), assicurare la qualità dei prodotti (73%), rispettare l’ambiente in tutte le attività (73%), essere attenta ai temi sociali (70%), al territorio in cui opera (73%) e all’uguaglianza di genere (66%). In termini di percezione dell’impegno su questi temi, i settori più apprezzati sono quello alimentare, automobilistico, farmaceutico, della grande distribuzione e dei mezzi d’informazione, mentre i settori bancario, energetico e delle imprese di telefonia sono considerati meno impegnati per la sostenibilità.     

Sviluppo sostenibile: la proposta dell’ASviS per un tavolo con il Governo

Il cambiamento verso un modello di sviluppo sostenibile si direbbe avviato e le imprese italiane potrebbero diventare un vero e proprio propulsore se fossero incoraggiate alla transizione da politiche di “sistema” che rimuovano i freni a questo processo. Peraltro, la settimana scorsa, nel corso dell’evento di apertura del Festival, il Governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco aveva lanciato un chiaro allarme sui danni per il sistema economico derivanti dal cambiamento climatico, invitando le istituzioni finanziarie e il settore privato a prepararsi agli shock legati a condizioni di non sostenibilità dello sviluppo.     

L’Agenda 2030 riconosce alle imprese e alla finanza un ruolo fondamentale”, ha sottolineato il Portavoce dell’ASviS Enrico Giovannini, “ed è evidente il cambiamento culturale che sta avvenendo, anche in Italia. Il nostro Paese è ricco di aziende virtuose rispetto allo sviluppo sostenibile, ma questo non vale ancora per il sistema nel suo complesso, anche per l’assenza di politiche adeguate. Il documento unitario elaborato grazie all’ASviS", ha aggiunto Giovannini, "dà un segnale forte al Governo e alle altre istituzioni. Ora, però, bisogna passare ai fatti e ci auguriamo che il Presidente del Consiglio convochi quanto prima il tavolo proposto dalle associazioni, anche in vista della preparazione della prossima Legge di Bilancio”.  

Nel corso del convegno di oggi sono state presentate diverse iniziative, tra cui il Padiglione Italia a Expo 2020 di Dubai, pensato per sottolineare l’impegno del sistema Paese sui temi della sostenibilità, e l’impegno per lo sviluppo sostenibile dei 65 atenei appartenenti alla Rete delle Università per lo Sviluppo sostenibile (RUS). Particolare attenzione è stata posta anche al ruolo cruciale delle donne nella definizione di strategie imprenditoriali coerenti con l’Agenda 2030, a esperienze di innovazione per lo sviluppo sostenibile e a nuove forme giuridiche aziendali, maggiormente in linea con i principi di sostenibilità.