Banche, Mattarella firma la legge sulla commissione d'inchiesta
Lo annuncia il sito del Quirinale
Ora non ci sono più scuse. La commissione d'inchiesta sulle banche è diventata finalmente realtà e deve iniziare a fare luce sul triennio peggiore della storia degli istituti di credito in cui 4 gruppi sono andati a ngambe all'aria (Etruria, CariMarche, CariChieti e Cariferrara), una è stata salvata grazie all'ingresso del Tesoro nel capitale (Mps) e altre due sono state oggetto di una risoluzione ordinata con la vendita a Intesa e le garanzie pubbliche (Popolare di Vicenza e Veneto Banca).
Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha firmato infatti la legge che prevede "l'istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sul sistema bancario e finanziario". È quanto si legge sul sito del Quirinale, nella sezione "Atti firmati".
Ieri, pero, il Quirinale aveva fatto trapelare un disappunto verso parlamentari come Renato Brunetta, Enrico Zanetti e alcuni grillini che reclamavano una sua firma dopo 21 giorni dall’approvazione. Così oggi, alla notizia dell'atto di promulgazione, il presidente dei deputati di Forza Italia ha espresso grande soddisfazione per il provvedimento. "Evidentemente il nostro rispettoso pungolo ha avuto qualche effetto, proprio per questo non capiamo le polemiche sollevate ieri dall'ufficio stampa del Colle prima e da 'ambienti del Quirinale' poi. A questi ultimi rispondiamo volentieri. Conosciamo perfettamente la differenza tra l'articolo 77 e l'articolo 73 della Costituzione, ma vorremmo segnalare agli amici del Colle come la prassi, negli ultimi anni, sia stata leggermente diversa rispetto al dettato costituzionale che, con una precisazione inviata agli organi di stampa ieri sera dopo le 22, ci hanno gentilmente ribadito", aggiunge.
"Solitamente il Consiglio dei ministri approva una copertina e nulla più, il decreto viene poi messo nero su bianco nelle settimane successive, poi arriva al Quirinale per la promulgazione del provvedimento. Solo allora il testo del decreto approda alle Camere. Altro che 'il giorno stesso'. Qualche esempio recente? Lo scorso 11 aprile il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto 'manovrina', promulgato poi dal presidente Mattarella il 24 aprile (13 giorni dopo). Un altro? Lo scorso 19 maggio il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto vaccini, promulgato poi dal presidente Mattarella il 7 giugno (19 giorni dopo). E ci sarebbero tanti altri casi che fanno scuola? Agli amici degli 'ambienti del Quirinale' chiediamo, dove sta in questi casi l'applicazione rigida dell'articolo 77 della Costituzione? Evidentemente solo sulla nostra Carta, cosa ben diversa è la prassi", continua.
"Di promulgazione lampo ricordiamo, oltre a quella citata ieri sul decreto banche venete (approvato in Cdm domenica 25 giugno e firmato da Mattarella lo stesso giorno), un altro caso, sempre con istituti di credito protagonisti. Si tratta del decreto sul salvataggio delle '4 banche' del 22 novembre 2015, anche in quel caso approvazione e firma del Colle arrivarono lo stesso giorno (e sempre di domenica). Noi che viviamo in Parlamento questi passaggi li abbiamo ben a mente, e abbiamo letto con sorpresa la 'precisazione' serotina del Colle", prosegue.
"Ribadiamo la fiducia nel presidente Mattarella, e siamo felici per la promulgazione di oggi. Adesso che la Commissione parlamentare d'inchiesta parta subito, senza ulteriori ritardi. I cittadini vogliono trasparenza, verità e giustizia in merito ai disastri che hanno coinvolto il nostro sistema bancario negli ultimi anni. Diamo loro risposte adeguate", conclude Brunetta.