Economia

Bce, Cipollone: "Così l'Ue può tenere testa agli Usa di Trump. Ma una cosa deve cambiare"

L'italiano nel board della Bce: ragioniamo troppo in ottica nazionale

di redazione economia

Bce, Cipollone: "C'è il problema degli investimenti in Ue, bisogna fare di più"

Piero Cipollone, l'italiano membro del Comitato esecutivo della Banca centrale europea dal 2023, mette in guardia l'Europa sui nuovi equilibri che scatteranno con l'arrivo di Donald Trump alla Casa Bianca. Ma Cipollone crede che l'Ue possa tenere testa agli Usa, ma deve muoversi su almeno due fronti e cambiare alcune cose. "Se perdiamo terreno sugli Stati Uniti a livello industriale? Non vorrei - spiega Cipollone a Il Corriere della Sera - che stessimo abbaiando all'albero sbagliato. Davvero vogliamo competere con la Cina sul prezzo del manifatturiero? Secondo alcuni studi, anche se mettessimo dazi al 100% sulle auto cinesi, non riusciremmo lo stesso a vincere sul prezzo. Del resto, anche gli Stati Uniti oggi producono meno auto rispetto all’Europa".

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"Guardiamo - prosegue Cipollone a Il Corriere - ai settori che spiegano il divario di produttività tra l’Europa e gli Stati Uniti e che ci indeboliscono nella concorrenza con la Cina: tecnologia e finanza. E non è sufficiente adottare le soluzioni sviluppate da altri, è importante essere anche in grado di competere in questi settori. Se un’impresa europea adotta alte tecnologie come l’intelligenza artificiale, produrrà di più a parità di input di lavoro".

"Gli europei - spiega Cipollone - non sono meno capaci. Ma bisogna pensare che nell’attuale ondata di innovazione il costo marginale del prodotto è zero. Per chi detiene una scoperta di software, per esempio, aumentare l’offerta da uno a un miliardo di clienti è per molti aspetti gratis. Quindi se ha un mercato di riferimento molto ampio — come, per esempio, gli Stati Uniti o la Cina — quell’operatore cresce molto e molto in fretta. Il problema dell’Europa è qui: non abbiamo un mercato unico compiuto, sia per i beni e i servizi che per il mercato dei capitali. E poi - conclude - c'è il problema degli investimenti. Sono calati nel 2024 e cresceranno poco nel prossimo triennio. A fronte della debole domanda e dell’elevata incertezza, le imprese esitano a investire. Alla fine del nostro periodo di previsione, nel 2026, risultano sotto ai livelli del 2023 in proporzione al Pil".

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