Economia
Bce, le politiche non funzionano. Ora finanziamo le famiglie, non le banche
A ben poco sono servite le attuali politiche monetarie, le quali hanno messo a repentaglio i risparmi, i conti degli Stati e soprattutto l'economia reale
L'Euro ha perso valore. Ora finanziamo le famiglie, non le banche
Stavo rileggendo la storia dell'economia di Roma nel III secolo e ho volutamente cercato di analizzare se vi erano dei parallelismi fra il grave dissesto finanziario in cui si trovavano le casse dell'Impero Romano con le crescenti spese militari che doveva sostenere e alcune realtà attuali. In un video di molto tempo fa la commentatrice diceva che il dollaro dal 1918 ad oggi ha perso circa il 95% del suo valore e l'euro?
Ora ho scientemente voluto fare un raffronto con l'euro per vedere cosa ne scaturiva: “Indagine di consumerismo e alma laboris mette a confronto i prezzi in Italia dalla lira (2001) ad oggi. Per un cono gelato si spende il 224% in più, una pizza costa quasi il doppio (+93,5%), il biglietto dell’autobus sale del +159%. Nello stesso periodo stipendi crescono del +50%. Più caro mangiare fuori: la classica margherita consumata in pizzeria ha subito un rincaro del +93,5%, il supplì è aumentato quasi del 124%, e il tramezzino al bar addirittura del +198,7%.
La colazione al bar (cappuccino e cornetto) costa il 93,3% in più, mentre la pausa caffè è più salata del 55,2% (tuttavia negli ultimi giorni i listini dei pubblici esercizi stanno subendo ritocchi a rialzo a causa del caro-bollette). Indagine mette a confronto i prezzi in Italia dalla lira (2001) ad oggi (consumerismo.it) Suggerisco di visitare il sito perché c'è una tabella veramente interessante che riporta i raffronti lira/euro su moltissimi beni di consumo e le relative variazioni in percentuale.
Poi, sono andato oltre e ho analizzato il debito dell'Impero Romano, considerando che all'epoca esisteva una specie “globalizzazione”, ovviamente nei territori conosciuti e conquistati, riportando il tutto ai giorni nostri, ecco cosa ne è scaturito: “Calcolare il debito dell'Impero Romano nel III secolo e convertirlo in dollari o qualsiasi altra valuta moderna è un compito molto difficile e soggetto a molte incertezze.
Questo perché le politiche fiscali e monetarie dell'Impero Romano erano molto diverse da quelle moderne e non c'è un modo preciso per calcolare l'inflazione o altri tassi di cambio nel corso dei secoli. Inoltre, nel III secolo l'Impero Romano era nel bel mezzo di una grave crisi economica e politica. Il sistema della moneta romana stava collassando e il debito pubblico era diventato un problema enorme. L'Impero Romano era un'unione di molte diverse regioni e province; quindi, il debito sarebbe stato suddiviso in diverse parti e forse anche in diverse valute. Tuttavia, per dare un'idea generale, si potrebbe prendere in considerazione un dato stimato relativo agli ultimi anni dell'Impero Romano. Secondo alcune stime, il debito dell'Impero Romano alla fine del IV secolo potrebbe essere stato di circa 1,6 miliardi di solidi d'oro, che all'epoca erano la principale moneta dell'Impero.
Convertendo i solidi d'oro in dollari attuali, si prenderebbe come riferimento il prezzo dell'oro oggi. Il prezzo dell'oro è variabile e cambia nel tempo, quindi questa stima sarebbe solo approssimativa. Al momento in cui sto scrivendo, il prezzo dell'oro è intorno ai 1.800 dollari per oncia. Con queste stime, il debito dell'Impero Romano nel III secolo potrebbe equivalere a circa 2,88 trilioni di dollari attuali (1,6 miliardi di solidi d'oro * 1.800 dollari per oncia / 31,1 grammi per oncia).
A ben guardare per l'epoca è una cifra mostruosa e quindi successivamente scompare quella che è stata per secoli la moneta di riferimento per l'Impero. Desidero ricordare che gli USA hanno appena superato la soglia dei 34 trilioni di dollari di debito pubblico. Sono conscio di quello che ho riportato, ma i numeri sono numeri e il ritornello del 2% (che di scientifico non ha niente) a ben poco serve se le attuali politiche monetarie della Banca Centrale Europea che vengono applicate non funzionano, mettendo a repentaglio i risparmi, i conti degli Stati e soprattutto l'economia reale.
Domanda furbina: perché anziché finanziare le banche non vengono finanziate direttamente le famiglie e le aziende? Tanto per farla corta “la BCE ha il potere di stampare tutto il denaro che vuole” (in questo caso l'affermazione non è mia)! La domanda conclusiva è: cosa dobbiamo aspettarci per il prossimo futuro? Chiudo con un pensiero attribuito ad Albert Eistein: “la follia sta nel fare sempre la stessa cosa, aspettandosi risultati diversi”.