Economia
Bce, altri tagli dei tassi di interesse in vista ma il punto di arrivo è incerto. Ecco perché
La Bce ha tagliato i tassi di interesse di 25 punti base sulla scia di quanto fatto nelle quattro riunioni precedenti. Che cosa aspettarsi ora? Il commento dopo le parole di Lagarde
La Bce taglia i tassi di interesse di 25 punti base, il commento di Antonio Cesarano, Chief Global Strategist di Intermonte
La Banca centrale europea ha tagliato i tassi di interesse di 25 punti base, sulla scia di quanto fatto nelle quattro riunioni precedenti. Si tratta della prima sforbiciata dell'anno che porta il tasso di riferimento sui depositi dal 3% al 2,75%. Mentre quello dei finanziamenti principali scende al 2,90% e quello sui prestiti marginali al 3,15%. Secondo Antonio Cesarano, Chief Global Strategist di Intermonte, la riunione di ieri "ha avuto un carattere sostanzialmente interlocutorio".
"Nel corso della conferenza stampa post-riunione, Christine Lagarde ha ribadito che, nonostante il quarto trimestre del 2024 si sia chiuso sottotono, lo scenario rimane all’insegna di un recupero della crescita, seppur con qualche rischio al ribasso", ha sottolineato Cesarano. Mentre nel breve termine "l’inflazione dovrebbe mantenersi sui livelli attuali, per poi riprendere la traiettoria verso l’obiettivo del 2%".
Che cosa aspettarsi dal futuro? "La direzione è chiara ed è quella di un taglio dei tassi, ma il punto di arrivo è ancora incerto", ha specificato Cesarano. A tal proposito "Lagarde ha preannunciato che il 7 febbraio sarà pubblicato un report sul tasso neutrale, che, in base alle ultime indicazioni, dovrebbe attestarsi in un range tra l’1,75% e il 2,25%".
Sul fronte criptovalute invece "Lagarde ha affermato che l'Eurosistema, cioè il sistema di banche centrali dell'area dell'euro responsabile dell'attuazione della politica monetaria unica, non considera il Bitcoin tra le valute di riserva, prediligendo asset più liquidi e sicuri". In sintesi, "gli operatori hanno mantenuto inalterate le attese di altri tre tagli da 25 punti base l’uno entro la fine del 2025, oltre a quello già effettuato oggi, con l’obiettivo di riportare il tasso sui depositi al 2%. Al momento questo appare uno scenario condivisibile, con il principale rischio rappresentato da un eventuale rigurgito inflattivo come conseguenza dell’inasprimento delle politiche tariffarie di Trump".
Infine, Cesarano ha fatto notare che "malgrado il differenziale dei tassi oggi si sia allargato, ritornando intorno ai 200 pb sul comparto a due anni, l’euro si sia apprezzato, riflettendo probabilmente la reazione alle parole di Lagarde, che vedono i tagli dei tassi come la strada che porta al recupero della crescita e alla riduzione dei differenziali di crescita tra Europa e Stati Uniti".
*Chief Global Strategist di Intermonte