Economia

Benetton e il tesoretto da tre miliardi. Borsa o socio faranno comunque bingo

Nel caso si arrivi a un'Ipo, Ponzano Veneto potrebbe incassare fino a 3 mld, se dovessero entrare soci privati si potrebbe guardare a gruppi italiani o esteri

Chi potrebbe essere interessato? Visto che in finanza nulla avviene per caso e che i rapporti pregressi contano, Ponzano Veneto potrebbe tornare a bussare a soggetti simili se non identici a quelli a cui si era rivolta nel 2007, ossia a Mediobanca, Goldman Sachs e Gic (il fondo sovrano di Singapore), entrati all’epoca nel capitale di Sintonia, poi divenuta Edizione, con un’iniezione di 2 miliardi di euro (di cui 336 milioni apportati da Mediobanca, 700 milioni da Goldman Sachs e 1 miliardo da Gic).

Quell’accordo si sciolse nel 2014, col conferimento ai quattro soci di partecipazioni in Atlantia proporzionali alla quota di ciascuno in Sintonia: i Benetton, tramite Edizione, sono ancora in possesso del loro 30,25%, Gic ugualmente è sempre socio con l’8,14% e sembra dunque poter essere un partner naturale per Edizione. Goldman Sachs col tempo ha invece ridotto la sua quota (originariamente al 4,55%) sotto la soglia rilevante del 3%, mentre nulla è dato sapere delle partecipazioni di Mediobanca (fin dall’inizio pari al 2,71% e dunque sotto la soglia rilevante).

Se Goldman Sachs e Mediobanca non fossero interessati a fare da sponda ai Benetton per rilanciare gli investimenti di Edizione o delle sue principali partecipate come Autogrill (controllata al 50,1% e che pare interessata alla francese Areas, attiva nella ristorazione aeroportuale e che potrebbe valere 1,2-1,3 miliardi), ai Benetton non mancherebbero comunque alternative.

Già per la cessione di un 12% circa di Autostrade per l’Italia nel 2017 si fecero avanti una cordata composta da Allianz Group, EdF Invest e Dif Infrastructure (che tramite Appia Investment è attualmente socia al 6,94%) e il fondo infrastrutturale cinese Silk Road Fund (5%), sborsando senza batter ciglio 1,5 miliardi. Altri potenziali soci finanziari potrebbero infine essere gli americani di Lazard Asset Management Llc o gli inglesi di Hsbc, entrambi attualmente soci al 5% circa di Atlantia. Tutti nomi di primo piano della finanza mondiale, che non avrebbero difficoltà, se interessati, a staccare un assegno da 500 milioni a un miliardo a testa per essere della partita.

Luca Spoldi