Borsa, crollo storico per Piazza Affari
Peggio di Lehman e dell'11 settembre
La Brexit travolge Milano e Madrid prima ancora che Londra. Piazza Affari ha chiuso la peggior seduta di sempre, con flessioni superiori a quelle seguite all'11 settembre e al crack di Lehman Brothers. Il Ftse Mib ha ceduto il 12,48% e il Ftse All Share l'11,75%. Madrid ha seguito Milano con un crollo anch'esso superiore al 12% mentre Francoforte e Parigi hanno perso fra il 6 e l'8%. Zurigo si e' confermata Piazza difensiva limitando il calo al 3,4%. La vera sorpresa e' Londra che, dopo un avvio molto negativo, ha limitato le perdite arrivando a chiudere in calo di poco piu' del 2% grazie a una composizione dell'indice che privilegia materie prime legate all'oro e titoli difensivi come i farmaceutici, ma anche per i timori che altri Paesi possano seguire il Regno Unito portando ulteriori elementi di incertezza nella Ue quando a Londra la situazione sembra ormai "definita". Milano e' stata fra le Borse piu' penalizzate risentendo del crollo delle banche con Unicredit e Intesa Sanpaolo in calo di oltre il 20% cosi' come Bpm e Banco Popolare. Male sostanzialmente tutti i maggiori titoli. Anche le societa' piu' difensive come Recordati e Snam hanno perso fra il 4 e il 5%. Sul fronte dei cambi la sterlina, dopo aver toccato i minimi dal 1985 sul dollaro, a 1,3406 ha recuperato a 1,3732 che rappresenta comunque un minimo dalla primavera 2009. Rispetto all'euro, la sterlina scambia a 0,815 sui valori di giugno 2014. Il rapporto fra euro e dollaro si attesta a 1,1112 mentre il rapporto fra dollaro e yen si attesta a 102,185. L'incertezza sui mercati e sulle prospettive dell'economia hanno anche affossato il prezzo del petrolio con il Wti in calo del 4,4% a 47,91 dollari al barile. L'euro resta stabilmente sopra i 1.310 dollari l'oncia, in rialzo del 4,2%. Per quanto riguarda lo spread, il differenziale fra il decennale tedesco e quello italiano risale a 163 punti base con il rendimento del Btp a 10 anni pari all'1,57%.
S&P: con Brexit, possibile taglio rating Gb anche oltre 1 gradino - Standard&Poor's ha reso noto che rivedrà tutti i rating "che potrebbero risentire del risultato del referendum" con cui il Regno Unito ha sancito l'uscita dall'Unione europea. L'agenzia, in una nota di commento al voto, ha poi specificato che, "come detto negli ultimi mesi, alcuni rating potrebbero risentirne prima di altri, incluso il rating sovrano del Regno Unito e di tutte le entità direttamente collegate". Secondo S&P, la vittoria del fronte contrario alla permanenza nell'Unione europea potrebbe influenzare "la crescita e il bilancio pubblico" del Regno Unito, mettendo il settore finanziario in una posizione di "svantaggio competitivo" rispetto agli altri centri finanziari mondiali. "Nelle nostre recenti ricerche abbiamo annunciato la possibilità di abbassare il rating di oltre un gradino, se riterremo" che l'uscita del Regno Unito dall'Ue "avrà un'influenza negativa sulla forza istituzionale del Paese e sulla sua capacità di favorire una crescita sostenibile".