Bpm, Rossi è il nuovo presidente. Castagna: "Con BP polo aggregatore"
Nicola Rossi ha la meglio su Piero Lonardi e diventa il nuovo presidente del consiglio di sorveglianza di Bpm. L'economista ed ex senatore, candidato da sindacati e soci pensionati, ha conquistato 3.356 voti in assemblea; alla lista di Piero Lonardi, presidente del comitato soci non dipendenti, sono andati 1.231 voti. I voti sono stati complessivamente 4.894. Alla lista dei fondi, presentata da Raffaele Mincione con Athena, sono andati 276 preferenze; 31 le schede bianche.
"Sic transit gloria mundi", ha detto il presidente uscente, Piero Giarda, chiudendo l'assemblea del suo addio dopo quasi sette ore. Undici i consiglieri conquistati dalla lista guidata da Rossi: confermati i vice presidenti Mauro Paoloni e Marcello Priori, seguiti da Alberto Balestreri, Angelo Busani, Maria Luisa Mosconi, Carlo Bellavite Pellegrini, Paola Galbiati, Manuela Soffientini, Daniela Venanzi ed Emanuele Cusa. Ai soci non dipendenti vanno quattro consiglieri (Lonardi, Roberto Fusilli, Mariella Piantoni e Mara Barbara Bergamaschi); Mincione sara' rappresentato da Massimo Catizone (ad di Athena capital) ed Ezio Simonelli. Confermato in consiglio, infine, Carlo Frascarolo per la fondazione Cassa di risparmio di Alessandria.
"L'obiettivo è di traghettare la banca verso il futuro. E lo faremo con senso di responsabilità, in primis da parte del consiglio di sorveglianza. Essendo il cds un'espressione della base sociale della banca, ovviamente abbiamo ascoltato, e ci siamo resi conto delle valutazioni fatte sulla banca", ha commentato Nicola Rossi la riunione e l'indirizzo di lavoro che vuole dare all'organo che presiederà, appena eletto al termine dell'assemblea degli azionisti.
"Sulla fusione con Banco Popolare, il cds deve rendere un parere consultivo: una prima parte l'ha resa il precendente consiglio, lo finiremo noi. Non anticiperò le conclusioni, e non è un fatto formale". Sulla fusione, criticata duramente dal presidente uscente del cds Piero Giarda, si è concentrato invece l'ad Giuseppe Castagna, per il quale la nuova banca che nascerà dalla fusione tra Bpm e Banco Popolare, "sarà un unicum, con grandi distanze verso sopra rispetto ai due primi grandi gruppi, sia che verso le banche più piccole. A queste ultime lasceremo l'onere e l'onore di valutare se fondersi tra di loro, oppure di considerare il nuovo polo Bpm-Banco Popolare che si creerà, come un polo aggregatore".
Il manager ha spiegato che "l'aumento di capitale del Banco Popolare, è una condizione essenziale, senza non ci sarà un rafforzamento", sottolineando come il nuovo gruppo avrà una capitalizzazione da 6,1 miliardi di euro, diventando il terzo gruppo italiano. I coeficenti a quel punto saranno in linea con le migliori banche italiane, spiegando come "il corrispettivo dell'aumento, sarà mandato a copertura delle sofferenze". Bpm conta di chiudere il primo trimestre 2016 con buoni risultati. Lo ha anticipato lo stesso Castagna, in vista della riunione del consiglio di gestione sui conti fissata al 10 maggio. "La banca continua ad andare molto bene, vedremo i risultati. Considerata la situazione complessa del mercato contiamo di presentare risultati soddisfacenti".