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Economia
Brembo, caro-energia e chip frenano il trimestre. Giù le stime sull'Ebitda

Brembo ha registrato nei primi nove mesi del 2021 ricavi netti consolidati pari a 2 miliardi, in crescita del 30,9% (+32,6% a cambi costanti) rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. A parità di cambi e di perimetro (quest'ultimo a seguito dell'acquisizione della società danese SBS Friction con effetto dal primo gennaio 2021) l'incremento sarebbe del 31,7%. "Se paragonati con i primi nove mesi del 2019, che rappresentano un confronto più omogeneo rispetto agli effetti della pandemia da Covid-19, i ricavi 2021 evidenziano una crescita del 3,6%", è indicato nella nota dell'azienda.

L'utile netto dei nove mesi è balzato del 135,2% a 168,7 milioni. La posizione finanziaria netta al 30 settembre 2021 483,3 milioni, in diminuzione di 22,4 milioni rispetto al 30 settembre 2020. Senza gli effetti dell'IFRS 16 l'indebitamento finanziario netto sarebbe pari a 277,5 milioni, in riduzione di 42,6 milioni rispetto al 30 settembre 2020.

Nel solo terzo trimestre 2021 i ricavi sono stati pari 681 milioni (+11,9% o +10,8% a cambi costanti e +5,2% rispetto al terzo trimestre 2019). La nota, tra l'altro, specifica che a parità di cambi e di perimetro (quest'ultimo a seguito dell'acquisizione di SBS Friction) l'incremento sarebbe del 10,1%. L'utile netto si è attestato a 41,7 milioni (-19,4%).

Del resto sono peggiorati i margini risentendo dei "forti e generalizzati incrementi dei costi di produzione, in particolare per quanto riguarda metalli ferrosi, energia e logistica, una grossa parte dei quali viene recuperata attraverso gli usuali meccanismi di indicizzazione automatica dei contratti in essere con i principali clienti nei mesi successivi al loro verificarsi. Inoltre, la carenza globale di microchip che sta influenzando il settore automotive, pur non avendo un impatto diretto per Brembo, ha creato notevole volatilità negli ordini da clienti, non consentendo una gestione ottimale della capacità produttiva".

"Dopo una robusta prima metà dell'anno, sui conti del trimestre si registra il forte impatto negativo dell'inflazione delle materie prime e della carenza dei semiconduttori, fattori esogeni destinati a pesare sull'industria automotive almeno per tutto il resto del 2021, seppure la domanda di veicoli rimanga alta", ha commentato il presidente di Brembo, Alberto Bombassei mentre il titolo a Piazza Affari viaggia in negativo (-1,44% a 11,62 euro a metà seduta).

I risultati del terzo trimestre, ha spiegato ancora l'imprenditore bergamasco, "mostrano come l'azienda abbia saputo generare ricavi in crescita rispetto allo stesso periodo non solo dell'anno scorso, ma soprattutto del 2019, facendo meglio del mercato di riferimento. I fondamentali del gruppo si confermano solidi, grazie al contributo di tutti i segmenti di business in cui operiamo". 

Per tener conto delle forti tensioni sui costi delle materie prime, dell'energia e dei trasporti, oltre che della carenza di componenti elettronici che sta colpendo il settore automotive, Brembo ha ritoccato lievemente al ribasso la stima dell'ebitda margin 2021.

"Pur non avendo conseguenze dirette sulla produzione di Brembo, crea tuttavia una notevole volatilità negli ordini", ha precisato la nota che quindi indica che "sulla base dello scenario attuale e dei risultati sin qui conseguiti, il gruppo si attende per l'esercizio 2021 ricavi in crescita tra il 20% e il 25% rispetto all'anno precedente e un margine ebitda compreso tra il 18% e il 19%". Le stime sui ricavi diffuse in occasione della semestrale sono state confermate, ma vengono ritoccate al ribasso le previsioni sull'ebitda, precedentemente visto "nell'intorno del 19,5%". 

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