Economia
Carige, Bce stoppa i Malacalza. Non possono salire nella banca
Se ci sarà inoptato toccherà a banche ed Equita Sim fare la propria parte
Ultime ore determinanti per il destino di Banca Carige, il cui titolo ha terminato la giornata in rialzo di un punto percentuale a 1,01 centesimi di euro per azione, alla vigilia della scadenza del periodo di esercizio dei diritti dell'aumento di capitale da massimi 500 milioni di euro mentre sul mercato sono arrivate una serie di notizie, alcune positive altre molto meno.
Positivo è certamente l'annuncio dato dal Cda di aver selezionatio Chenavari Investment Managers per la trattativa in esclusiva riguardante la cessione della società di credito al consumo Creditis, come pure la cessione al Credito Fondiario di un portafoglio di crediti in sofferenza (Npl) del valore lordo di 1,2 miliardi e della piattaforma di "servicing", in base a termini finanziari migliorativi rispetto a quelli previsti del piano industriale.
Si tratta infatti di passi "importanti per la piena realizzazione del piano di ricapitalizzazione della banca" hanno commentato gli analisti di Banca Akros e c'è da credergli, tanto più se risulterà corretta l'indiscrezione che vuole il Credito Fondiario aver comprato il portafoglio di Npl al 22% del valore lordo con l'ulteriore impegno a coprire l'inoptato dell'aumento di capitale in corso fino ad una quota del 6%, dunque per massimi 30 milioni, e se Chenavari, che potrebbe pagare Creditis 110 milioni e non 100 milioni come inizialmente ipotizzato dagli analisti, coprirà a sua volta l'inoptato fino ad un 8% del capitale, ossia per massimi 40 milioni.
Un'altra notizia positiva è attesa da Intesa Vita, Generali e Unipol che secondo indiscrezioni avrebbero sciolto le ultime riserve a sottoscrivere azioni per 45 milioni di euro la tranche di aumento di capitale riservata agli obbligazionisti (da complessivi 60 milioni) che erano entrati in possesso di bond "senior" a seguito dell'adesione all'operazione di "Liability management exercise" (Lme) lanciata lo scorso settembre su 510 milioni nominali di bond junior, operazione alla quale avevano aderito bondholder per complessivi 458,07 milioni nominali.
Tutta da verificare ma positiva anche la voce secondo cui il retail dovrebbe sottoscrivere circa 100 milioni (dunque circa il 20% dell'aumento), dopo che Volpi ha già sottoscritto la propria quota (6,01%) e confermato l'impegno a salire al 9,99%, che Aldo Spinelli si era impegnato a sottoscrivere tra l'1% e il 2%, che Coop Liguria aveva confermato di voler sottoscrivere per il proprio 1,76% e che i Malacalza si erano impegnati per la propria quota (circa il 17,587%) avendo inoltre chiesto alla Bce il via libera a salire sino al 28% (tramite l'impegno assunto con Equita Sim a sottoscrivere fino a circa ulteriori 69,5 milioni di titoli eventualmente inoptati).
Qui però stasera arriva la notizia negativa: dopo un lungo silenzio che non lasciava prevedere nulla di buono la Bce ha risposto a Malacalza Investimenti vietando l'esercizio di un'influenza sulla gestione operativa della banca ligure configurabile come "attività di direzione e coordinamento". Richiesta che i Malacalza dovevano aver già messo in conto, tanto che la holding aveva proceduto a modificare il proprio statuto in modo tale che mentre nei confronti di altre partecipate potrà continuare a svolgere funzioni di coordinamento tecnico, amministrativo e finanziario, nel caso di banche e gruppi bancari la direzione e coordinamento è ora espressamente "preclusa".
La preclusione, peraltro, non impedirebbe a Malacalza Investimenti di continuare a esprimere la maggioranza dei consiglieri di amministrazione dell'istituto (attualmente ne ha 10 su 15 componenti del Cda), ma certo l'altolà di Eurotower, tanto più se l'autorizzazione alla sottoscrizione degli eventuali titoli inoptati non dovesse giungere, non può far piacere né ai Malacalza né a Equita Sim.
(Segue...)