Cdp, il passo indietro di Valeri. Rumors: Tononi e Scannapieco in pole
Massimo Tononi e Dario Scannapieco: è il ticket per la guida della Cassa Depositi e Prestiti, veicolo che gestisce i quasi 253 miliardi di risparmio postale (su una raccolta complessiva di 340 miliardi a fine 2017) di 27,6 milioni di italiani italiani. Ticket che, secondo le indiscrezioni che circolano in Transatlantico, l'establishment M5S-Lega sarebbe orientato a proporre per sostituire il duo di vertice formato da Claudio Costamagna e da Fabio Gallia (amministratore delegato).
Massimo Tononi
Il primo, presidente, sentendo scarsa affinità culturale e operativa con i nuovi arrivati a Palazzo Chigi, ieri ha annunciato il passo indietro e anche il Ceo è orientato all'uscita. Se la nomina di Tononi, a meno di un passo indietro dell'ultima ora del manager ex Goldman Sachs, Borsa Italiana e Mps, alla presidenza spetta secondo lo statuto alle Fondazioni italiane di origine bancaria, titolari del 15,93% del capitale della Cassa ed è una carica senza deleghe, quella di amministratore delegato, al contrario, spetta al Ministero dell'Economia di Giovanni Tria. Dicastero che possiede l'82,77% del capitale.
Scartati i nomi di Massimo Sarmi, ex amministratore delegato di Poste Italiane, giudicato, da esponenti grillini un manager espressione dello spoil system berlusconiano della Seconda Repubblica, e quello di Flavio Valeri, responsabile Italia di Deutsche Bank (in una nota il banchiere "ha confermato che proseguirà il suo impegno professionale nell’ambito del gruppo Deutsche Bank, in cui lavora da oltre 17 anni"), quelle di Tononi e di Scannapieco (ex Ciampi boys vicepresidente della Bei dal 2007 e dal 2012 presiede il Fondo europeo per gli investimenti) sono le candidature -si vocifera in ambienti parlamentari - più adatte a garantire la graduale trasformazione del braccio operativo del Tesoro nella mission giallo-verde che in qualche modo emerge dal contratto M5S-Lega (anche se Cdp non è esplicitamente nominata) nel capitolo dedicato alla banca pubblica degli investimenti.
La Cdp già svolge un ruolo di aiuto all’economia, sia con il sostegno all’export (con Sace e Simest mobilita circa 15 miliardi), sia con il supporto al finanziamento allo stesso sistema bancario, ma M5S e Lega, nelle aspettative, vogliono trasformarla in una banca di investimenti e sviluppo sul modello francese, con una presenza più capillare e incisiva sul territorio nazionale (in favore del credito corporate alle Pmi) e la possibile integrazione del Monte dei Paschi, già nazionalizzato. Ma sul punto ci sono ostacoli statutari e normativi sia italiani sia europei sulle istituzioni finanziarie. La lista per il nuovo Cda va presentata entro il 16 giugno: prossima settimana quindi il Tesoro alzerà il velo sulla prima grande nomina del "Governo del Cambiamento".