Economia

Cdp, verso una scelta di "stabilità". Probabile la riconferma di Palermo

di Andrea Deugeni

La partita principe delle nomine pubbliche: il rinnovo del mandato dell'amministratore delegato di Cassa Depositi e Prestiti Fabrizio Palermo

Al termine di tutte le proprie considerazioni, la conclusione delle fonti finanziarie e politiche interpellate sull’argomento riconferma di Fabrizio Palermo in Cassa Depositi e Prestiti è: decideranno Draghi e Daniele Franco. Un po’ singolare per una poltrona, come quella di Via Goito che negli scorsi mandati, oltre che da Chigi e da Via XX Settembre, è passata per il Quirinale e, soprattutto, dalle segreterie dei principali partiti di maggioranza.

Quello che viene riferito è che l’affidamento della gestione della Cassa che amministra il risparmio postale degli italiani non verrà trattato diversamente da come Draghi ha individuato le caselle più operative dei ministeri chiave per l’azione del proprio governo: sceglierà lui il premier senza condividere la decisione.

Oltre al ruolo sempre più centrale nelle grandi partite industriali del Paese, nel sostegno alle imprese in crisi di liquidità in tempo di pandemia e allo snodo centrale per l’industria tricolore rappresentato da Cdp Equity, contrariamente a quanto ipotizzato post-fiducia del nuovo esecutivo, il ruolo di Cdp è destinato a crescere nei prossimi mesi.

Alle fonti interpellate, non è passato inosservato come oggi pomeriggio al tavolo interministeriale al Mise sul futuro della produzione del settore siderugico convocato dal ministro Giorgetti, assieme ad Alessandro Rivera (direttore generale Mef), Cingolani (Transizione ecologica) e Carfagna (Sud), abbia fatto capolino, in compagnia di un altro managare come l’amministratore delegato di Invitalia Domenico Arcuri, anche Palermo. Una new entry per come era stata instradata dal precedente governo la risoluzione della burrascosa dialettica fra i commissari straordinari dell'ex Ilva e gli indiani di ArcelorMittal. Come non è passato neanche inosservato come ieri, sempre Giorgetti abbia di fatto riportato indietro le lancette indietro di un anno e mezzo sul tema della rete unica ultraveloce che “ha un senso solo se ha un controllo pubblico”.

Se a questo si aggiunge che il ritorno dell’infrastruttura autostradale dai Benetton sotto il cappello pubblico è entrato nella fase decisiva della finalizzazione, si capisce perché tutte le fonti interpellate danno come “molto probabile” la riconferma di Palermo, manager che viene dall’interno dell’istituzione di via Goito, per un altro mandato. Esponenti della prima linea del Pd e del M5S si spingono a motivare la loro view aggiungendo che “in questa fase delicata dell’economia Draghi è per la stabilità. Quindi, non c’è motivo per un cambio”. L'assemblea è in calendario a fine aprile. A inizio mese verrà depositata la lista: il sentiment è che la coppia Palermo-Gorno Tempini resterà per altri tre anni. 

@andreadeugeni