Economia

Chip, un business che taglierà fuori l'Italia. Ecco quando finirà la crisi

di Lorenzo Goj

L'intervista all'economista e prorettore del Polo territoriale cinese per il Politecnico di Milano Giuliano Noci sul tema della crisi dei semiconduttori

E, proprio sul tema Taiwan, da tempo circolano voci sulla volontà degli Stati Uniti di “sfruttare” questa enorme potenza produttiva della piccola nazione insulare. Sembra infatti che Biden sia propenso ad “allentare” gli aiuti per il conflitto in Ucraina proprio per “spostarli” verso Taiwan, sempre più vittima delle minacce cinesi. 

“Escludo completamente questa teoria. Credo che Biden sia un profondo conoscitore della situazione internazionale e sa di non poter ‘oltrepassare’ il punto di non ritorno che, molto probabilmente, innescherebbe definitivamente a una nuova guerra”.

Ma tornando sul tema della competitività produttiva, neanche a dirlo, per l’Italia (terzultima nell’Unione Europea per competenze digitali) sarà praticamente impossibile diventare un player importante del settore. “L’unico modo per diventare ‘qualcuno’ in questo senso sarebbe agire come Europa con una politica ad hoc sulla fabbricazione di microchip, non come singolo Stato”, spiega Noci. “Corriamo il forte rischio di essere tagliati fuori”.

Ma in conclusione, quando finirà questa penuria globale? “Non esiste una certezza, ma possiamo pensare che, entro due o tre anni, la crisi si dovrebbe alleggerire significativamente”, dichiara speranzoso Noci.