Economia
Coca Cola, bufera per la partecipazione al Festival Green&Blue: i motivi
Dalla Cop27 in Egitto al Festival Green&Blue, l'azienda figura come sponsor all'interno di contesti nati per tutelare l'ambiente ma le emissioni fanno discutere
Insomma, al di là dei tentativi (più o meno riusciti), la conclusione condivisa dalla maggioranza dell’opinione pubblica e dagli addetti ai lavori è sintentizzabile con la dichiarazione del global coordinator di Break Free From Plastic, Von Hernandez. L’attivista filippino, insignito del premio Goldman per aver condotto una campagna nelle Filippine che ha assicurato il primo divieto nazionale al mondo sugli inceneritori è intervenuto sulla questione: “L'industria continua ad ingannare il pubblico insistendo sulla panacea del riciclaggio della plastica nonostante l’evidenza incontrovertibile del suo fallimento e della miriade di limitazioni”.
In proposito si è esposta sul Guardian Emma Priestland, coordinatrice di Break Free From Plastic, un’alleanza globale di organizzazioni a tutela dell’ambiente: "Coca Cola che sponsorizza il Cop27 è puro greenwashing. In quattro anni – continua Priestland – abbiamo riscontrato che nei nostri audit, Cola-Cola è il principale inquinatore di plastica al mondo. È sbalorditivo che un’azienda così legata all’industria dei combustibili fossili possa sponsorizzare un incontro sul clima di tale portata”.
Peraltro, l’accordo stretto con il governo egiziano non è l’unica azione eclatante e “problematica” che si è concretizzata per Coca Cola Company. A far molto discutere infatti è stata anche la sponsorship dell’iniziativa “Adotta un parco", nata per preservare la Foresta Amazzonica. Il paradosso però è che a lanciare il programma fosse proprio dal governo di Jair Bolsonaro, il presidente brasiliano che, più di tutti i suoi predecessori, ha avallato il più alto tasso di deforestazione nel polmone verde del Pianeta.