Davos, sui mercati l'incubo del 2008. Altro che i dazi di Donald Trump
Staley (Ceo Barclays): i mercati ricordano quelli del 2006. Possibili ripercussioni, soprattutto sugli emergenti, di un improvviso mutamento delle condizioni
Sempre Columbia Threadneedle ha fatto due calcoli al riguardo, notando come anche solo un incremento dello 0,50% provocherebbe un deprezzamento dei T-bond statunitensi tale da annullare del tutto la componente di reddito, visti gli attuali bassi livelli delle cedole, mentre dalla parte opposta della scala del rischio, le obbligazioni ad "alto rendimento" emessi da stati e società dei paesi emergenti, offrono rendimenti medi intorno al 5,5%, ossia pari a circa il 3,5% in più rispetto ai titoli di stato Usa.
Peccato che questo rendimento offra agli investitori un'adeguata remunerazione per un tasso di insolvenza intorno all'1%, mentre secondo Columbia Threadneedle i tassi d'insolvenza al momento sono tra il 3% e il 4% (quindi tra il triplo e il quadruplo) e quando gli investitori non vengono remunerati per l'assunzione di rischi, farebbero meglio a non assumerli.
Per questo il campanello d'allarme di Staley può essere provvidenziale, anche se non dovesse esservi uno shock improvviso, e gli investitori continuassero a restare investiti ancora per qualche semestre, "rivedendo però al ribasso le proprie aspettative e rifuggendo i rischi" eccessivi sia in campo azionario sia obbligazionario, in quest'ultimo caso in particolare "in attesa tempi migliori con rendimenti più elevati".
Luca Spoldi