Economia
Edizione, rumors: Cerchiai ad interim. Così Benetton sistema la holding
di Luca Spoldi
e Andrea Deugeni
Benetton in manovra in vista del rinnovo delle cariche in Edizione, la holding a cui fanno capo tutti i principali asset della famiglia di Ponzano Veneto ed in particolare la partecipazione in Atlantia (30,25%), che a sua volta controlla il 50% di Abertis e l’88,1% di Autostrade per l’Italia, ma anche il 99,4% degli Aeroporti di Roma (e il 40% degli Aeroporti di Nizza) il 15,49% di Eurotunnel e il 24% di Hoctief.
Oltre alla partecipazione in Atlantia nel portafoglio di Edizione vi sono poi gli immobili e le partecipazioni in Autogrill (50,1%), Autostrade Meridionali (58,98%), Benetton (100%), Cellnex (29,9%), Generali (4%) e Mediobanca (2,1%). Una cassaforte che col tempo si è trasformata in una sorta di società di private equity stile Exor che per poco meno di tre anni è stata affidata a Marco Patuano, ex amministratore delegato di Telecom Italia ora in uscita.
In un'intervista a Repubblica, Luciano Benetton ha tenuto a precisare che dopo la scomparsa di Gilberto il sostituto di Patuano non sarebbe stato un esponente della famiglia, visto che per la nuova generazione è ancora presto e presentare ora un “erede” vorrebbe dire correre il rischio di bruciarlo prima del tempo. E che non sarebbe stato un manager esterno (come ad esempio Monica Mondardini, attuale amministratore delegato di Cir, indicata da molti come papabile o Pietro Scott Jovane, ex Rcs e Telecom, che i rumors volevano in corsa per la poltrona).
Così tutti hanno capito che era arrivato il momento per il direttore generale di Edizione, Carlo Bertazzo, di indossare quei galloni da capo azienda che gli erano sfuggiti nel dicembre 2017 all’epoca dell’uscita di scena di Gianni Mion (che pure molto apprezzava Bertazzo).
Riconfermato in Atlantia dalla famiglia, non è ancora chiaro invece se Fabio Cerchiai, attuale presidente e come gli altri membri del board in scadenza, sarà riconfermato. Secondo alcune indiscrezioni, rimarrà ad interim in attesa che si trovi un'altra figura e assieme a Bertazzo (che la “macchina” di Edizione conosce bene avendo trascorso un quarto di secolo in azienda), spetterà anche il compito far crescere il futuro erede nelle cui mani verranno affidate le redini della diversificazione di quello che una volta era l'impero dei maglioncini colorati.
Bertazzo non verrà promosso ad amministratore delegato, pur vedendosi affidare la guida operativa di Edizione. Secondo quanto scrive il Sole 24 Ore, una parte dei poteri di Patuano verrebbero redistribuiti all’interno del Cda, dove siedono Franca Bertagnin (figlia di Giuliana Benetton), Christian Benetton (figlio di Carlo), Sabrina Benetton (erede di Gilberto) e Alessandro Benetton (figlio di Luciano). Un riequilibrio di potere che rappresenterebbe il “giusto compromesso” a breve-medio termine (un paio d’anni o poco più) trovato tra i quattro rami di Ponzano Veneto, in attesa che uno dei rappresentanti della seconda generazione venga designato erede a cui affidare il compito che era dello scomparso Gilberto.
Una situazione simile, per certi versi, a quella vissuta dal gruppo Agnelli a seguito della scomparsa dei fratelli Gianni e Umberto, quando l’erede “in pectore”, Jaki Elkann, dovette essere nominato anche formalmente ma fu “affidato” alla tutela di Gianluigi Gabetti (morto pochi giorni fa) e Franzo Grande Stevens (“l’avvocato dell’Avvocato”) per muovere i suoi primi passi da nuovo rappresentante della famiglia torinese.
Con la differenza che, nonostante la scomparsa di Gilberto, i Benetton non hanno la necessità di nominare ora un erede che prenda il posto di Patuano e possono evitare di bruciarlo esponendolo ad una pressione mediatica che la tragedia del ponte Morandi e le incertezze per un eventuale intervento del gruppo nella crisi Alitalia hanno ulteriormente aumentato.