Economia

Enel, la vendita di Open Fiber? Plusvalenza da 1,5-1,9 miliardi

Ma il Tesoro resta a bocca asciutta. No dividendo straordinario

Telecom corre a Piazza Affari (+0,4% il Ftse Mib) con un rialzo attorno al 2,5%, sulle ali del Cda di Enel, che nella serata di ieri ha deciso di avviare le procedure per cedere al fondo australiano Macquarie un minimo del 40% e fino al 50% del capitale di Open Fiber, di cui Enel è socio paritetico con Cdp. Il prezzo per il 50% del capitale è di 2,65 miliardi, compresi i 270 milioni dello "shareholders loan" di pertinenza di Enel e di cui Macquarie si fa carico.

Il via libera di Enel alla vendita della sua quota in Open Fiber rende più vicina la fusione con FiberCop, la società della rete secondaria dell'ex monopolista delle telecomunicazioni. Così il titolo, sale al momento del 2,24% a 0,3835 euro per azione, dopo essere arrivato a un massimo di 0,3846 euro (+2,5%). In rialzo anche Enel, che guadagna lo 0,76% a 8,23 euro.

Anche se servirà ancora del tempo prima di arrivare alla chiusura dell'operazione (non troppo, perchè Enel ha specificato che se la vendita non sarà chiusa entro il 30 giugno 2021, per ogni giorno eccedente, è prevista una sorta di interesse di mora del 9% calcolato su base annua) e se restano alcuni nodi ancora da sciogliere, secondo Equita, che sul titolo ha una view positiva, si tratta di "una notizia positiva per Enel, che mette fine a un lungo processo di negoziazioni e genera un capital gain significativo per il gruppo nell'ordine di 1,5 miliardi di euro in caso di cessione al 40% e di 1,95 miliardi in caso di cessione al 50%, o circa il 2% della market cap di gruppo".

Secondo gli analisti, il capital gain "non genererà la distribuzione di dividendo straordinario, ma che verrà utilizzato per l'assorbimento di nuovi piani di efficienza, che forniranno a Enel un buffer significativo per i risultati dei prossimi anni".

Ora si aprirà un'altra fase del processo, durante la quale dovranno essere definiti alcuni punti, per esempio Enel dovrà decidere se tenere o meno una quota: "Non è chiaro cosa Enel intenda fare con una potenziale quota residuale del 10%, se la venderà a Cdp, se deciderà di uscire in un momento successivo o se sceglierà di rimanere tra gli azionisti anche dopo la potenziale fusione di Open Fiber con FiberCop", scrivono gli analisti di Banca Akros.

Nel complesso, "la notizia è positiva, ma scontata dal mercato per i rumor infiniti degli ultimi tre mesi. Ci sono progressi positivi per Tim, perchè almeno viene meno l'incertezza sulla posizione di Enel e non si vedono grandi criticita' nelle condizioni", dicono gli analisti di Banca Akros.