Economia
Energia nucleare pulita, bufera sul progetto Iter
Turbolenze sul progetto Iter, la macchina per produrre energia pulita dalla fusione nucleare in costruzione ormai da tempo a Cadarache in Francia, che avrebbe dovuto predisporre il confinamento e l’accensione del combustibile nel 2020. Da tempo non si avevano aggiornamenti sullo stato dell’arte della macchina, complessa e costosa, cui partecipano Europa, Giappone, Stati Uniti, Russia, Cina, India e Corea. Da fonti indipendenti sembra che la data del 2020 slitterà al 2025 e anche oltre. Quello che è certo è che occorrerà un extra budget di oltre 4 miliardi di dollari e che molti dei partners che hanno sottoscritto l’impegno sono decisamente perplessi sugli extra costi. Primi fra tutti gli Stati Uniti, che già tempo fa avevano manifestato il loro disappunto. Fatto è che, anno dopo anno, l’orizzonte dell’operatività di questa macchina, che mira a realizzare sulla terra la reazione nucleare che tiene in vita le stelle e il nostro Sole per fornirci energia pulita illimitata, slitta in avanti e da quello che emerge sembra che anche il 2025 potrebbe subire spostamenti in avanti molto significativi, tra 8 e 10 anni.
La difficoltà di realizzare Iter, che in primo piano vede la partecipazione dei i nostri maggiori istituti di ricerca, è nota , ed è una sfida colossale per uomini e mezzi. Comprimere, strizzare all’interno di una camera di acciaio un insieme di nuclei di idrogeno e trizio ( isotopo dell’idrogeno) per farli fondere e estrarre l’energia in eccesso della reazione, è un processo estremamente ambizioso e complicato. I migliori cervelli del mondo sono all’opera ormai da decenni, ma l’obiettivo sembra scivolare via in avanti sempre di più. Qualcuno pensa in segreto che sia un obiettivo forse impossibile.