Economia

Eni: così trasformiamo l’energia delle onde in energia elettrica

Eni, obiettivo decarbonizzazione. Installato al largo di Ravenna il primo impianto ibrido al mondo di generazione di energia elettrica da solare e moto ondoso

OMC 2019: giunge al termine la conferenza internazionale sull'oil&gas. Eni, fra gli attori principali dell’evento, ha presentato presso il suo stand due tecnologie per la conversione del moto ondoso in energia elettrica.

Eni ha installato e avviato con successo l’unità di produzione Inertial Sea Wave Energy Converter (ISWEC), un innovativo sistema di produzione di energia in grado di trasformare l’energia prodotta dalle onde in energia elettrica, adattandosi anche alle differenti condizioni del mare così da garantire un’elevata continuità nella produzione energetica.

L’impianto pilota, installato nell’offshore di Ravenna a cura del Distretto Centro Settentrionale Eni, è integrato in un sistema ibrido smart grid unico al mondo composto da fotovoltaico e sistema di stoccaggio energetico. L’impianto ha raggiunto un picco di potenza superiore a 51 kW, ovvero il 103% della sua capacità nominale.

Questa tecnologia risulta idonea per l'alimentazione di asset offshore di medie e grandi dimensioni e, in futuro, consentirà a Eni di convertire piattaforme offshore mature in hub per la generazione di energia rinnovabile.

Affaritaliani.it ha incontrato Andrea Alessi, Project Manager Facilities & Production R&D Projects ENI: “Le due novità tecnologiche che presentiamo qui allo stand dell’Eni all’OMC 2019 - ha spiegato Alessi - riguardano lo sviluppo di due tecnologie di conversione del moto ondoso per la futura decarbonizzazione degli asset offshore di Eni a supporto delle operation delle attività in mare. La prima, sviluppata in collaborazione con il Politecnico di Torino e uno spin-off del Politecnico (n.d.r. Wave for Energy S.r.l.)  è una tecnologia che produce energia dalle onde tramite l’effetto geoscopico di una massa rotante all’interno dello scafo. A seguito dello startup abbiamo raggiunto il massimo della potenza nominale dimostrando le potenzialità e l’efficacia dell’uso dello sfruttamento dell’energia delle onde per la futura decarbonizzazione degli asset in mare. Inoltre abbiamo sviluppato e messo in mare alla fine dell’anno scorso un’altra tecnologia che si basa su una boa in grado di produrre energia dalle onde per applicazioni remote per poter alimentare i futuri campi subsea e un drone sottomarino, il Clean Sea, tecnologia sviluppata da Eni che permette ispezioni di monitoraggio ambientale dei nostri asset in maniera completamente remota e senza uso di personale, in modo quindi completamente robotizzato”.

VIDEO - Alessi (Eni): "Trasformiamo l'energia delle onde in energia elettrica"

Clean Sea è un sistema robotico sottomarino progettato per le missioni di monitoraggio ambientale e di "asset integrity" nell’interno di impianti offshore Oil & Gas. È basato su un veicolo autonomo sottomarino (AUV) equipaggiato con carichi modulari intercambiabili, specifici per le diverse missioni, che integrano i migliori sensori disponibili e le più avanzate tecniche di analisi in-situ. 

È chiaro come per Eni la digitalizzazione e lo sviluppo delle nuove tecnologie non siano volte alla sostituzione dell’uomo con la macchina; l’innovazione tecnologica per Eni è e deve essere un supporto, un aiuto prezioso per migliorare le prestazioni e la qualità del lavoro dell’uomo.

Le onde sono la più grande fonte rinnovabile inutilizzata al mondo, con densità energetica estremamente elevata, alta prevedibilità e bassa variabilità, e rappresentano, quindi, una fonte di energia molto promettente per il futuro e adatta alla decarbonizzazione dei processi offshore.

Da notare anche come l’impegno di Eni nella ricerca di energia da fonti rinnovabili abbia portato in questo progetto a un’interessante sinergia con il Politecnico di Torino e lo spin-off Wave for Energy S.r.l. con un esempio virtuoso di open innovation; sinergia che ha reso possibile l’individuazione dell’elevato potenziale derivante dal moto ondoso, riconoscendolo quale principale risorsa rinnovabile energetica non sfruttata a livello globale e applicabile a contesti off-grid.