Economia

Eni, dagli utili alla decarbonizzazione: il faro della Corte dei conti

di Nino Sangerardi

L’anno finanziario esaminato si è chiuso con risultati positivi per il Gruppo, un utile netto di competenza degli azionisti Eni di 13,89 miliardi

Dagli utili alla decarbonizzazione, il faro della Corte dei conti su Eni

“In conclusione va rilevato che, in un contesto di mercato complessivamente favorevole, i risultati dell’esercizio 2022 sono stati molto positivi, sostenuti dall’efficienza operativa, dal controllo dei costi, e dall’attenta gestione dei rischi derivanti dalla volatilità dei prezzi e dalla carenza di offerta”. E’ quanto si legge nel rapporto della Corte dei Conti sulla gestione finanziaria, anno 2002, di Eni spa.

Quest’ultima controlla, come capogruppo del Gruppo Eni, 401 società (126 in Italia e 275 all’estero) e detiene partecipazioni in ulteriori 134 società controllate congiuntamente e altre 24 partecipazioni rilevanti (3 in Italia e 21 all’estero).

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In forza della partecipazione azionaria detenuta, sia direttamente (4,41%) sia indirettamente (26,2%) tramite Cassa Depositi e Prestiti spa, il Ministero dell’Economia e Finanze dispone dei voti sufficienti per esercitare un’influenza dominante nell’assemblea ordinaria della Società. Al 31 dicembre 2022 il Gruppo Eni è presente in 62 Paesi con 32.188 dipendenti di cui 11.310 all’estero.

L’anno finanziario esaminato si è chiuso con risultati consolidati particolarmente positivi per il Gruppo, un utile netto di competenza degli azionisti Eni di 13,89 miliardi e un flusso di cassa operativo di 17,6 miliardi. Il Piano Strategico 2013-2026, annunciato da Eni a febbraio 2023, prevede un programma finalizzato su sicurezza energetica e accessibilità tramite la diversificazione geografica e tecnologica.

Eni persegue questi obiettivi “facendo leva sull’upstream e sulla parrtnership con Paesi produttori per reperire opportunità di forniture di gas alternative e accelerando i propri obiettivi di decarbonizzazione”. La quota di produzione del gas salirà al 60% entro il 2030.

Eni spa chiude il 2022 con un utile netto di 5.03 milioni di euro. Il patrimonio netto pari a 52.521 milioni, le disponibilità liquide aumentate a euro 7.628 milioni; i debiti finanziari e obbligazionari nella misura di 26.917 milioni di cui 7.543 milioni a breve termine e 19.374 milioni a lungo termine.

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Per quanto riguarda il contenzioso Gruppo e Eni spa sono parte in procedimenti penali civili e amministrativi, oppure interessati da cause penali riguardanti persone per ipotesi di reato connesse alle attività della Società medesima.

Tra le procedure in corso ci sono le seguenti:

--Il procedimento penale a carico di dirigenti della Raffineria di Gela spa (Sicilia) e di EniMed spa riguarda i reati di disastro ambientale innominato, gestione illecita di rifiuti e scarico di acque reflue industriali senza autorizzazione. Alla Raffineria di Gela è, inoltre, contestato l’illecito amministrativo di reato ai sensi del Decreto legislativo n.231/2001. In itinere il giudizio di primo grado dinanzi al Tribunale di Gela.

--Nell’ambito di indagini volte ad accertare la sussistenza di un traffico illecito di rifiuti prodotti dal Centro Olio Val d’Agri (COVA) di Viggiano provincia di Potenza e smaltiti in impianti di depurazione su territorio nazionale, nel marzo 2016 la Procura della Repubblica di Potenza ha disposto gli arresti domiciliari per 5 dipendenti Eni e posto sotto sequestro alcuni impianti funzionali all’attività produttiva in Val d’Agri che, conseguentemente, è stata interrotta.

La Procura ha richiesto il rinvio a giudizio per tutti gli imputati e la persona giuridica Eni. Il Tribunale di Potenza, il 10 marzo 2021, ha emesso sentenza con cui in relazione alla contestazione di falso ideologico in atto pubblico ha assolto tutti gli imputati, in relazione alle contravvenzione ha dichiarato non doversi procedere per intervenuta prescrizione; infine riguardo l’ipotesi di traffico illecito di rifiuti ha assolto due ex dipendenti del Distretto Meridionale per non aver commesso il fatto, ha condannato sei ex funzionari del Distretto Meridionale  con sospensione della pena. Avverso la sentenza è stato presentato appello.

--A seguito dell’evento incidentale verificatosi presso il deposito di Genova Pegli il 27 settembre 2022—evento che ha generato la perdita di greggio da un oleodotto all’interno del deposito stesso e che ha interessato in parte alcune aree esterne al sito produttivo—la Procura della Repubblica di Genova ha instaurato un procedimento penale nell’ambito del quale è stato inizialmente disposto il sequestro della parte di impianto oggetto del disservizio, in seguito oggetto di dissequestro. Il reato per il quale si procede è “disastro ambientale colposo contestato a carico di quattro dipendenti Eni mentre alla società è contestato l’illecito amministrativo”.

Il procedimento pende nella fase delle indagini preliminari.

--Nel febbraio 2022 due cittadini di Augusta (SR) hanno convenuto in due giudizi separati Eni Rewind innanzi al Tribunale di Siracusa, esponendo di essere nati con gravi malformazioni a causa degli sversamenti di mercurio derivanti dall’impianto cloro-soda a celle di mercurio dello stabilimento di Priolo, chiedendo un risarcimento dei danni di euro 800.000 per ciascuno.

Eni Rewind si è costituita in giudizio svolgendo domanda di chiamata in causa e manleva nei confronti di Edison spa, tenuto conto che l’impianto cloro-soda è pervenuto al Gruppo Eni nel corso dell’operazione Enimont, dunque in epoca successiva alla asserita esposizione al mercurio da parte degli attori, avvenuta necessariamente tra il 1972 e il 1975 (anni di nascita degli attori). Edison spa si è costituita, i giudizi sono attualmente in fase istruttoria.

--Durante settembre 2019 è stato notificato un atto di citazione dinanzi al Tribunale di Potenza da parte di otto soggetti, residenti in vari Comuni della Val d’Agri, i quali lamentano danni patrimoniali, non patrimoniali, biologici e morali tutti derivanti dalla presenza di Eni sul territorio.

A esito della fase dibattimentale il Giudice ha trasmesso alle parti proposta di definizione conciliativa ponendo un termine per valutare la stessa e per presentare ulteriori proposte in merito. Le parti non hanno aderito alla proposta. Nel corso dell’ultima udienza del 19 febbraio 2021 il Giudice ha ritenuto la causa matura per la definizione e ha fissato l’udienza di precisazione delle conclusioni al 30 giugno 2023, rinviata successivamente al 19 febbraio 2025.