Economia
Essilux, compromesso al ribasso. Il nuovo Ceo? Re senza corona
Milleri e Vacherot avranno voce in capitolo nella scelta del futuro Ceo della holding, che non potrà metter becco in Essilor Internationale Luxottica
Il compromesso trovato all’interno della compagine sociale di EssilorLuxottica (Essilux) è positiva per il colosso franco-italiano dell’occhialeria, ma rischia di rivelarsi alquanto precario e non realmente risolutivo.
Questa l’opinione che circola nelle sale operative dopo l’annuncio ufficiale di un “passo indietro” sia di Leonardo Del Vecchio sia di Hubert Sagnieres, rispettivamente presidente e vicepresidente di Essilux con uguali poteri, che consentiranno a Francesco Milleri, numero uno di Luxottica, e Laurent Vacherot, boss di Essilor International, di gestire in prima persona il processo di integrazione del gruppo e le nomine chiave. Un compromesso come detto che è destinato a ridurre le recenti tensioni, tanto più che Delfin (la holding di Del Vecchio) fa cadere la richiesta d’arbitrato e che Valoptec ritira la sua proposta di ampliare il board e si impegna a votare contro ogni altra proposta (ossia quella promossa da una cordata di grandi fondi-azionisti).
Anche il fatto che sia Milleri sia Vacherot rinuncino ad essere il prossimo Ceo di Essilux è positivo, Milleri essendo ritenuto non sufficientemente esperto per guidare un colosso che fattura 54 miliardi di dollari l’anno, Vacherot troppo legato a Sagnieres perché Del Vecchio lo possa a sua volta accettare. Tuttavia il fatto che ora la ricerca del Ceo dovrà passare per entrambi rischia di svuotare il ruolo del futuro numero uno di Essilux, rendendo meno attraente la posizione e più difficile reclutare un manager di assoluto talento.
Questo dopo che già era stato annunciato che il candidato prescelto al termine della selezione per la poltrona di Ceo avrebbe avuto il poco attraente compito di “coordinare” le attività della holding senza però avere alcun concreto controllo delle operazioni che fanno capo alle due società operative (Luxottica ed Essilor apputo). Un “re senza corona”, insomma, che l’esigenza dei due “grandi vecchi” di assicurare un ruolo di primo piano ai rispettivi protégé rischia di rendere una figura se non di mera rappresentanza comunque dai poteri limitati e dunque dalla limitata capacità di influenzare i risultati del gruppo stesso.
Così non stupisce che il titolo EssilorLuxottica sull’Euronext di Parigi dopo aver toccato in apertura un picco di 115,5 euro, in recupero di circa un 5% sulla chiusura di venerdì, abbia poi iniziato a perdere terreno tanto da oscillare sul finale di giornata poco sopra i valori della vigilia as 110,50 euro. Un livello che conferma dunque la capitalizzazione a 48 miliardi di euro nonché il calo del 14% dal massimo toccato nell’ultimo anno (129 euro, visti a fine settembre scorso) e che certamente non sta ad indicare un particolare entusiasmo da parte degli investitori.
Alcuni dei quali, i grandi fondi in primis, potrebbero decidere che visti i venti di guerra commerciale che continuano a spirare tra Stati Uniti e Cina e visto il compromesso “al ribasso” trovato tra gli azionisti italiani e francesi di Essilux, forse è il caso di alleggerire per qualche tempo le posizioni sul titolo, in attesa di vedere se i risultati del processo di integrazione rispetteranno le attese o meno.