Economia
EY Manufacturing Lab – La rivoluzione digitale della manifattura italiana
EY Manufacturing Lab, forum organizzato da EY in collaborazione con Mind the Change: si discutono le sfide della trasformazione digitale
Oggi all'UniCredit Pavilion, si è svolto l'EY Manufacturing Lab - "La rivoluzione digitale della manifattura italiana"
Individuare le sfide della trasformazione digitale, analizzare le opportunità connesse ai nuovi modelli di mercato, coinvolgere gli imprenditori e creare opportunità di confronto: questi i temi discussi in occasione dell’EY Manufacturing Lab, il forum organizzato da EY in collaborazione con Mind the Change, con il supporto del main partner Samsung e dei partner Microsoft ed EXS Italia.
Oltre 200, tra imprenditori, amministratori delegati e direttori industriali si sono confrontati in un percorso composto da 4 tappe territoriali (14 febbraio al Kilometro Rosso a Bergamo, 10 aprile in Unox a Padova, 10 maggio in Sitael a Bari e 7 giugno in Ima a Bologna), durante il quale sono state raccolte riflessioni e visioni sull’industria manifatturiera italiana, attraverso un format interattivo per stimolare la discussione.
Il convegno di oggi è l’occasione per mostrare i risultati emersi dai tavoli di lavoro, e una nuova occasione di dibattito e stimolo con personalità del mondo aziendale, delle università e istituzionale.
Al Forum sono intervenuti: Donato Iacovone, Amministratore Delegato di EY in Italia e Managing partner dell’area mediterranea; Fabrizio Sala - Vice Presidente Regione Lombardia e Assessore per la Ricerca, Innovazione, Università, Export e Internazionalizzazione; Marco Mignani – Mediterranean Industrial Products Leader, EY; Alberto Baban – Imprenditore e autore del libro Mind the Change; Enrico Terenzoni - Mediterranean Industrial Products Advisory Services, EY; Leone Pattofatto – Chief Strategic Equity Officer, CDP; Sandro De Poli – Presidente e Amministratore Delegato, GE Italy; Marco Nocivelli – Presidente e Amministratore Delegato, Epta; Simone Romano – General Manager, Gruppo Industriale Maccaferri; Eugenio Sidoli – Amministratore Delegato, Philip Morris; Fabio Moioli - Head of Consulting & Services, Microsoft; Antonio Bosio - Product and Solutions Director, Samsung Electronics; Cosimo Capuzzello – Manufacturing Industry General Manager, Datalogic; Giuseppe Marino – Group COO Rolling Stock, Hitachi Rail; Emanuele Quarin - Digital & Lean Director EMEA, Electrolux; Maurizio Milan – People Advisory Services Director, EY; Santino Carlino – Chief Human Resource Officer, Bonfiglioli; Pasquale Natella – Managing Partner, Exs Italia; Luca Tomesani – Professore, Bi-Rex - Competence Center Università di Bologna.
Dichiara Donato Iacovone, Ad di EY in Italia e Managing Partner dell’Area Med: “In un contesto di crescita della produzione industriale italiana, oltre il 70% delle imprese con il 40% degli occupati non innova a sufficienza. Negli ultimi due anni, però, il mercato è cambiato grazie agli effetti degli incentivi: il valore dei progetti di Industria 4.0 in Italia nel 2017 raggiunge un valore di circa 2,4 miliardi di euro con una crescita del 30% rispetto allo scorso anno. Tutto il sistema Paese deve puntare su questa dinamica”.
Dichiara Marco Mignani, Med Industrial Products Leader di EY: “La digitalizzazione rappresenta un elemento di accelerazione dello sviluppo industriale del Paese. C’è una crescente attenzione al tema della rapidità decisionale che però non si avvale di soluzioni di natura digitale. E’ necessario adeguare i modelli organizzativi rendendoli più agili in modo da consentire un miglior adattamento ai continui e repentini cambiamenti tecnologici”.
Dichiara Antonio Bosio, Product and Solutions Director, Samsung Electronics: “La consumerizzazione dell'IT abilita anche un diverso modo di fare innovazione digitale all’interno delle imprese poiché tutti all’interno dell’organizzazione possono innescare riflessioni di grande valore. Infatti, la comprensione delle potenzialità di un dispositivo mobile è sempre più diffusa in azienda su tutti i livelli. Esempio il caso FCA dove nella fabbrica Alfa Romeo di Cassino,il progetto di digitalizzazione ha coinvolto tutti i dipendenti attraverso la dotazione dello smartwatch Samsung utilizzato in alcuni tratti della linea produttiva. La consumerizzazione dell'IT rappresenta un'opportunità ormai da qualche anno: i dispositivi consumer, come gli Smartphone, Tablet e Wearable, possono essere facilmente riconfigurati per indirizzare esigenze specifiche dell’Impresa 4.0 poiché sono prodotti affidabili e sicuri, realizzati con grande economia di scala, semplici nell’utilizzo e capaci di evolvere nel tempo al modificarsi delle esigenze”.
VIDEO - Antonio Bosio, Product and Solutions Director Samsung Electronics: utilità dei prodotti consumer in azienda
Leone Pattofatto, Chief Strategic Equity Officer, CDP: "Il ruolo di Cassa Depositi e Prestiti in questi anni è stato quello di sostegno alla crescita e alla competitività delle imprese e, di conseguenza, del Paese. L'innovazione e la digitalizzazione sono fattori fondamentali con cui le imprese possono continuare a crescere e competere. Quindi, CDP ha cercato di mettere a disposizione delle imprese in tutti il loro ciclo di vita degli strumenti che agevolino da una parte l'investimento in innovazione, dall'altra la crescita, che è un fattore fondamentale per essere competitivi".
Marco Nocivelli – Presidente e Amministratore Delegato, Epta: "Siamo di fronte ad un momento storico che affonda le sue radici nel passato, perché la rivoluzione digitale è solo una delle rivoluzioni della storia. La vera rivoluzione è essere curiosi, essere capaci di andare a scoprire le tecnologie che abbiamo già avuto nel passato. Epta, ad esempio, fa un monitoraggio remoto dei propri banchi di refrigerazione e oggi, grazie alle nuove tecnologie, riesce a fare anche un controllo da remoto. Quindi, applicare nuove tecnologie a idee del passato è la vera rivoluzione digitale".
Sala: "In Lombardia appunto la rivoluzione digitale significa innovazione come la chiave del successo delle nostre imprese, un sistema economico molto forte perché conta anche su moltissime aziende che per essere competitive per rimanere sul mercato, un mercato oggi sempre più internazionale deve investire in innovazione. Il nostro modello è quello di andare a ricercare gli imprenditori migliori i processi produttivi che già si sono digitalizzati che oggi sono competitivi e metterlo a disposizione di tutti e incentivare anche l’innovazione. Incentivarla con un bando che apriremo a novembre; un bando molto importante con contributi a fondo perso che vanno dai 500 mila euro ai 4 milioni di euro per ogni singola iniziativa e che prevedono l'idea che le imprese si debbano raggruppare, quindi creare una piccola rete d'impresa una filiera insieme a un centro di ricerca università e finanziamo qualcosa di innovativo un processo innovativo un brevetto che poi doppio abbia ricadute sulla produzione sul territorio e ricadute anche in termini di occupazione, che sicuramente non fa male"
De Poli: “Allora…focalizzandosi. Infatti è il percorso che stiamo facendo noi, chiaramente oggi come oggi se uno guarda anche la valorizzazione di alcune di queste cosiddette start up tecnologiche, non sono poi tanto start up ma sono delle aziende che oggi hanno un valore una valorizzazione di borse straordinaria. Mi vien da dire che se uno le guarda con i tradizionali criteri di valorizzazione fa fatica a vedere il valore espresso in maniera tangibile. Poi detto questo può essere la reazione di uno che viene dal mondo della vecchia industria. Guardando in casa nostra è l'unica cosa che dobbiamo fare noi è dire: va bene la nostra reazione deve essere: focalizziamoci su quello che stiamo facendo. Avevano annunciato un piano di focalizzazione su meno attività industriali e vedremo di fare meno ancora meglio di come l'abbiamo fatto in passato stando molto molto focalizzati. Magari a un certo punto nella storia i fatti dimostreranno è un riequilibrio dei livelli di interesse.”
Come può Electrolux negoziare tra innovazione e tradizione?
Quarin: “Seguendo diversi aspetti che coinvolgano il prodotto e di estensioni che coinvolgano l’user experience, il digitale che aiuta ancora meglio a focalizzare l’attenzione sul consumatore e metterlo poi al centro della nostra attenzione al centro di quello che è il nostro business model. Il digitale aiuta poi anche i processi e la loro evoluzione, in un contesto in cui i processi nell’ultimo decennio hanno subito un profondo rinnovamento dovuto appunto all’e-manufacturing. In questo contesto il digitale si inserisce dando un effetto, per come dire, di booster.”
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