Economia

Faurecia compra la tedesca Hella. Gli Agnelli con Exor pronti a diluirsi

Corre in Borsa il colosso della componentistica in cui Exor è il primo azionista, dopo l'annuncio dell'acquisizione di Hella specializzata nell'elettrico

Una tra le più grandi operazioni nel settore europeo della componentistica automotive negli ultimi tre anni. Faurecia, colosso europeo del settore in cui la holding della famiglia Agnelli, Exor, ricopre il ruolo di primo azionista con il 5,5%, ha annunciato un accordo per acquistare il gruppo tedesco Hella, specializzato nella componentistica elettrica ed elettronica per l'automotive, per far nascere un campione di mercato con ricavi 2021 proforma stimati in 23 miliardi di euro e un margine ebitda superiore al 7%. Intesa che ha messo le ali alla Borsa di Parigi al titolo Faurecia (+5% in tarda mattinata i guadagni) e che aiuta il gruppo a prepararsi al nuovo scenario quando nel 2035 in Europa, a seguito del Green Deal Ue, scatterà il divieto di vendita di nuove auto a benzina e gasolio soppiantate da quelle elettriche. 

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La struttura dell'operazione prevede che Faurecia acquisti il 60% di Hella dalla famiglia che controlla il gruppo tedesco per 3,4 miliardi di euro e un corrispettivo in azioni (pari a 13,57 milioni di nuovi titoli). In questo modo gli attuali soci di controllo di Hella deterranno complessivamente il 9% della nuova entità. Successivamente Faurecia lancerà un'Opa sul mercato a 60 euro per azione per rilevare il restante 40%.

Il deal valorizza Hella 6,7 miliardi di euro. In base a quanto annunciato, Faurecia finanzierà l'operazione attraverso linee di credito e cassa disponibile per 5,5 miliardi di euro, a cui si affiancherà un aumento di capitale da 800 milioni. Operazione a cui aderiranno la famiglia che controlla Hella e la francese Peugeot 1810 e il governo transalpino con Bpi, soggetti rispettivamente al 3,2% e al 2,4% che si sono impegnati a sottoscrivere pro quota le azioni.

Il comunicato diffuso nel weekend non chiama in causa Exor che, come ipotizza Equita Sim, potrebbe quindi diluirsi intorno al 4,5% in linea con il fatto che la partecipazione potrebbe essere ritenuta "non core" dalla holding. Le sinergie stimate a livello di costi e di ottimizzazione sono superiori 200 milioni di ebitda mentre l'impatto sui ricavi dovrebbe essere tra i 300 e i 400 milioni entro il 2025 con una ottimizzazione dei flussi di cassa di circa 200 milioni annui in media tra il 2022 e il 2025.

Secondo Ubs, sotto il profilo industriale l'aggregazione consente soprattutto a Faurecia di ridurre, a meno del 10%, la propria esposizione in termini di vendite ai prodotti legati ai veicoli a motore e, grazie alla limitata sovrapposizione con Hella, ad introdurre diverse linee di business nuove.