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Economia
Fca Renault, “Ci guadagnano i francesi. Governance paritetica? Non durerà"

Di Maria Carla Rota

“Ormai la competizione nel settore automobilistico richiede dimensioni enormi, quindi è necessario crescere ed essere in grado di fare investimenti sempre più significativi con un mercato assolutamente globale. Per quanto riguarda le fusioni nel settore automobilistico c’erano forti attese e tutti gli esperti concordano sulla necessità di aggregazioni, anche perché gli altri spazi sono per operatori di nicchia che abbiano specializzazioni molto, ma molto evidenti. Questo è l’ambito nel quale ci muoviamo”. Così Raimondo Marcialis, amministratore delegato della società di consulenza MC Advisory, commenta con Affaritaliani.it la fusione Fca-Renault.

“Le due società sono largamente complementari innanzitutto per i tipi di scelta che hanno fatti sui motori elettrici. Ma, ancor più rilevante in termini di valore, è  l’apertura di mercati molto più ampi, soprattutto per il gruppo Renault. Quindi l’accesso al mercato americano ha un valore veramente importante, tanto più alla luce delle politiche di Trump. Questo è l’elemento dirimente, secondo me. Ne nascerà una capacità commerciale significativa”.

L’accordo prevede una governance divisa al 50%: possibili criticità? “Gli accordi precisi non sono ancora noti. Se guardiamo però a un’integrazione completamente diversa avvenuta nel recente passato, ovvero il caso EssilorLuxottica, potrebbe nascere qualche sospetto. Difficilmente nel tempo le partire rimangono con una governance paritetica: è più probabile che questa sia una fase di passaggio”.

Fca Renault
 

Un aspetto che si aggiusterà in futuro, secondo Marcialis: “Le sinergie da realizzare sotto il profilo produttivo e distributivo e nel campo della ricerca sono talmente imponenti che richiederanno molto tempo, ma non sarà difficile a mio avviso trovare un buon accordo di governance. Il 50% raramente funziona. E’ evidente però che entrambi i gruppi stanno facendo una scelta di riduzione del proprio peso: per entrambi si tratta di una manovra diluitiva del loro possesso del nuovo gigante”.

Infine, un’ipotesi sul futuro di Nissan: “Non credo ci saranno grandi cambiamenti, verrà calamitata sempre di più nell’accordo. Questa è la prospettiva più razionale dal mio punto di vista”.

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