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Economia
Fed prepara rialzo tassi, Trump vuole Powell come presidente

Mentre si prepara a realizzare il suo forse ultimo rialzo dei tassi, Janet Yellen si appresta anche a cedere il testimone da governatore della Federal Reserve. Ore dopo l'annuncio che la banca centrale americana ha deciso di lasciare invariato il costo del denaro all'1-1,25% lasciando aperta la porta per una stretta entro fine anno, sono arrivate indiscrezioni che confermano quanto si diceva da giorni: Donald Trump ha notificato a Jerome Powell - dal 2012 membro del board della Fed - la sua intenzione di nominarlo come il prossimo numero uno della Fed stessa. Sarebbe il primo governatore in 30 anni senza un dottorato in economia. Lo ha scritto il Wall Street Journal citando fonti secondo cui i due hanno parlato nel corso della giornata di ieri nella quale la Fed si è riunita e in cui l'inquilino della Casa Bianca aveva definito "eccellente" Yellen.

La conferma della nomina sarà ufficializzata oggi, 2 novembre, sempre che il leader Usa non sorprenda tutti cambiando idea all'ultimo minuto. L'indiscrezione è giunta dopo che, al termine della sua penultima riunione dell'anno, la Fed ha definito "solida" la performance dell'economia Usa nonostante gli uragani che hanno colpito la nazione. Questo significa che l'attività economica sarebbe potuta andare meglio secondo la Fed, e questo dopo che la lettura preliminare del Pil del terzo trimestre ha mostrato un +3% per il scondo trimestre di fila, portando al migliore semestre dal 2014. L'unico problema per la banca centrale è l'inflazione core, che resta "soft".

Pare che Trump abbia preso una decisione definitiva sul prossimo governatore della Fed sabato 28 ottobre, dopo la registrazione di un video diffuso su Instagram il giorno precedente e in cui dimostrò come l'iter della nomina sia stato trasformato in un reality show senza precedenti. Sulla app aveva detto che gli americani stavano aspettando "con ansia" la sua decisione e che tutti "saranno molto impressionati" dalla sua scelta: "Sarà una persona che si spera faccia un lavoro fantastico". Una volta fatta, la nomina di Powell dovrà essere approvata dal Senato. Se lo sarà, avrebbe vinto la linea del segretario al Tesoro, Steven Mnuchin, che ha spinto per la sua candidatura.

Powell si è giocato l'incarico insieme ad altre quattro persone. Oltre alla stessa Yellen, in pista c'erano tre uomini: quello più gettonato oltre a Powell sembrava essere il 'falco' John Taylor, professore alla Stanford University; c'era poi Kevin Warsh, il più giovane ad avere messo piede nel board della Fed all'epoca di Ben Bernanke; infine c'era Gary Cohn, l'ex presidente di Goldman Sachs diventato consigliere economico della Casa Bianca (la sua candidatura non ha mai preso quota, anche perché Trump sa quanto sia prezioso il suo lavoro nel promuovere una riforma fiscale che vorrebbe fosse approvata entro fine anno).

Powell ha lavorato come partner di Carlyle dal 1997 al 2005 dopo una breve parentesi al dipartimento al Tesoro durante la presidenza di George H.W. Bush. Con lui, è garantita la continuità nella Fed. Nei cinque anni nel board della banca centrale Usa, non ha mai fatto il dissindente quando si è trattato di prendere decisioni di politica monetaria. Favorevole a un lento rialzo dei tassi e a una graduale riduzione del bilancio della Fed, iniziato nell'ottobre 2017, ha spesso criticato chi nel Gop vorrebbe un maggiore controllo sulla Fed (la cui indipendenza è garantita per legge) pur essendo un donatore repubblicano. Insomma, Powell è la versione repubblicana di Yellen.

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