Economia
“Global Inclusion”: a FICO l’evento su inclusione, diversità e lavoro
Unipol sostiene la manifestazione che si è tenuta oggi per la prima volta a Bologna. Stefanini: “Includere per avere successo sul mercato e nella società”
“Global inclusion – Generazioni senza frontiere”: gli stati generali dell’inclusione nel lavoro. 150 imprese, decine di associazioni, 9 tra Università e scuole italiane, 750 lavoratrici e lavoratori si incontrano per condividere le best practice su diversity & inclusion
Promossa dal Comitato Global Inclusion – Art. 3 - nato per iniziativa di Newton, società di consulenza formazione ed eventi - in collaborazione con “Insieme per il Lavoro” e AIDP Associazione Italiana Direzione del Personale, Global Inclusion intende costruire un vero e proprio manifesto di “Generazioni senza frontiere” ispirato all’art. 3 della Costituzione italiana: l’obiettivo è quello di elaborare modelli per il superamento di stereotipi e pregiudizi consapevoli e inconsapevoli sui luoghi di lavoro, mostrando invece tutto il valore dell’inclusività.
La data e il luogo della manifestazione sono stati scelti per il forte valore simbolico: da un lato una giornata che, nella percezione globale, rievoca odio, rancore ed il segno di un vero e proprio spartiacque tra due epoche, scelta per tentarne un ribaltamento semantico e valoriale. Dall’altro un luogo, Bologna, città dell’inclusione, che affonda nei secoli la propria tradizione di libertà ed apertura oltre che snodo accessibile da più regioni, grazie alla fortunata posizione geografica. E ovviamente FICO, realtà in cui il racconto del cibo si fa cultura e mediatore di differenze, luogo d’incontro, come la tavola dovrebbe sempre essere.
Tra sessioni plenarie, hub creativi e panel con l’intervento di leader d’impresa, “Global Inclusion – Generazioni senza frontiere” declina il tema dell’inclusione secondo diverse prospettive, dalla tecnologia alla sostenibilità, dalla cittadinanza globale all’innovazione, rivolgendosi a giovani, professionisti, studenti, talenti delle imprese, associazioni e istituzioni per condividere buone pratiche d’inclusione e mostrarne tutto il valore non soltanto etico, ma pure economico e strategico, e promuovere un approccio creativo e positivo verso il futuro.
È stato infatti dimostrato come il rischio delle imprese gestite da gruppi troppo omogenei sia il groupthink o autoreferenzialità, che male si adatta dal punto di vista competitivo ad un mondo di cambiamenti continui, complesso per interazioni e interdipendenze. Lo dimostrano ad esempio la storia, e i fatturati, di aziende come Apple, Intel, Walt Disney, che da anni adottano strategia di inclusione globale per vedere i mercati sotto diverse prospettive, e sostenere così il proprio vantaggio competitivo. Ma lo dimostrano anche le ricerche, che rivelano come i flussi di cassa per collaboratore delle imprese gestite da gruppi eterogenei – per età, genere, differenze di provenienza ecc - sono 2,3 volte più elevati sui tre anni rispetto a quelle prive di un modello di leadership inclusiva (Bersin by Deloitte, ricerca su 450 imprese globali).
Nel governo della complessità team diversificati, infatti, prendono decisioni migliori fino all’87% delle volte, sfidando lo status quo e i paradigmi che impediscono il cambiamento e la trasformazione digitale delle imprese. Le diversità, siano esse di genere, sesso, etnia, ma pure di età, storia personale, estetica, abilità, pensiero o orientamento affettivo-sessuale, sono generatrici di rinnovamento e ricchezza.
"Global Inclusion – Generazioni senza frontiere": le interviste di Affari Italiani ai protagonisti della manifestazione
“L’istanza principale è il riferimento all’articolo 3 della Carta Costituzionale, dove si chiede alla Repubblica di rimuovere gli ostacoli che impediscono piena uguaglianza e effettiva partecipazione. È quello che vogliamo fare anche noi, a partire dalle imprese e dal lavoro – ha detto Luigi Bobba, Presidente del Comitato Global Inclusion Art. 3, ad Affaritaliani.it. “L’obiettivo è che questa manifestazione diventi una possibilità per allargare nella cultura di impresa quella che oggi sembra diventare una prospettiva di futuro: per le imprese non basta più solo fare profitti, bisogna creare valore. Per creare valore bisogna mettere insieme sostenibilità ambientale, sociale e economica. Solo le imprese che tengono insieme queste tre dimensioni diventano imprese di successo”.
“Global Inclusion – Generazioni senza frontiere” è un evento non profit e di Responsabilità Sociale d’Impresa. Main partner è il Gruppo Unipol che, come ha detto ad Affaritaliani.it il Presidente Pierluigi Stefanini, ha deciso di sostenere l’evento “perché quello dell’inclusione è un tema fondamentale per lo sviluppo economico, per il benessere delle persone e il successo delle imprese. Includere è un processo che richiede passione, competenze, è un lavoro impegnativo ma è fondamentale per avere successo sia nel mercato che nella società. In Unipol abbiamo diversi progetti sul tema dell’inclusione – ha continuato Stefanini. “Abbiamo realizzato un programma con gli oltre 500 dipendenti che hanno disabilità o svantaggi per migliorare il più possibile la loro vita lavorativa; ci stiamo inoltre impegnando a garantire sempre più parità di genere, sostenendo le donne nel conciliare gli aspetti vita – lavoro; stiamo anche puntando sull’integrazione generazionale: far crescere i più giovani, senza abbandonare gli anziani”.
Insieme al Presidente del Gruppo Unipol, hanno partecipato alla conferenza, tra gli altri, il Presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini, il Sindaco di Bologna Virginio Merola, l’imprenditore Oscar Farinetti, la Direttrice della Fondazione IBM Floriana Ferrara, la ricercatrice Eumetra Anna Tagliabue, il fondatore di “Mygrants” Chris Richmond Nzi, Alberto Balestrazzi, CEO di Auticon, Ornella Chinotti, Managing Director SHL Italia e Francia e Andrea Notarnicola, Partner Newton.
“Global Inclusion” è ospitato da FICO Eataly World, il parco del cibo più grande del mondo: soggetto attivo nel contrasto a discriminazioni e pregiudizi
Aperta nel novembre 2017 a Bologna, la Fabbrica Italiana Contadina vuole valorizzare e fare conoscere la biodiversità del cibo italiano dal campo alla forchetta, promuovendo il consumo consapevole e modelli di sviluppo sostenibile. FICO è un luogo unico al mondo dove sperimentare dal vivo le filiere dell’agroalimentare in un parco aperto e inclusivo, che unisce scoperta, apprendimento, educazione e divertimento a beneficio di tutti, e dove il cibo è anche tramite di incontro, cultura e inclusione sociale.
Il Parco pratica modelli di lavoro e di gestione inclusivi nelle proprie attività di ogni giorno, dalla gestione quotidiana fino alle manifestazioni e gli eventi proposti al pubblico.
“Eataly, con i 283 immigrati e i 50 rifugiati politici che ci lavorano, è una meraviglia di inclusione – ha detto ad Affaritaliani.it l’imprenditore Oscar Farinetti. “Noi abbiamo dimostrato che si può passare dall’integrazione all’interazione, come si vede dal fatto che i giovani immigrati che lavorano in cucina propongono i loro piatti. FICO è poi il massimo esempio di inclusione della biodiversità italiana”. Dalle imprese e da Bologna un messaggio chiaro al neonato governo: “Stavamo prendendo una china terribile – ha detto Farinetti. “Noi dobbiamo essere un Paese inclusivo e accogliente”.