Imprese sociali, 1 su 5 in difficoltà."È la prima volta, investire in hi-tech"
I dati dell'osservatorio Isnet sull'Impresa sociale: meno imprese pronte ad assumere. Su quelle in difficoltà economica. Pesano le scarse conoscenze hi-tech
E' partendo da questa consapevolezza che vanno avviati percorsi di accompagnamento e orientamento per ciascuno dei 10 aspetti considerati, affinché l'impresa sociale governi fin da subito le novità e le trasformazioni che verranno introdotte. Non per stravolgere ma per rimodulare il modello dell'impresa sociale in Italia, che tanti risultati positivi ha prodotto in questo trentennio, con una capacità di risposta e aderenza alle comunità e ai loro bisogni, di assoluta attualità".
In apertura lavori il senatore Edoardo Patriarca ha affermato: "Abbiamo fatto una riforma che avrà ricadute sul Paese e auspico che tutta la parte che deve essere fatta venga attuata in tempi brevi per dare gambe e motore alla riforma. Sull'impresa sociale mi sento di affermare che rispetto alla crisi ormai decennale e devastante essa rappresenti un elemento di grande valore e contaminazione. L'Osservatorio Isnet è prezioso per monitorarla costantemente". Simone Siliani, direttore della Fondazione Finanza Etica, ha evidenziato che "è un segnale da osservare con forte attenzione che il 67% degli intervistati abbia dichiarato di non avere interesse nei confronti delle nuove forme di capitalizzazione delle imprese sociali previste dalla recente riforma del terzo settore (crowdfunding, social lending ecc.)".
"Come rete di Banca Etica - ha aggiunto - pensiamo ci sia da fare un importante lavoro di formazione e accompagnamento alle imprese sociali che possono oggi cogliere nuove importanti opportunità. Abbiamo una quota di questo mercato ben superiore al nostro peso relativo nel sistema bancario nazionale, la sfida è quella di continuare ad essere al fianco di questa particolare tipologia di impresa per sostenere l'innovazione sociale".
Giuseppe Guerini, presidente Cecop-Cicopa Europa, nel sottolineare l'importanza della rivoluzione 4.0, ha posto una questione cruciale: "La sharing economy è stata sviluppata nella Silicon Valley; e dove era il sistema mutualistico che sta alla base di questa filosofia? Perchè il terzo settore ora sembra esserne così lontano? Ci vuole maggiore attenzione da parte del terzo settore e più slancio per agire in funzione dell'innovazione. Dobbiamo superare l'atteggiamento diffuso del 'ma noi abbiamo sempre fatto cosi'. Si può anche fare in altro modo".