Economia

Il Pnrr è un flop: su 44 mld ne abbiamo spesi solo 8,9. I ritardi fanno pure aumentare il debito

di Redazione Economia

Verde, coesione e digitale i filoni più a rischio. Le Incognite su crescita e saldi di finanza pubblica

Italia, il Pnrr è un flop e gli aiuti possono diventare un boomerang: se non spendiamo quei soldi, aumenta il debito

L’Ufficio parlamentare di bilancio ha svelato che sul Pnrr l'Italia è in gravissimo ritardo, su 44 mld di spesa previsti nel 2024 il conto è fermo a 8,9 mld effettivamente utilizzati. Numeri desolanti rispetto alle aspettative e alle promesse fatte. Anche nei mesi successivi all’ultima relazione del governo, in cui si provavano a offrire i numeri di gare e aggiudicazioni che presupponevano un decollo a stretto giro, in pratica - riporta Il Sole 24 Ore - non è successo nulla. Almeno stando alle rilevazioni ufficiali del ministero dell’Economia. Lo ha scoperto appunto l’Ufficio parlamentare di bilancio consultando nei giorni scorsi la piattaforma ReGis, il cervellone telematico che monitora l’andamento del Pnrr. Al 2 ottobre, ha spiegato l’Autorità dei conti nell’audizione sul Piano strutturale di bilancio, i pagamenti erano arrivati a 53,5 miliardi, cioè 1,3 miliardi in più di quelli registrati a fine luglio.

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Ma per tenere il passo del cronoprogramma 2024 l’Italia - prosegue Il Sole - dovrebbe spendere 43,96 miliardi, ma finora, quando il 75% del cammino è stato percorso, le uscite si fermano a 8,93 miliardi, il 20,3% del budget. Risultato: mentre se ne va il quarto dei sei anni del Pnrr, la spesa arranca intorno al 27,5% del totale delle risorse del Piano (194,4 miliardi) ed è trainata per il 62% dal Superbonus (13,9 miliardi) e dagli altri crediti d’imposta automatici (13,4 miliardi). Un filone, quest’ultimo, arricchito con la rimodulazione che ha spinto su Transizione 5.0, anch’essa però impegnata in un decollo molto più lento delle attese. Gli investimenti pubblici, intanto, restano ancora una minoranza.

Ma i prestiti di Next Generation Eu incidono sul deficit, quindi una gobba di spesa nel 2025 spingerebbe al rialzo l’indebitamento netto togliendo spazi ad altre uscite. Lo ha spiegato a più riprese anche il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, lanciando in Consiglio dei ministri ripetuti inviti ad accelerare sulla spesa che però, dati alla mano, sembrano essere stati vani. Verde, coesione e digitale i filoni più in ritardo.