Lavori usuranti, entro il 1° marzo le domande per la pensione anticipata
di Piero Righetti
Dopo anni e anni di un vergognoso rinvio e un penoso scaricabarile tra sindacati e forze politiche da una parte e Ministeri dall’altra, 4 anni fa è stata finalmente approvata in via definitiva la normativa – in precedenza oggetto di continue e a dir poco inspiegabili modifiche – che disciplina la possibilità per i lavoratori (dipendenti ed autonomi, pubblici e privati) che svolgono attività considerate “usuranti” di ottenere la pensione con un certo anticipo su quelle che sono le “età pensionabili” stabilite per la generalità dei lavoratori.
Si tratta comunque di disposizioni a mio avviso tutt’altro che rispondenti alle necessità e al logorio quotidiano di queste persone, disposizioni caratterizzate anche da una particolare complessità di adempimenti da effettuarsi in parte dai lavoratori, in parte dai loro datori di lavoro, in parte dall’Inps e alle quali si applicano gli aumenti di età voluti dalla Riforma Fornero e dalla c.d. “speranza di vita”.
Basterà sottolineare, a questo proposito, che possono ottenere questo anticipo di pensionamento soltanto coloro che hanno svolto una attività “particolarmente usurante” per almeno 7 anni per le pensioni che avranno decorrenza entro il 31.12.2017 e addirittura per metà dell’intera vita lavorativa per le pensioni che decorreranno dal 1° gennaio 2018 in poi.
L’elenco di queste attività è tassativo e comprende soltanto:
- lavori in galleria, cava o miniera;
- lavori dei palombari;
- lavori svolti ad alte temperature;
- lavori svolti in spazi particolarmente ristretti;
- lavori di asportazione dell’amianto;
- lavori di soffiatura del vetro cavo;
- lavori notturni.
A queste attività ne sono state aggiunte altre due:
- lavorazioni industriali o artigianali svolte nelle cosiddette “linee catena”;
- guida di veicoli, con almeno 9 posti complessivi, adibiti al servizio pubblico di trasporto collettivo.
Una normativa a dir poco incompleta e penalizzante, tanto più che deve essere svolta soltanto in Italia e che esclude, ad esempio, tutti coloro che per anni e anni hanno guidato o guidano camion e autotreni addetti al trasporto merci e coloro che svolgono lavori edili particolarmente faticosi e pericolosi come quelli fatti sui ponteggi.
Ma non basta: tutti coloro che ritengono di maturare il diritto a questa pensione anticipata entro il 31 dicembre di quest’anno dovranno presentare la relativa domanda all’Inps entro il 1° marzo p.v.; chi lo farà dopo sarà penalizzato di alcuni mesi.
E questa è un’altra norma ingiusta e cervellotica, tanto più che anche ai lavoratori che svolgono attività usuranti si applicano le “finestre mobili”: i lavoratori autonomi cioè dovranno attendere 18 mesi dalla maturazione del diritto prima di ottenere il concreto pagamento della pensione e quelli dipendenti “solo” 12 mesi!