Economia

Linkontro 2019, fiducia e aziende: tema caldo per l’economia italiana

Gamna Valentina

Affari Italiani ha incontrato i protagonisti de Linkontro Nielsen. Fiducia: volano del cambiamento, valore da coltivare per reagire a possibili crisi

Linkontro Nielsen 2019: “Build Trust”. Il tema della fiducia è stato approfondito e declinato da relatori di livello. Tra gli altri: Vincenzo Perrone (Università Bocconi), Carlo Cottarelli (Università Cattolica), Leo Wencel (Nestlé), Giorgio Santambrogio (Gruppo Végé), Mario Gasbarrino (Gruppo Unes), Marco Morchio (Accenture).

Una tre giorni ricca di spunti, incontri, suggestioni. “L’obiettivo di appuntamenti come questo deve essere portarsi a casa almeno due idee nuove su cui riflettere” ha detto Beppe Severgnini nell’apertura della terza e ultima giornata. Tra le suggestioni più incisive c’è quella del Professor De Masi: “Napoleone si volle far ritrarre da David così: calmo, su un cavallo imbizzarrito. I manager di oggi sono imbizzarriti su cavalli calmi”. Da notare la presa di responsabilità sociale di aziende come Nestlé Barilla nei confronti di temi come sostenibilità, spreco alimentare e disoccupazione giovanile. Affari Italiani ha intervistato l’Amministratore Delegato di Nestlé Italia che ha spiegato come l’azienda si stia adoperando per consolidare, e in parte recuperare, la fiducia degli italiani.

Linkontro 2019: fiducia e aziende. La parola alle Università

Vincenzo Perrone, Professore ordinario di Organizzazione Aziendale presso l’Università Bocconie membro del board di Natuzzi Spa, Aviva Italia Holding e Techedge, ha dichiarato ad Affaritaliani.it: “In azienda contano i due tipi di fiducia: fiducia generale e fiducia interpersonale. La fiducia generale è quella che abbiamo negli altri e dipende da quanto è coesa una società e da quanto le istituzioni sono capaci di punire chi trasgredisce e tradisce la fiducia. La fiducia interpersonale è quella che riponiamo in qualcuno di specifico; in questo caso contano le qualità di questa persona, quanto questa sia integra da un punto di vista morale, quanto sia competente e quanto metta i nostri interessi almeno alla pari con i propri, e quindi sia benevolente nei nostri confronti. Sempre in termini di fiducia, ci aspettiamo che soprattutto i leader delle grandi organizzazioni si impegnino a cambiare quello che c’è da cambiare per migliorare l’utilità di tutti. I dati dicono che la fiducia nei confronti delle aziende è decisamente migliore rispetto a quella che si ha nei media e nel governo, per cui c’è un capitale di reputazione positivo. Quello che possono fare di più le aziende è mantenere l’autenticità e la trasparenza nel loro rapporto con i consumatori: se promettono qualità devono mantenere questa promessa. Il boom di aziende come Amazon nasce proprio dall’aver messo al centro del proprio modello di business la fiducia del consumatore. Per quello che riguarda il rapporto con i propri dipendenti, mantenere le promesse oggi significa assumere una responsabilità sociale rispetto al pianeta e alle emergenze che noi tutti conosciamo a livello globale. Ho scritto un libro per avere fiducia nel lavoro – ha detto Perrone riferendosi al suo “Il lavoro che sarai” edito da Feltrinelli -. Il libro nasce dal fatto di avere due figli adolescenti che si sono trovati a fare l’alternanza scuola lavoro e a vivere esperienze che non davano un’idea precisa del fatto che il lavoro può essere un’enorme fatica che vale la pena di evitare ma anche uno strumento per realizzare il meglio di sé e capire qual è il proprio destino, la propria vocazione. Conta il tipo di lavoro, così come conta il trovare un lavoro che dia autonomia e che permetta di imparare sempre qualcosa di nuovo. Soprattutto un lavoro che dia un senso a ciò che si fa (torna ancora il tema della fiducia) e abbia un significato più profondo del portare a casa uno stipendio alla fine del mese”.

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VIDEO - Perrone (Bocconi): "Più fiducia per aziende che per il governo"

Carlo Cottarelli, Direttore Osservatorio Conti Pubblici Italiani dell’Università cattolica del Sacro cuore, ha dichiarato ad Affaritaliani.it: “Lo spread è molto importante proprio perché incide sulla fiducia. Credo che l’effetto più significativo prodotto dall’innalzamento dello spread sia quello psicologico. Se lo spread aumenta, gli imprenditori cominciano a pensare che possa continuare ad aumentare e che si possa finire in una crisi come quella del 2011 quando poi l’economia si è fermata. Quindi gli imprenditori smettono di investire e fanno meno acquisti. Se le imprese si fermano, poi effettivamente l’economia si ferma. Ieri con la riunione dell’Eurogruppo abbiamo visto come ci sia poca fiducia nei nostri confronti. Teniamo conto che l’Italia è un grande Paese, con un’economia che è dieci volte quella della Grecia. Quando è andata in crisi la Grecia, l’intera economia europea è andata in crisi. Se l’Italia va in crisi, l’intero mondo va in crisi. Credo ci sia giustamente una preoccupazione per le politiche economiche del governo italiano e spero che queste politiche siano più prudenti di come sono state nell’ultimo anno. Se guardiamo a un Paese come gli Stati Uniti – ha continuato Cottarelli rispondendo a una domanda su innovazione tecnologica e produttività - l’innovazione tecnologia negli ultimi 15 anni non ha portato a un grosso aumento della crescita della produttività, anzi ha portato una riduzione della stessa. Perché questo sia accaduto rimane un mistero. Il Pil americano è andato bene negli ultimi 10 anni; ad essere aumentata, però, è soprattutto l’occupazione più che la produttività. Questo fenomeno può essere dovuto al fatto che le nuove tecnologie siano inferiori allo sviluppo tecnologico che c’è stato nei 10 anni precedenti, oppure al fatto che siamo ancora in un periodo di incubazione in cui le nuove tecnologie non hanno ancora reso quello che potrebbero rendere in futuro”. Cottarelli ritiene che “la casa di vetro Italia sia da proteggere e da rendere più solida grazie a provvedimenti strutturali che guardino al lungo periodo. Non si può predire quando avverrà la crisi, se e quando qualcuno tirerà il sasso contro la nostra casa di vetro. Si può solo fare in modo che quando questo avverrà la casa di vetro non vada in pezzi”.

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VIDEO - Cottarelli (CPI): "Spread incide su fiducia"

Linkontro 2019: fiducia e aziende. La parola ai leader

Leo Wencel, Presidente e Amministratore Delegato Nestlé Italia, ha detto che per lui fiducia significa qualità e responsabilità con uno sguardo rivolto al futuro. Wencel ritiene che aziende come Nestlé abbiano una responsabilità sociale dalla quale non si possono sottrarre. Ha poi anche sottolineato come il problema della decrescita demografica e il calo delle nascite siano fenomeni da non sottovalutare e strettamente connessi al tema della fiducia. Rispetto quello che un’azienda che si rivolge al consumatore può fare per rispondere alle grandi domande legate alla sostenibilità, l’Amministratore delegato di Nestlé Italia ha detto che uno sui temi su cui senz’altro è necessario lavorare per trovare nuove soluzioni è quello del packaging. Leo Wencelsi è poi fermato con Affaritaliani.ited ha dichiarato: “Io ho sempre fiducia nel futuro. È vero che adesso è più complicato. Il nostro business in Italia deve leggermente accelerare e per questo è necessario fare le scelte giuste. La fiducia del consumatore in Italia purtroppo rimane ancora a livelli bassi. Nestlé, per risolvere questo problema, prima di tutto cerca di capire quali sono le preferenze dei consumatori. Abbiamo per esempio molti alimenti salutistici, abbiamo abbassato in tal senso il livello di zucchero nei nostri prodotti. Abbiamo poi anche capito che non sono solo i prodotti ad essere decisivi. I giovani, i Millennials, vogliono capire che cosa c’è dietro i prodotti, quali sono i valori dell’azienda. Abbiamo in tal senso creato un programma per sopperire al problema della disoccupazione giovanile: abbiamo portato 1500 nuovi posti di lavoro e oltre 2000 possibilità di riorientare e migliorare le proprie posizioni lavorative. Continueremo a investire, e questo è un altro punto importante. Nei prossimi 3 anni, infatti, investiremo oltre 200 milioni di euronei vari stabilimenti puntando sull’innovazione. Questo è il segno del fatto che crediamo nel territorio. Un altro nostro punto fermo è la valorizzazione del prodotto italiano all’estero: Baci Perugina, San Pellegrino, Acqua Panna, Pizza Buitoni sono tutti prodotti chiave sui quali continuiamo a puntare molto. Il nostro radicamento nel territorio italiano è forte: da 140 anni, in Italia!”.

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VIDEO - Wencel (Nestlé): "Ecco come miglioriamo la fiducia dei consumatori verso di noi"

Giorgio Santambrogio, CEO Gruppo VéGé, ha detto ad Affaritaliani.it: “Il retail deve lavorare per recuperare fiducia a livello cumulato e cioè nel settore retail. Noto che ci sono tantissime insegne, non solo VéGé, che direttamente hanno un buon rapporto di fiducia tra la propria insegna e i propri clienti. Siamo fortunati perché abbiamo la possibilità di avere centinaia di migliaia di clienti che vengono quotidianamente nei nostri punti vendita e questa è una chance incredibile per poter riscoprire il concetto di verità dell’offerta. Su questo concetto ci stiamo ancora lavorando. Il punto vendita fisico esisterà sempre. È vero che determinate tipologie di prodotti potrebbero essere acquistati online e sempre di più si andrà in questa direzione, soprattutto per quanto riguarda quei prodotti per i quali c’è poco trust commitment. Su tutto il resto dei prodotti, non solo fresco o deperibile, il punto vendita gioca un ruolo fondamentale. Ed è bello che esistano ancora luoghi dove riscoprire un rapporto diretto con il gastronomo, con colui che vende la carne o l’ittico, in un punto vendita della distribuzione moderna”. 

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VIDEO - Santambrogio (VéGé): "Fiducia e retail, grandi possibilità"

Mario Gasbarrino, CEO Gruppo Unes, ha detto ad Affaritaliani.it: “Cerchiamo di capire dove va il mondo. I bisogni non cambieranno mai ma cambierà il modo di espletarli. I negozi non spariranno, dovranno cambiare, e la tecnologia supporterà il cambiamento. I negozi saranno sempre meno, saranno più piccoli, offriranno la possibilità di acquistare nel punto vendita fisico e online. Dovranno essere sempre più esperienziali e veneranno sempre di più prodotti mono marca. L’ingaggio con il cliente, però, rimarrà sempre lo stesso. Fiducia e posizionamento saranno centrali nella scelta del punto vendita; il prezzo sarà importante ma non come oggi. Oggi i supermercati sono tutti uguali e per questo motivo la scelta del cliente si orienta a seconda del prezzo e della vicinanza. La fiducia diventerà il vero fattore critico di successo di una catena di retail. Vincerà chi riuscirà a conquistare meglio e prima degli altri la fiducia del cliente. Con il Viaggiatore Goloso abbiamo investito molto ottenendo un grandissimo successo e i numeri parlano da soli. L’azienda ha raddoppiato il fatturato da 500 milioni a 1,07 miliardi in 12 anni; il Viaggiatore Goloso da solo negli ultimi 8 anni è passato da 8 milioni a 180 milioni di fatturato, con una quota di mercato del segmento premium che è di sei volte la media nazionale. La cosa che ci fa più piacere sono tutti i like spontanei che ottiene. Possiamo dire che il Viaggiatore Goloso ci rappresenta. Rispetto al cambiamento che stiamo vivendo nel rapporto con i clienti, l’unico aspetto che mi spaventa è che gli influencer del futuro non si chiameranno più Chiara Ferragni, ma si chiameranno Alexa e saranno guidati dall’intelligenza artificiale".

VIDEO - Gasbarrino (Unes): "I negozi del futuro: piccoli ed esperienziali"

Linkontro 2019: fiducia e aziende. La parola ai numeri

Marco Morchio, Managing Director Accenture Strategy, ha detto ad Affaritaliani.it: “Abbiamo dimostrato scientificamente il fatto che la fiducia è uno degli elementi che va misurato nello specifico insieme al tema della crescita della profittabilità per misurare la competitività delle aziende. Questo indicatore che noi definiamo Competitive Agility Index: un indicatore che correla il livello di competitività delle aziende anche con l’elemento della fiducia. Quello che abbiamo rilevato su qualche migliaio di aziende in giro per il mondo su tutti i settori di impresa è che almeno una su due aziende, il 54% nello specifico, ha avuto un problema di fiducia nei 10 quarter che abbiamo analizzato; questo ha creato un impatto che in modo conservativo abbiamo valutato per revenue mancate di 180 miliardi. Al giorno d’oggi per il contesto in cui le aziende si trovano a operare l’elemento della fiducia va considerato come un asse che va gestito in maniera strutturale all’interno delle strategie internazionali. Quello che emerge sull’Italia è che la media di aziende che hanno riscontrato problemi di fiducia in Italia è superiore al 60%”.

VIDEO - Morchio (Accenture): "Fiducia strettamente legata al profitto delle aziende"

Un’iniezione di fiducia viene data sul finale dallo speech di Federico Rampini: “Vivete in una nazione dove c’è una qualità della vita che tutti vengono a studiare. Americani e i cinesi quando pensano a come vorrebbero vivere in futuro pensano all’Italia”. Rampini ha assicurato poi la platea di come New York, non di certo la più umile tra le città, guardi con interesse alla realtà milanese e nello specifico alla Design Week appena conclusa. “La Design Week newyorkese si ispira a quella di Milano – ha detto Rampini – è questo fatto è notevole se si pensa a che cosa è stata Milano negli anni 70 con il terrorismo e negli anni 90 con tangentopoli. Milano sembrava una città sprofondata in una crisi irreversibile, invece è rinata in un modo che è sotto gli occhi di tutti”.