Economia
Matrimonio da 40 mld nei microchip. Nvidia compra il gigante britannico Arm
SoftBank ha raggiunto un accordo da 40 miliardi di dollari con Nvidia per la vendita del produttore di chip Arm Holdings. La societa' tecnologica e d'investimento giapponese ha spiegato che Arm costituisce uno dei suoi principali asset strategici, e ha aggiunto che la combinazione con il produttore di chip statunitense avrebbe un potenziale più elevato rispetto alla sola quotazione di Arm. L'accordo è ora soggetto all'approvazione delle autorita' competenti nel Regno Unito, in Cina, nell'Unione europea e negli Stati Uniti.
In base al patto, Arm incassera' 2 miliardi di dollari in contanti, mentre SoftBank e il suo Vision Fund riceveranno 10 miliardi di dollari in contanti e 21,5 miliardi di azioni Nvidia al perfezionamento dell'accordo, con una quota tra il 6,7% e l'8,1% delle azioni circolanti di Nvidia. SoftBank e il Vision Fund potrebbero poi ottenere fino a 5 miliardi di dollari aggiuntivi in base alla performance di Arm. I dipendenti di Arm riceveranno infine 1,5 miliardi di dollari in azioni Nvidia. Nvidia, che progetta processori grafici, e Arm, che sviluppa microprocessori per gli smartphone, potrebbero essere dei nomi non cosi' familiari, ma rappresentano due dei principali attori del mercato dei processori.
L'accordo, una delle piu' grandi acquisizioni nel ramo dei semiconduttori, rappresenta un traguardo per SoftBank e per il suo amministratore delegato, Masayoshi Son, che ha acquistato Arm quattro anni fa con una transazione da 32 miliardi di dollari e ha incontrato numerose sfide per favorire la crescita del business. Per il Ceo di Nvidia, Jensen Huang, la transazione rappresenta la piu' grande scommessa dalla fondazione della societa' nel 1993.
La sua azienda ha conosciuto una rapida crescita nel settore dei chip grafici per videogame, tra cui la piattaforma Nintendo Switch, la cui domanda e' esponenzialmente aumentata durante la pandemia di coronavirus. I chip di Nvidia vengono utilizzati anche dai data center, che hanno mostrato anch'essi un maggiore tasso di crescita con l'aumento della domanda di lavoro da remoto.
Il successo di mercato di Nvidia ha alimentato l'entusiasmo degli investitori, portando a un fatturato record nell'ultimo trimestre e al raddoppio del valore del suo stock. Con una capitalizzazione di mercato di circa 300 miliardi di dollari, Nvidia si è affermata come la prima societa' statunitense produttrice di semiconduttori, superando Intel, il cui stock e' scivolato a seguito di alcune scelte produttive azzardate. Con l'accordo, Nvidia aggiungerebbe cosi' 1,9 miliardi di dollari di fatturato agli 11 miliardi contabilizzati lo scorso anno. I rischi, tuttavia, non mancano.
Arm, fondata nel 1990 dallo spinoff di una joint venture che comprendeva Apple, realizza progetti per i clienti, comprese altre societa' di chip, relativi a processori per smartphone. I suoi design sono utilizzati in processori che alimentano circa il 90% degli smartphone al mondo. Con l'acquisizione da parte di Nvidia, clienti come Samsung Electronics, Apple e Qualcomm, dovrebbero accettare che uno dei loro concorrenti possiede Arm, minando potenzialmente la sua attrattiva come fornitore neutrale.
Intanto, l'M&A nel settore tech sostiene in Borsa Stm, che avanza dell'1,93% a 25,89 euro a piazza Affari. "Continua il consolidamento nel settore dei semiconduttori", evidenzia Equita Sim. "La combinazione", sottolineano gli esperti, "mira a creare la prima societa' di computing leader nel settore dell'intelligenza artificiale. Arm ha riportato nel 2019 ricavi per 2 mld legati a royalty per proprieta' intellettuale (IP) necessaria alla produzione di semiconduttori utilizzati principalmente nel settore wireless (90% quota di mercato), data center, automotive.
Il multiplo pagato e' particolarmente alto e si spiega a nostro avviso con il particolare modello di business di Arm, che per definizione ha un gross margin molto alto in quanto non vende prodotti ma IP". Per Equita, comunque, "l'operazione potrebbe incontrare degli ostacoli regolamentari in quanto sara' a nostro avviso difficile che la Cina approvera' un rafforzamento di una azienda americana in un settore chiave della attuale guerra commerciale".
La scorsa settimana gli analisti avevano alzato dell'8% a 28 euro il prezzo obiettivo su Stm, confermando la raccomandazione hold. Positivo in particolare, secondo Equita, il feedback da una virtual conference con la societa'. Nel dettaglio, gli ordini nel terzo trimestre "sono sopra le attese, in particolare grazie ai maggiori ordini nel segmento automotive, e le vendite saranno sopra il punto intermedio indicato a fine luglio di 2,45 mld usd. Il maggiore fatturato non e' legato a un aumento delle scorte presso i clienti, ma a maggiore domanda finale sia sugli OEM che sui distributori con point of sale in aumento sequenziale in tutte le geografie".
Stm, proseguiva Equita, ha chiesto le licenze "per poter continuare le forniture a Huawei ma dopo il nuovo ban di agosto ora si attende un fatturato pari a zero nel quarto trimestre, ma nonostante questo ha confermato il range di guidance per il 2020 (9,25-9,65 mld). La societa' fornira' un aggiornamento del modello finanziario target il prossimo 9 dicembre, ma ha anticipato che il target di 12 mld usd" di ricavi "rimane raggiungibile nei prossimi 3 anni". L'aumento del target price, concludeva Equita, e' legato "al crescente vantaggio competitivo legato ai nuovi materiali (carburo di silicio, 57 progetti con fatturato cumulato di 3 mld usd 2020-2024, e nitruro di gallio, che iniziera' a fatturare dal 2022 con un simile potenziale a nostro avviso)". Domani Stm terra' il Capital Markets Day - 2020 nella parte dedicata ai Microcontrollers & Digital ICs. pl