Economia
Mediobanca, le intenzioni di Del Vecchio: solo una partecipazione finanziaria
Cosa dirà Leonardo Del Vecchio in ottemperanza ai dettami del Testo unico della finanza (Tuf) quando supererà la soglia del 10% del capitale di Mediobanca, operazione per cui entro il 24 agosto arriverà l’autorizzazione della Vigilanza della Bce? Anche se non salirà immediatamente, come inizialmente circolato nei mesi scorsi, a ridosso dell’altra quota rilevante del 20%, tale per cui è richiesto un altro via libera di Francoforte, ma si fermerà al 13-14%, il patron di Delfin dovrà dichiarare le sue intenzioni sulla merchant bank che ha in pancia il 13% circa delle Assicurazioni Generali.
Secondo quanto riferiscono ad Affaritaliani.it alcune fonti vicine all’imprenditore di Agordo, il primo socio di Piazzetta Cuccia ribadirà quanto spiegato ampiamente a Banca d'Italia prima e alla Vigilanza e cioè che quella di Delfin in Mediobanca è una partecipazione finanziaria che quindi non impegnerà la holding lussemburghese nella gestione. Dichiarazioni che gli sono valse il disco verde da parte dell’organismo presieduto da Andrea Enria e che come corollario avranno la non presentazione da parte di Delfin di una lista in occasione del rinnovo del consiglio di amministrazione di Mediobanca il 28 ottobre.
Intanto, non è ancora chiaro cosa entrerà sul tema Mediobanca-Generali nella parte del decreto legge Agosto che si occupa del golden power. Secondo le indiscrezioni dell'ultima ora raccolte da Affari, al momento, è in corso un confronto tecnico in atto deciso dal Consiglio dei ministri solo sul tema Consob, all'esito del quale verrà definito cosa entra nel decreto da pubblicare in Gazzetta.
@andreadeugeni