Economia
Mercati finanziari, altro che crisi: l'Italia è in ottima salute
Nonostante la crisi in Francia, i mercati finanziari stanno premiando la stabilità della politica italiana
Mercati finanziari, altro che crisi: l'Italia è in ottima salute
“In qualsiasi altro momento della storia recente, il governo italiano potrebbe essere stato tentato di usare il caos di bilancio in Francia come pretesto per lasciarsi sfuggire la propria disciplina. Ma il primo ministro Giorgia Meloni non ha ceduto è di conseguenza i mercati finanziari stanno premiando il suo governo.” così scrive l'influente giornale di Bruxelles Politico, mai troppo tenero con il centro destra europeo. Si tratta dell’ennesimo endorsement questa volta dal punto di vista economica che un importante giornale estero fa al premier italiana.
Secondo il giornale più letto ed ascoltato nelle stanze del potere europeo, Giorgia Meloni starebbe ponendo le basi per diventare il vero dominus della politica europea, grazie al suo ruolo sempre più centrale nell’Europa, che si appresta ad accogliere il secondo mandato di Donald Trump alla Casa Bianca.
Questo non solo, come hanno scritto le Figaro e il Frankfurt Allgemeine, perché Meloni beneficerebbe della estrema debolezza sia di Macron in Francia, che di Scholz in Germania, ma anche per la forza e l’autorevolezza, che ha mostrato a livello internazionale in questi due anni. Ma questa situazione è rafforzata anche dalla migliorata situazione economica che pone il nostro paese in una situazione migliore rispetto anche alla Francia, cosa che non si verificava da decenni. “Nel corso dell'ultimo mese, i piani di Meloni per ridurre il deficit di bilancio dell'Italia hanno provocato occasionalmente violenti scioperi a livello nazionale, proteste da parte delle imprese e ripetute serie di aspre lotte parlamentari. Eppure i costi di finanziamento dell'Italia, un indicatore chiave della fiducia del mercato nel paese, sono scesi al livello più basso in più di due anni, sia in termini assoluti che rispetto ai suoi omologhi.” continua il lungo articolo di politico, che certamente non farà piacere alle opposizioni italiane, Schlein in testa. Non è infatti da oggi, che il Pd e i cinque stelle accusano il governo di non fare abbastanza per il lavoro e per la crescita economica, (ma senza quasi mai proporre vere soluzioni alternative a quelle proposte dal governo), ma poi si devono scontrare con dei dati che invece dicono tutto il contrario. Perché in questi due anni i dati Istat certificano una crescita economica del nostro paese superiore alla media Ue, sia dal punto di vista del Pil che da quello occupazionale. 24 milioni di occupati ed un tasso di disoccupazione al 5,8% sono dati record per il nostro paese (la media europea è al 5,9%, in Spagna è il tasso di disoccupazione è oltre l’11%, in Grecia al 9,2 e in Francia al 7,6%,).
Ma il dato che più dovrebbe rassicurare è quello relativo allo spread ormai vicino ai 100 punti base, mentre quelli francesi sono arrivati vicino agli 80 punti base. Si tratta di un dato come quello dei primi mesi del governo Draghi, il cui nome da solo bastava a rassicurare i mercati (poi a lungo andare la situazione si è stabilizzata, e lo spread ha superato i 200 punti, quando Meloni è arrivata a Palazzo Chigi). Forse qualcuno dimentica o fa probabilmente finta, quale era la situazione internazionale quando Giorgia Meloni ha giurato al Quirinale (e non a caso i mercati e non solo hanno molto apprezzato il fatto che la Meloni abbia tenuto un profilo molto basso, subito dopo il trionfo elettorale). Forse qualcuno dimentica come le opposizioni tutte (che avevano certamente partecipato alla disastrosa situazione con misure, quali super bonus edilizi folli e reddito di cittadinanza elargito in maniera piuttosto generosa) preconizzavano un possibile default dell’Italia in pochi mesi con uno spread sul bund a 400 punti base, prima della fine dell’anno. Forse molti dimenticano la situazione dei prezzi della bolletta energetica (tre quarti della prima finanziaria del governo meloni fu dedicata proprio a sterilizzare questo aumento).
Ma dopo due anni la situazione è quella di un paese che, alla luce del rallentamento della Germania, della crisi dell’auto, dei due anni della guerra in Ucraina, e delle tensioni in medio oriente, mostra certamente maggiore resilienza di molti suoi partner europei. E il fatto è dimostrato dal sostanziale apprezzamento dei mercati finanziari all’operato del governo e sulla serietà delle sue misure economiche. Stabilità del governo, attenzione ai conti pubblici e recupero dell’evasione stanno convincendo la comunità economica internazionale, che la Meloni non era affatto quello spauracchio per la tenuta stessa dell’Europa, come qualcuno voleva far credere, e questo è un bene per tutto il paese, sia ben chiaro. E di fronte a tutto ciò, meraviglia e in certi casi sconcerta, l’atteggiamento ostile del sindacato di Maurizio Landini, che mai come in questi mesi, sta scatenando una vera e propria campagna di odio contro il governo, che ha davvero pochissimi uguali nella storia repubblicana.
Un sindacato che però, allo stesso tempo, poco o quasi nulla, al pari del partito della Schlein, ha detto e fatto per reagire alla pessima gestione da parte di John Elkann e Carlos Tavares, di Stellantis, malgrado la situazione dal punto di vista occupazionale ed industriale per il nostro paese sia tutt’altro che rosea.
Come la Francia, l'Italia ha l'ordine tassativo di Bruxelles di contenere un deficit in aumento che ha raggiunto il 7,4% del PIL nel 2023. La differenza è che Meloni ha una maggioranza stabile in parlamento che le ha permesso di resistere alla maggior parte delle richieste di aumentare la spesa, cosa che invece Macron in Francia (ma anche Scholz dimissionario in Germania, per non parlare della Spagna, dove il governo Sanchez è ancora alla ricerca di una quadra per far approvare la legge di bilancio). “A ottobre, il suo governo ha delineato i piani per ridurre il deficit un po' più velocemente del previsto, ottenendo l'approvazione dell'UE. Le richieste di concessioni da parte delle fazioni intorno alla legge di bilancio finale riguardano ormai somme relativamente modeste” scrive sempre Politico, evidenziando come il governo stia cercando di operare scelte, a volte magari anche dolorose, ma che sembrano andare nella giusta direzione del rigore, senza però far mancare quelle misure volte alla crescita. Tutto ciò, unito all’autorevolezza che il governo italiano sta assumendo a livello internazionale, pongono il nostro paese al centro della scena europea.
Sempre Politico proprio oggi ha messo Raffaele Fitto, fresco commissario alla coesione e vicepresidente esecutivo tra le 20 personalità più influenti a livello europeo. Un riconoscimento che rende l’idea di quale considerazione e fiducia goda il neo commissario italiano all’interno delle gerarchie che governano Bruxelles. Insomma tutto questo fa pensare ancora una volta come le notizie sul presunto isolazionismo della Meloni in Europa, parafrasando Mark Twain, appaiono fortemente esagerate.