Economia
Milano: capitale dei capitali. Il primo fuori salone dedicato alla finanza
Si è tenuto a Milano il convegno di apertura di Milano Capitali, l’evento dedicato alla finanza e promosso da Class Editori
Si è tenuto oggi a Milano presso l'Auditorium San Fedele in via Hoepli il convegno di apertura di Milano Capitali, l’evento dedicato alla finanza e promosso da Class Editori. Tra gli altri, Raffaele Jerusalmi ha parlato di opportunità legate al mercato dei capitali.
A partire da oggi fino a domenica 7 aprile si terrà l’evento di Milano Finanza, Milano Capitali. La manifestazione, effigiata nel Toro di Francesco Messina esposto in Galleria Vittorio Emanuele, allegoria della finanza positiva e dinamica, intende rivolgersi anche a un pubblico non specialistico con numerosi eventi, conferenze e appuntamenti aperti alla cittadinanza, dialogando con il Salone del Risparmio che aprirà domani 2 aprile. Nel convegno di apertura di oggi pomeriggio grandi nomi della finanza, cariche istituzionali, CEO di banche e di altre assicurazioni si sono confrontati per mettere in risalto gli aspetti più pregnanti del panorama finanziario odierno.
Ad aprire i lavori Paolo Savona, neo-eletto Presidente Consob, in collegamento video, ha messo in evidenza l’eccesso di risparmio del nostro Paese: “Il problema è che non investiamo questo risparmio in sviluppo e spesso lo lasciamo uscire dal Paese. Questo può essere un compito importante per Consob, tutelare il risparmio e incentivare gli investimenti. Altro compito che ci sentiamo di assumere è l’accorciamento dei tempi di attuazione affinché migliori la tempestività delle azioni sui mercati internazionali”.
In collegamento anche Antonio Patuelli, Presidente Abi, che ha sottolineato: “Milano un tempo era la capitale morale del Paese. Negli ultimi anni è esplosa come capitale economica italiana. Oggi può avere il ruolo di capitale economica, finanziaria e produttiva della nuova Europa che vogliamo costruire. Dobbiamo eliminare i freni che sono da ostacolo all’arrivo di investitori stranieri a Milano. Per farlo serve un diritto bancario, finanziario, fallimentare e penale dell’economia unico per tutta Europa dove già circolano i capitali, le merci e le persone. Missione comune deve dunque essere attrarre nuovi capitali su Milano per essere più competitivi come Italia e come Europa”.
Stefano Buffagni, Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri si è fermato con i giornalisti per dichiarare: “Il Governo deve affrontare e risolvere i problemi, oltre che sbloccare la situazione economica, che al momento ristagna. Stiamo lavorando per sbloccare i cantieri, per snellire il codice degli appalti, proporre un decreto legge crescita che possa permettere di accelerare gli investimenti e snellire le procedure amministrative, incentivare gli ammortamenti per gli investimenti. Insomma, stiamo facendo il possibile per lavorare al meglio. Reputo sia già un buon traguardo il fatto che stiamo migliorando ulteriormente dei provvedimenti presi solo pochi mesi fa”.
Massimo Garavaglia Sottosegretario - Ministero dell’economia e delle finanze ha commentato “Milano ha una chance molto importante da giocarsi, quella che riguarda l’ambito della finanza. L’elemento principale è la collaborazione: Governo e Regione devono fare squadra, lavorare con serietà insieme al fine di rendere Milano la capitale della finanza. La seconda manifattura in Europa non può essere il 27esimo Paese europeo”
Ad aprire la prima tavola rotonda è stato, in collegamento da Bruxelles, Mario Nava, Direttore DG FISMA European Commision, che ha sottolineato: “L’ economia italiana è cresciuta molto attraverso il credito bancario. Le potenzialità di crescita tramite altre forme di credito non sono ancora riconosciute. Certo, i costi per quotarsi sono ingenti così come aumentano le regole. Tra i benefici: aumento della liquidità insieme a maggiore attrattività internazionale e trasparenza”.
A rispondere a Nava, Raffaele Jerusalmi, amministratore delegato di Borsa Italiana, che ha detto: “L’ecosistema finanziario di cui Borsa Italiana fa parte – in quanto infrastruttura di mercato – è stato sottovalutato dalla politica negli ultimi anni. In Italia abbiamo una forma di capitalismo soft che non ha mai dato la giusta importanza alla finanza. Credo che dobbiamo riconoscere che, oggi, la finanza è una componente importante e necessaria dell’economia italiana. Qualche anno fa stavamo andando nella direzione giusta, verso l’equiparazione fra costo del debito e costo dell’equity. Per qualche motivo con l’ultima finanziaria si è invertita la rotta. In questo modo non si va da nessuna parte. Purtroppo il nostro Paese è frenato dalla mancanza di continuità della politica”. A proposito di un’unica Borsa europea l’amministratore delegato di Borsa italiana, ai microfoni di Affaritaliani.it , ha altresì dichiarato: “Abbiamo buone chance, spero che si riesca ad ottenere qualche risultato anche nei prossimi mesi. Forse non è ancora il momento di istituire una Borsa unita a livello europeo. A sedici anni dal primo tentativo, non è ancora successo niente, le borse sono ancora tutte separate. L’unica che è ancora all’interno di una partnership è Borsa Italiana con London Stock Exchange”. Per quanto riguarda il Decreto Crescita Jerusalmi ha concluso: “Lo guardiamo con interesse. Tutto ciò che riguarda gli incentivi che possono favorire la creazione di un Mercato dei capitali ci vede interessati, attendiamo i prossimi sviluppi”.
Tra le soluzioni per accrescere la competitività della piazza milanese quella collaborativa proposta da Lorenzo Bini Smaghi, Presidente di Société Générale:” Viviamo in un paese che ha un deficit finanziario importante. Milano, come capitale economica italiana, non riesce a competere con le altre capitali europee. Ciò che aiuterebbe a difendere la piazza è fare squadra fra tutti gli attori coinvolti (istituzioni finanziarie, imprese, istituzioni pubbliche). Se vogliamo presentare Milano allo stesso livello delle altre piazze dobbiamo lavorare affinché si capisca che la finanza è una parte importante dell’economia”.
Alessandro Decio, AD e Direttore SACE, ha inoltre sottolineato: “Ciò che all’estero fanno fatica a capire del nostro Paese e che spaventa è il continuo cambiamento degli interlocutori a livello macro-finanziario. Mentre a livello di micro-economia c’è riconoscimento alla qualità del lavoro e dei servizi italiani, merito di un sistema imprenditoriale che ottiene la stima degli altri Paesi. L’Italia ha un importante stock di risparmio, il problema è che fatica a convertirlo in capitale per lo sviluppo delle imprese. Rispetto a questo contesto, credo fondamentale l’accelerazione del mercato dei capitali”.
Alla seconda tavola rotonda, Campora, amministratore delegato di Allianz ha messo in evidenza: “L’Italia è il paese con le prospettive più interessanti. Bisogna valutare se il rischio Paese merita uno spread così grande. Noi pensiamo di no”. Guardiamo al mercato dei titoli di stato, alle infrastrutture (investimento molto adatto al profilo di rischio dei nostri clienti che hanno orizzonti di tempi lunghi), al private equity. Fino a che l’Italia rimane un mercato dove pochi vogliono andare in Borsa o dove gli imprenditori non vogliono condividere con partner e investitori, non crescerà l’industria del private banking”. Campora ad Affaritaliani.it ha inoltre dichiarato: “Il sistema delle assicurazioni sulla vita non è particolarmente incentivato in Italia, perché non gode di benefici fiscali. Allianz si muove in questo senso cercando di soddisfare la domanda dei propri clienti, che si suddivide in due tipologie: i clienti storici continuano a rimanere investiti nei prodotti di vecchia generazione; i nuovi clienti, invece, cercano di partecipare sempre di più all’andamento dei mercati finanziari internazionali. Noi come Allianz sviluppiamo una linea legata ai portafogli di investimento di tipo finanziario. L’assicurazione sulla vita ha una componente caso morte e una componente di tipo finanziario: il taglio che cerchiamo di dare è quello di un investitore paziente, di lungo periodo, che è quello che paga di più nel tempo. Dipende sempre, però, dalla domanda”.
Alessandro Castellano, Amministratore Delegato di Zurich Insurance Italia ha detto: “Milano può provare a giocare una partita diversa perché è attrattiva”, aggiungendo ad Affaritaliani.it: “Siamo molto impegnati perché abbiamo una solidità finanziaria. Siccome le banche vanno verso le assicurazioni, le assicurazioni andranno verso le banche. Per quanto riguarda le assicurazioni sulla vita, si sta andando sempre più verso la gestione personalizzata che vedrà un ribilanciamento del ramo primo con le unit-linked e le gestioni separate. Zurich, in questo senso, è molto ben attrezzata per essere molto competitiva in questo settore, che riteniamo essere molto importante in quanto l’Italia è un Paese conosciuto per avere una parte di risparmio importante”.
Roberto Nicastro, Senior Advisor di Cerberus, ha aggiunto: “Milano è oggi il luogo più attraente per gli investitori. C’è un contesto che dà certezza politica: gli ultimi tre sindaci hanno agito nel solco di una continuità che ha permesso, per esempio, al mercato immobiliare di andare così bene. Insieme a ciò c’è capacità di inserimento nel circuito internazionale. Se questi due fattori fossero presenti anche altrove, allora si potrebbe esportare il modello Milano ad altri territori”.
Ignazio Angeloni, membro del consiglio di Vigilanza di Meccanismo di Vigilanza Unica, in collegamento da Francoforte ha infine dichiarato: “le banche italiane hanno fatto un lavoro enorme di risanamento anche grazie agli organi di vigilanza. Il processo di consolidamento bancario a livello europeo sta già avvenendo ma non tra banche che risiedono in paesi diversi. Questo perché la legislazione non prevede i vantaggi di collaborazioni transfrontaliere”.