Mps, Serra corre in aiuto di Renzi. Ecco perché Siena è nel mirino dei mercati
Panico puro sul mercato fra gli investitori retail e fra gli istituzionali. Prosegue il tracollo in Borsa di Banca Montepaschi di Siena. Nel terzo giorno di divieto di short selling imposto dalla Consob che non è bastato dunque a contenere i rossi a due cifre sul titolo della banca toscana, le azioni Mps oggi non sono riuscite neppure a fare prezzo in avvio di contrattazioni e quando sono entrate negli scambi hanno segnato un nuovo passivo in doppia cifra. Alla fine di una giornata pesante per tutti i mercati, Mps ha lasciato sul terreno un pesantissimo 22% a circa 0,53 euro, facendo precipitare la capitalizzazione di Borsa a 1,5 miliardi circa (da ottobre ampiamente bruciata metà capitalizzazione). A nulla sono servite le rassicurazioni dell'amministratore delegato del Monte, Fabrizio Viola, che questa mattina ha ribadito che "le prime evidenze relative al 2015 confermano che l'attuale andamento del tutto anomalo del titolo Mps non ha alcun riscontro nei fondamentali della banca che anche nel corso dell'ultimo trimestre sono migliorati, confermando il trend evidenziato nei primi nove mesi dell'anno". Secondo il numero uno di Mps, "i ricavi sono aumentati sia rispetto al terzo trimestre sia rispetto all'anno precedente, mentre i costi sono stati ulteriormente ridotti rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso, confermando la positiva tendenza di miglioramento dell'efficienza operativa della banca in corso ormai da quattro anni.
Sotto il profilo della qualità del credito, la banca ha messo a terra ormai da diversi mesi uno sforzo straordinario per conseguire l'obiettivo di ridurre la dimensione del portafoglio di crediti anomali e i primi risultati si incominciano a vedere, grazie agli effetti delle cessioni di sofferenze effettuate nell'anno e dell' attivita' di recupero svolta dalle strutture interne della banca. Per questo motivo sono fiducioso in merito al raggiungimento dell'obiettivo di inversione di tendenza nell' andamento dello stock di crediti anomali che costituisce impegno primario della banca".
Viola ritiene che "dal punto di vista patrimoniale e finanziario la dotazione di capitale della banca continua ad essere adeguata e comunque al di sopra delle soglie prescritte dalla Bce, mentre la situazione della liquidita' a fine anno della banca particolarmente positiva, su livelli mai raggiunti negli ultimi quattro anni dalla medesima. Ovviamente i clienti che oggi si rivolgono alle nostre filiali sono preoccupati per tutte le cose che si leggono. Nel corso degli ultimi giorni i colleghi delle filiali, che colgo ancora una volta l'occasione per ringraziare, hanno fatto uno straordinario lavoro al fine di fornire alla clientela che lo richiede tutti gli elementi oggettivi necessari per una corretta gestione del rapporto con la banca. Al momento la dimensione della raccolta di quei clienti che hanno deciso di spostare parte dei loro risparmi e' contenuta e comunque inferiore a quella riscontrata nella precedente crisi che la banca ha vissuto nel febbraio 2013 che e' stata brillantemente superata. Per questo motivo, anche alla luce dei fondamentali decisamente migliori oggi rispetto a due anni fa, sono convinto che la banca sapra' superare, come accaduto nel passato, anche questa fase non facile".
Dal punto di vista borsistico, prosegue ancora l'amministratore delegato, "ancorche' sia mia abitudine non commentare l'andamento del titolo Mps, l'eccezionalita' degli eventi mi impone alcune brevi osservazioni. Innanzitutto non sono in grado ne di confermare ne di smentire le analisi pubblicate negli ultimi giorni in merito alle cause dell' andamento anomalo del titolo. Vi e' da considerare che oggi l'azionariato di Mps e' particolarmente frazionato e cio' porta ad immaginare che le vendite non siano state il frutto della cessione di grandi partecipazioni. L'interpretazione che danno i principali intermediari e' che vi sia in realta' carenza di compratori piuttosto che la presenza di grandi venditori. Infine sia la valutazione del titolo, in termini di rapporto rispetto al patrimonio netto della banca, sia il rendimento dei subordinati non sono oggi giustificati dai fondamentali della banca cosi come in precedenza sottolineato".
Viola conclude ricordando che "oggi, malgrado tutto quello che e' accaduto, la banca continua ad operare normalmente, servendo oltre 5 milioni di clienti privati, oltre 220 mila piccole imprese, 50 mila imprese medie e grandi, attraverso 25740 colleghi che stanno dimostrando una professionalita' ed un attaccamento alla propria banca straordinari che valgono molto di piu' delle mie parole". Oltre che il mercato, Viola ha cercato di rassicurare anche i dipendenti all'interno del gruppo: "Le altre crisi di Mps in questi anni nascevano dall'interno e si poteva lavorare per risolverle, ma stavolta abbiamo le mani libere ma poco da fare", avrebbe detto ieri il banchiere, secondo alcuni rumors, ai suoi collaboratori. Viola e i suoi sperano che "qualcuno si muova e abbia la forza di risolvere una situazione che riguarda tutto il settore italiano", prima che sia tardi. A prova di come Siena sia solo l'epicentro, piu' banchieri nelle ultime ore hanno telefonato al Tesoro. Secondo le indiscrezioni, Via XX settembre monitora la situazione e l'assenza di elementi nuovi pur davanti a "prezzi da tragedia europea", nella guerra di nervi tra politica, istituzioni, listini. Al ministero di Pier Carlo Padoan cercano di tenere i nervi saldi e puntano molto sulla bad bank per sminare una parte dei 201 miliardi di sofferenze dell'intero settore.
Sondando invece il sentimenti degli operatori di mercato, cosa sta succedendo a Piazza Affari? Secondo alcuni commenti, che sono però minoritari, la speculazione degli hedge funds starebbe mettendo sotto pressione il titolo per la partita sulle sofferenze contenute in pancia all'istituto per spingere i vertici ad accelerare sulla vendita di altri non performing loans a prezzi di saldo. Partite da riaquistare poi in un secondo momento e rivendere a prezzi più alti. Per altri, invece, non centrerebbero niente gli hedge funds o, ancora, lo scontro fra il premier italiano Matteo Renzi e Bruxelles sulla bad bank, ma si tratterebbe invece di puro panico degli investitori retail dopo l'entrata in vigore del bail-in e il caso delle quattro banche salvate, andate a gamba all'aria proprio per il peso delle sofferenze. Salvataggio, dopo il commissariamento da parte di BankItalia, che ha coinvolto anche i singoli obbligazionisti subordinati.
A dimostrazione di questa tesi, l'andamento sul circuito Etlx dei bond subordinati del Monte dei Paschi di Siena è sotto pressione. Il bond subordinato Mps, novembre 2017, cedola variabile, viene scambiato tra 60-70 euro, corrispondente a un rendimento annuo del 31%. Il bond subordinato Mps, aprile 2020, cedola 5%, viene scambiato sul circuito tra 62 e 63 euro corrispondente a un rendimento del 15%. Dunque i bond subordinati Mps offrono rendimenti maggiori sulle scadenze più brevi rispetto a quelle più lunghe. Una tipica situazione di inversione della curva dei rendimenti che, dal punto di vista meramente tecnico, segnala condizioni di maggiore rischiosità. In condizioni normali di mercato, infatti, tassi sono più alti per le scadenze lunghe e più bassi su quelle brevi.
Del fatto che i subordinati siano fuori dal rischio bali-in è convinto il finanziere italiano ma con base a Londra Davide Serra (nella foto sopra), uno dei principali sostenitori di Matteo Renzi. A margine del World Economic Forum di Davos, l'amministratore delegato di Algebris ha fatto sapere di aver cominciato ad investire in questo tipo di obbligazioni targate Siena. "Per la prima volta sto guardando e iniziando a investire sul debito del Monte dei Paschi , sui subordinati e sul debito senior", ha rivelato infatti. Mossa su cui qualcuno nelle sale operative delle Sim milanesi ha pure scherzato: "I finanzieri amici di Renzi quotati sui mercati corrono a dare una mano al premier, per fugare i dubbi sul ritorno del rischio-Italia".