Economia
Mps, faro di BankItalia sulla vendita.Visco salva alcune banche piccole
La Banca d'Italia segue "da vicino" i piani di ristrutturazione e le operazioni di consolidamento di alcune banche, non per guidarne l'esito ma per assicurare che queste operazioni portino alla nascita di intermediari ancora più solidi. E' quanto sottolineato dal governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, durante l'assemblea dell'Abi. Il governatore non ha dato alcuna indicazione specifica, ma tra i possibili riferimenti non si può non pensare a Mps.
Da mesi, sul futuro della banca senese, si ricorrono indiscrezioni sulla soluzione che dovrebbe portare all'uscita del Mef che detiene il 64% del capitale. La via preferita dal Ministero sarebbe quella strutturale, cioè l'acquisizione da parte di un altro istituto. Il favorito al momento dal governo sarebbe ancora UniCredit, ma Andrea Orcel resta freddo sui questa possibilità e ha già spiegato che la banca è concentrata sulla riorganizzazione interna, in vista del nuovo piano industriale.
In campo come alternativa a Gae Aulenti, ci potrebbe essere anche Banco Bpm, nonostante il gruppo guidato da Giuseppe Castagna abbia già fatto sapere di non essere interessato, lo spezzatino di Mps o un mix delle due soluzioni. Bankitalia, ha precisato Visco, segue "da vicino" alcune banche nei "piani di ristrutturazione e possibili operazioni di aggregazione, non certo per guidarne l'esito secondo programmi prestabiliti, ma per assicurare che esso conduca a intermediari più solidi e, quindi, maggiormente in grado di sostenere l'economia e favorirne il ritorno su un sentiero di crescita elevata e duratura".
Il governatore ha poi sottolineato che "siamo anche impegnati nella valutazione delle possibili soluzioni ai casi di crisi che riguardano alcuni banche di medie-grandi dimensioni, alle prese con processi di recupero e risanamento".
Il numero uno di palazzo Koch ha poi avvertito sul rischio che siano in arrivo possibili crisi di alcune piccole banche in Italia, la Banca d'Italia è pronta a intervenire. Gli istituti per i quali la vigilanza ha rilevato situazioni "anche gravi, di fragilità", "stanno per ricevere le nostre considerazioni sugli interventi da effettuare". Senza "chiare prospettive di rilancio e a fronte di inerzia degli organi dirigenti e della compagine sociale, potremo dovere assumere" come "fatto negli ultimi mesi, misure a tutela dei depositanti, per contrastare l'innesco di crisi".
Il governatore ha poi chiesto il rinnovo e un "maggiore automatismo" per la misura, prevista dal decreto rilancio del maggio 2020, per le banche più piccole in crisi, a supporto di operazioni di cessione di attività e passività in liquidazione. Le condizioni della Ue, ha sottolineato, "ne rendono complesso e incerto l'utilizzo. Oltre al rinnovo dello schema per il prossimo anno, è quindi auspicabile mirare a un maggiore automatismo nella sua applicazione".
Le banche più deboli dal punto di vista reddituale devono ridurre i costi altrimenti per loro "resta unicamente l'integrazione con altri intermediari dotati di livelli di efficienza più elevati, senza la quale sarebbero concrete le prospettive di uscita dal mercato".
Spesso i percorsi di risanamento "non possono prescindere da una riduzione dei costi, anche quelli del personale". Tuttavia, "mentre gli intermediari più grandi hanno da tempo intrapreso un percorso di razionalizzazione, quelli piu' piccoli incontrano difficoltà a ridurre il personale oltre una certa soglia, anche per l'esigenza di presidiare le funzioni critiche".