Economia
Mps, la versione di Orcel. E per UniCredit si rafforza l'opzione Bpm
"L'obiettivo non è l'M&A ma costruire fondamenta solide", dice il Ceo di Piazza Gae Aulenti. Titoli in rosso a Piazza Affari. Giù anche Carige. Sale Banco Bpm
"Sfortunatamente, e nonostante gli sforzi che abbiamo profuso, siamo arrivati alla conclusione che le condizioni da cui dipendeva l'accordo non possono essere soddisfatte. Per questo che, a partire da ieri - domenica 24 ottobre - interrompiamo ufficialmente il coinvolgimento di UniCredit in questa operazione". Il giorno successivo all’interruzione delle trattative col Mef per l'acquisto di un perimetro del Montepaschi, l’amministratore delegato di UniCredit Andrea Orcel che si prepara a presentare i conti dei 9 mesi e subito dopo il nuovo piano industriale, ricostruisce il percorso fatto col Tesoro negli ultimi tre mesi.
E lo fa mentre Piazza Affari che aveva già dato per fatta l’operazione con i relativi immediati benefici sull’utile per azione, fa scattare le vendite sul titolo di Piazza Gae Aulenti: seguendo il tonfo di Mps, la seduta per la banca di Orcel è iniziata con uno scivolone del 3,5%, poi è risalita fino a tornare sulla parità ma ha perso di nuovo quota sul finale (-1,7%).
"In seguito a un accurato processo di due diligence e a discussioni approfondite con le nostre controparti per strutturare una transazione che fosse in linea con quanto concordato da entrambe le parti a luglio scorso, il Mef e Unicredit hanno deciso di interrompere le negoziazioni. Dopo essere stati contattati dal governo, ad agosto abbiamo incominciato la trattativa con grande spirito di apertura e con l'obiettivo di analizzare e cogliere tutte le opportunità per la creazione di sinergie tra Unicredit ed Mps", ha specificato Orcel. L'intesa avrebbe potuto creare valore aggiunto ma solo se portata avanti nell'interesse degli stakeholders.
"L'abbiamo sempre vista come un'occasione per rafforzare il settore bancario di questo Paese, e al tempo stesso garantire un futuro brillante tanto ai clienti quanto ai dipendenti di Mps. Inoltre, l'accordo avrebbe potuto creare valore aggiunto per Unicredit: rafforzare il nostro posizionamento nei nostri mercati principali e aumentare la nostra base clienti è una parte fondamentale del nostro nuovo piano strategico. In ogni caso, abbiamo messo in chiaro fin dall'inizio delle trattative che il coinvolgimento di Unicredit sarebbe dipeso dal verificarsi di una serie di principi e condizioni concordati da entrambe le parti, posti per proteggere gli interessi di tutti i nostri stakeholder. Dopo molte discussioni, abbiamo finalmente raggiunto un accordo in linea con questi principi, e da quel momento in poi abbiamo mantenuto la parola data, spingendo sempre al massimo per portare a termine con successo l'operazione".
Orcel difende quindi la scelta fatta e la inserisce all'interno della strategia di crescita della banca. “E’nostro dovere identificare opportunità che siano in linea con la nostra strategia e che rappresentino la cosa giusta per Unicredit; allo stesso modo, e' nostro dovere non coglierle in mancanza di determinati presupposti", ha proseguito. "Sono sinceramente colpito e ammirato dall'impegno, dalla dedizione e dalla qualita' del lavoro svolto da tutti i colleghi che negli ultimi mesi ci hanno messo nelle condizioni di fare grandi passi in avanti verso la finalizzazione di questa potenziale fusione così importante per il nostro gruppo".
Il banchiere ribadisce quindi che l'obiettivo non è fare M&A. "Come ho detto fin dall'inizio, il nostro obiettivo primario non e' quello di fare fusioni e acquisizioni: queste operazioni possono diventare degli acceleratori della nostra strategia, se ci sono i giusti presupposti. Ma la nostra priorita' e', ed e' sempre stata, costruire delle fondamenta solide per il nostro futuro, facendo emergere tutto il valore e il potenziale che abbiamo all'interno di Unicredit", spiega.
E ricorda le linee guida del piano industriale in fase di preparazione. "Per farlo, continueremo cio' che abbiamo incominciato a fare: ci impegneremo per semplificare la nostra banca e mettere i nostri clienti al centro di tutto quello che facciamo, sperimentando soluzioni innovative e portando avanti il nostro processo di evoluzione digitale. Gli avvenimenti recenti non devono scoraggiarci. Gli imprevisti fanno parte di ogni percorso di creazione, costruzione e transizione verso una nuova organizzazione, e la nostra capacita' di gestirli e di reagire con prontezza mi da' fiducia nel futuro. Per adesso, rimettiamoci al lavoro e torniamo a concentrarci sul valore e sul potenziale di Unicredit e di tutte le nostre persone".
Intanto, l’interruzione delle trattative tra Orcel e il Mef rimescola gli scenari sull'M&A bancario a Piazza Affari, con il mercato che torna a scommettere su Banco Bpm quale potenziale target dell'istituto di Piazza Gae Aulenti. Mentre per la banca senese, a fronte dell'assenza di una soluzione alternativa a breve diventa ormai inevitabile la richiesta alla Commissione Ue di una proroga per la riprivatizzazione a cui seguirà un’iniezione di 2,5 miliardi di capitale come emerso dagli stress test Eba- Bce (sempre che i regolatori li considerino ancora sufficienti) e una strada temporanea stand-alone, al netto dell’ok alla proroga da parte della Dg Comp.
Bruxelles segue da vicino il dossier, è in continuo contatto con le autorità italiane a cui spetta fare il primo passo per eventuali scenari alternativi alla cessione della quota pubblica del 64,2% di Rocca Salimbeni per cui il termine non è ancora scaduto. Sul resto dello scacchiere bancario, se per PopSondrio, prossima alla trasformazione in Spa, la strada sembra segnata in direzione di Bper Banca, rimane incerto lo scenario per Carige (-1,2% a fine seduta) alla ricerca di un compratore che tuttavia al momento non sembra emergere. "Crediamo che, dopo la fine dei negoziati tra UniCredit e Mps, le possibilità di un'offerta su Banco Bpm da parte di UniCredit siano aumentate", dice Intesa Sanpaolo nella daily note.
Per l'analista dell'istituto, un'operazione di questo tipo avrebbe senso dal punto di vista industriale e potrebbe generare dei benefici di capitale considerata anche la possibile estensione al 2022 delle norma sulle Dta (di 3,9 miliardi i benefici fiscali per Piazza Gae Aulenti). Estensione che per qualche altro analista non è più scontata voto che il dossier principe era quello delle nozze Mps-UniCredit.
(Segue...)