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Philip Morris e Coldiretti: 10 anni di integrazione della filiera del tabacco

Pietro Cifarelli

Philip Morris Italia sostiene la filiera italiana del tabacco con €500 mln tra il 2019 e 2023, 25mila lavoratori e 1000 pmi coinvolte, anche durante l’emergenza

Philip Morris e Coldiretti, 20 anni di collaborazione all’insegna della sostenibilità e dell’innovazione che continuano ancora oggi.

Philip Morris da anni ha scelto di investire totalmente sul territorio italiano, dal seme alla rivendita passando per impianti industriali all’avanguardia. Il processo coinvolge 1000 piccole e medie imprese agricole per gli acquisti di tabacco italiano, prevalentemente in Campania, Umbria, Veneto e Toscana. Al centro sostenibilità e innovazione: l’obiettivo è garantire ancora futuro e nuovi margini di sviluppo alla filiera. Fondamentale, in questo senso, il supporto strategico di Coldiretti.

Le filiere integrate assumono un ruolo di primaria importanza per rafforzare la competitività del Made in Italy con investimenti in sostenibilità tutelando un territorio con una biodiversità unica in Europa con 55.600 specie e 7.636 specie vegetali e un settore di assoluta eccellenza che produce un numero di produzioni agricole ed alimentari di qualità unico in Europa. In questa ottica rientrano accordi di filiera promossi da Philip Morris Italia con il MIPAAF per l’acquisto di tabacco italiano di cui quest’anno ricorre il decimo anniversario.

Quello tra Philip Morris e Coldiretti è un percorso che va avanti da anni, segnando un esempio virtuoso in un contesto globale che presenta non poche difficoltà.

È dai primi anni 2000 che Philip Morris International, in partnership con Coldiretti, sostiene il settore nello sviluppo di un sistema di gestione agricola che mette al centro i coltivatori.

La collaborazione con Coldiretti si situa nel contesto dall’accordo siglato tra il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali e Philip Morris Italia che prevede investimenti fino a un totale di 500 milioni di euro tra il 2019 e il 2023 da parte del gruppo Philip Morris sulla filiera tabacchicola italiana.

L’obiettivo è quello di creare un futuro della filiera concentrato sull’innovazione tecnologica e sulla sostenibilità ambientale, dove il rispetto e il valore aggiunto per il reddito dei coltivatori garantisca un livello occupazionale elevato di tutto il settore.

A conferma il rinnovato impegno di Philip Morris International in Italia: 30.000 persone coinvolte in una filiera integrata made in italy, che ha generato investimenti in ambito agricolo con circa €2 miliardi dal 2000, e in ambito manifatturiero, oltre €1 miliardo investiti nel bolognese per la prima fabbrica al mondo per i prodotti del tabacco senza combustione. A questo aggiungono gli investimenti per la realizzazione del Philip Morris DISC, dedicato ai servizi digitali a Taranto e i lavori per la creazione Philip Morris Institute for Manufacturing Competences, il nuovo centro per l’alta formazione delle competenze per l’industria 4.0 avrà sede a Crespellano (BO) e sarà completato nel III trimestre del 2021. L’obiettivo è di realizzare un Centro aperto per lo sviluppo delle competenze avanzate, il trasferimento tecnologico e la ricerca applicata.

Nell’accordo Coldiretti mantiene l’impegno a vigilare sul rispetto delle buone pratiche agricole da parte di tutti i coltivatori. Le Buone Pratiche Agricole (Good Agricoltural Practices o GAP), sono pratiche economicamente attuabili e sicure, che muovono verso un raccolto di qualità che tutela  l'ambiente nel rispetto dei lavoratori.

Philip Morris e Coldiretti: i 10 anni di filiera integrata a sostegno della ripresa e del rilancio del Paese.

Lo scorso 21 Maggio Philip Morris e Coldiretti hanno festeggiato i 10 anni di integrazione della filiera.  Le filiere agroindustriali sono al centro del dibattito globale sullo sviluppo sostenibile, per la forte connessione con il cambiamento climatico e il benessere e la salute delle persone.

La collaborazione ha contribuito alla trasformazione di tutta la filiera italiana con innovazione, cambiamenti, investimenti e sostenibilità Philip Morris ha investito in una filiera integrata con 8.000 imprese, di cui 1000 piccole e medie imprese agricole, focalizzata sulla produzione in Italia dei prodotti innovativi del tabacco senza combustione.

La filiera integrata di Philip Morris rappresenta un investimento in sostenibilità a 360° oltre a una razionalizzazione delle risorse e l’introduzione e sviluppo di nuovi sistemi digitali verso un’agricoltura 4.0 che produce un prodotto made in italy tecnologicamente avanzato, mettendo al centro della strategia dell’azienda il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibili tramite l’innovazione di prodotto e di processo.

Il settore agroalimentare nel 2020, nonostante la Pandemia, ha continuato ad essere un elemento portante dell’economia italiana registrando un record delle esportazioni: 46,1 miliardi di cui €39,1 miliardi di prodotti alimentari, bevande e tabacco, in crescita del +1,9% sul 2019, e €6,9 miliardi di prodotti dell’agricoltura, della silvicoltura e della pesca, in crescita dello +0,7% (Fonte: ISTAT). Come sottolineato da Ermete Realacci, Presidente Symbola, Fondazione per le Qualità italiane: “Il tema delle piccole imprese in Italia è stato sempre visto da molti come un handicap, ma c’è una parte di questo sistema che in realtà è una componente essenziale della vitalità e della flessibilità del sistema produttivo italiano. Questo sistema assume forme diverse ma interessa i settori più vari: dalla meccatronica, alla concia, al legnoarredo, alla farmaceutica, alla cosmetica.

In tutti questi settori in cui abbiamo una forza molto rilevante come sistema produttivo, la filiera intesa come intreccio tra imprese trainanti e un sistema molto più vitale di imprese medio-piccole creative e versatili è un elemento essenziale.

La nostra agricoltura, che nel 2020 ha avuto un picco nell’export, è un’agricoltura che consuma e inquina meno rispetto a molti paesi europei.

Come nell’esperienza di Philip Morris, interessante in un settore delicato sotto il profilo sanitario in cui mi pare che si stia muovendo nella giusta direzione, questa capacità può diventare ancora più penetrante se si lega alle nuove frontiere. A volte le filiere vanno trainate non solo da soggetti industriali ma anche da soggetti intermedi, e qui mi riferisco ad esempio al ruolo svolto da Coldiretti nel campo dell’agricoltura, con Philip Morris come in altri settori.”

Anche Paolo Borchia, membro della Commissione per l'Industria, la Ricerca e l'Energia del Parlamento Europeo, intervenuto al workshop "Le filiere integrate per il rilancio del Paese" che si inserisce nell'ambito dell'iniziativa "Filiere integrate" che The European House - Ambrosetti ha lanciato con il supporto di Philip Morris Italia, ha sottolineato come “L'agricoltura nella fase post Covid dovrebbe essere caratterizzata da una forte impronta identitaria che sappia rimarcare quella che è l'importanza di avere radici italiane non solo per quanto riguarda il mondo dell'impresa ma soprattutto per quanti riguarda i prodotti".

"Quella del tabacco - ha proseguito - rappresenta una filiera molto importante che tanto è stata in grado di dare anche al Pil sia nazionale che europeo. Non possiamo dimenticare che lo sviluppo deve essere in grado di essere sostenibile ma anche di coniugare una certa innovazione, in una fase storica in cui anche l'Unione Europea sta investendo con una certa decisione e sull'innovazione e sulla digitalizzazione applicata anche al comparto agroalimentare”.

"Ritengo - ha osservato - che tutta la filiera del tabacco debba necessariamente passare da un'imprescindibile valorizzazione delle risorse umane e, dal punto di vista ambientale, prestare attenzione alla risorsa idrica. Quando una filiera è in grado di occupare trentamila persone in un Paese, generando circa un miliardo di Pil tra ricadute dirette e indotto, la politica deve sentire il dovere morale di accompagnare questi processi e soprattutto far sì che non diventino casi isolati ma che siano in grado di dare un messaggio che l'Italia è ancora attrattiva sia a livello industriale che a livello di industria agroalimentare". "Il Covid ci deve far riflettere su quella che sarà l'eredità che troveremo alla fine di questa pandemia. - ha concluso Borchia Per questo ritengo che quanto messo in campo da Philip Morris mi auguro rappresenti un precedente che sia in grado di aprire un solco e che poi possa essere seguito da altre realtà imprenditoriali italiane". (Adnkronos)