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Webinar Luiss, Gros-Pietro (Intesa Sanpaolo): “3500 assunzioni entro il 2024”
Luiss, Intesa Sanpaolo e italiadecide: il quarto e ultimo incontro dedicato alla ricerca “L’Italia e la sua reputazione: l’università”
Luiss, il webinar “Quali scelte e quali politiche per la reputazione dell’università” dedicato alla reputazione delle università
Si è tenuto questa sera sulla Luiss Social Tv il quarto e ultimo appuntamento del ciclo di incontri sulla ricerca “L’Italia e la sua reputazione: l’università”, realizzata da italiadecide in collaborazione con Intesa Sanpaolo e redatta da Domenico Asprone, Pietro Maffettone, Massimo Rubecchi e Vincenzo Alfano.
L’obiettivo della Ricerca è porre a confronto differenti punti di vista, competenze, responsabilità per valutare la rilevanza dei ranking internazionali nella Higher Education, l’appropriatezza del posizionamento dell’Italia, le iniziative per migliorare la reputazione internazionale dell’Università in questo settore strategico per lo sviluppo e la competitività del Paese e delle sue imprese.
L’ultimo dei quattro webinar, dal titolo “Quali scelte e quali politiche per la reputazione dell’università”, ha visto l’intervento di Gian Maria Gros-Pietro (Presidente Intesa Sanpaolo), Luciano Violante (Presidente Fondazione Leonardo - Civiltà delle Macchine), Paola Severino (Vice Presidente Luiss) e Gaetano Manfredi (già Ministro dell'Università e della Ricerca).
Durante l’incontro sono emerse diverse indicazioni per rafforzare la qualità del sistema universitario e conseguentemente il posizionamento nei ranking, quali: incrementare gli investimenti, intervenire su politiche di reclutamento del personale accademico, migliorare la macchina amministrativa, aumentare le collaborazioni con imprese e tra atenei per internazionalizzazione e attrazione studenti stranieri, agire e comunicare meglio a livello sistemico.
“Proporre soluzioni per migliorare il Paese è il merito dell’attività di italiadecide - ha commentato Gian Maria Gros-Pietro, Presidente Intesa Sanpaolo -, in particolare di questa ricerca, ed è con questo spirito che la sosteniamo da molti anni. Entro il 2024 Intesa Sanpaolo assumerà 3.500 giovani ed è quindi necessaria la disponibilità di competenze utili alle necessità di quella che sarà la Banca dei prossimi anni, con un’attenzione anche agli equilibri di genere. Avere giovani preparati e un sistema formativo più internazionale e vicino al mondo del lavoro è fondamentale per la competitività di un Paese e delle sue imprese. Il sostegno a 70 atenei italiani e alcuni stranieri, tra cui Oxford, con progetti di collaborazione puntuali, è dettato dall’attenzione del Gruppo alla produzione e diffusione della conoscenza per una equa distribuzione della ricchezza”.
“Questa ricerca muove dall’idea che bisogna abbattere il complesso dell’autodenigrazione - ha dichiarato Luciano Violante, Presidente onorario di italiadecide -, del parlar male di noi stessi, che è sbagliato non solo perché spesso l’autodenigrazione è sbagliata, ma anche perché attiva atteggiamenti deresponsabilizzanti: se nulla funziona è evidente che nessuno si impegna. La ricerca spiega un paradosso: come mai le università italiane non sono tra le prime al mondo, eppure i nostri laureati occupano in tutto il mondo e nelle più diverse discipline posti di altissima responsabilità? Probabilmente perché non solo il sistema nel suo complesso è migliore delle singole università, ma anche perché in molte università ci sono specifici settori di eccellenza. Questo peraltro non ci esime dallo sforzo di investire di più, di rinnovare il ceto dei docenti, di puntare inesorabilmente sul merito”.
“La ricerca di italiadecide promossa da Intesa Sanpaolo rappresenta un approfondimento importante per valutare il ruolo che i nostri atenei ricoprono a livello internazionale – ha dichiarato Paola Severino, Vice Presidente Luiss -. Dai ranking analizzati emerge in modo chiaro la qualità delle nostre Università diffuse sul territorio, orientate ad assicurare ai giovani pari opportunità di partenza. Il nostro Paese, se analizzato nel suo complesso, emerge come un esempio virtuoso perché caratterizzato da una alta qualità media del sistema universitario. Il grande pregio di questa ricerca è di aver messo in rilievo non i numeri ma la comparazione tra sistemi, rilevando l’importanza di mediare tra base culturale “larga” e specializzazione, anche multidisciplinare, per l’avvio ai percorsi professionali. La formazione è la chiave per il futuro, soprattutto in un periodo di cambiamenti necessitati dalla crisi pandemica e per questa ragione bisogna puntare ad un continuo miglioramento del sistema universitario, coltivando anche il confronto con la Pubblica Amministrazione e con il mondo delle imprese, per la creazione delle nuove figure professionali richieste. Occorre infine curare anche una migliore comunicazione visto che, ad unanime giudizio degli esperti intervistati, la percezione della qualità dei nostri Atenei è inferiore alla realtà”.