Economia

Olio extravergine, altre marche nel mirino. Ecco quali


Di Alberto Maggi (@AlbertoMaggi74)


"Massimo controllo su tutto il fronte". Lo afferma ad Affaritaliani.it il ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina parlando dello scandalo dell'olio. "Abbiamo aumentato i controlli nel periodo 2014-2015 e siamo assolutamente attenti, tanto a quello che è accaduto a Torino quanto da altre dinamiche. Proprio in queste ore, tra l'altro, - annuncia il ministro Martina - la filiera ha raggiunto un'intesa importantissima per l'aumento della qualità. E' un'intesa storica che non si firmava da tempo tra tutte le parti. Per cui massima attenzione".

L'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, dopo le segnalazioni pervenute da un'associazione di consumatori, annuncia di aver avviato sette istruttorie per presunte pratiche commerciali scorrette, nei confronti di alcune importanti aziende che commercializzano olio in Italia. Nei test condotti dal laboratorio chimico dell'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli le caratteristiche organolettiche e chimiche dei campioni degli oli "sarebbero risultate inferiori ai valori previsti per qualificare l'olio come extra-vergine di oliva".

Oltre a tre marchi del Gruppo Carapelli ("Carapelli Il frantoio", "Bertolli Gentile" e "Sasso Classico"), le istruttorie dell'Antitrust riguardano "Carrefour Classico", "Cirio 100% italiano", "De Cecco Classico", "Prima donna Lidl", "Pietro Coricelli Selezione" e "Santa Sabina". L'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato. Le condotte oggetto di istruttoria, una volta verificate e accertate, precisa ancora l'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (Agcm) ''potrebbero integrare pratiche commerciali scorrette: le indicazioni riportate sulle etichette e nelle campagne pubblicitarie, per prodotti che non corrispondono alle caratteristiche qualitative dichiarate, sarebbero suscettibili di indurre in errore i consumatori nelle loro scelte d'acquisto''.

Bene per il Codacons le istruttorie aperte dall'Antitrust istruttorie nei confronti di alcune importanti aziende che commercializzano olio in Italia, per presunte pratiche commerciali scorrette. "Occorre fare chiarezza sulla vicenda dell'olio extravergine d'oliva, e se vi sono stati illeciti e inganni, le aziende coinvolte dovranno essere punite severamente - afferma il presidente Carlo Rienzi - Il caso dell'olio riguarda milioni di italiani, ed e' per questo estremamente importante appurare se le condotte dei produttori siano illegali o meno. Se dall'Antitrust arrivera' la conferma di pratiche commerciali scorrette, si rafforzera' la posizione dei consumatori, e le aziende colpevoli non potranno non risarcire gli utenti che hanno acquistato olio non extravergine" - conclude Rienzi.

L'Antitrust aiuti a fare chiarezza sulla destinazione finale delle importazioni da record con l'arrivo dall'estero nel 2014 di ben 666 mila tonnellate di olio di oliva e sansa, con un aumento del 38 per cento rispetto all'anno precedente. E' quanto afferma la Coldiretti nel commentare l'avvio da parte dell'Antitrust delle sette istruttorie per presunte pratiche commerciali scorrette, nei confronti di alcune importanti aziende che commercializzano olio in Italia. Un buon extravergine italiano non puo' essere venduto a meno di 6-7 euro al litro che - sottolinea la Coldiretti - non coprono neanche i costi di produzione. L'Italia deve difendere dalle frodi il proprio patrimonio di olio Made in Italy che quest'anno puo' contare su una produzione buona di circa 400mila tonnellate con un aumento di almeno il 30 per cento e di ottima qualita'. L'olio di oliva - sottolinea la Coldiretti - e' un settore strategico del Made in Italy con circa 250 milioni di piante su 1,2 milioni di ettari coltivati, con un fatturato del settore stimato in 2 miliardi di euro e con un impiego di manodopera per 50 milioni di giornate. In questo contesto e' importante lo storico accordo-quadro per valorizzare tutti i protagonisti dell'intera filiera, dall'olivicoltura all'industria passando per il commercio, che riconosce un adeguato sostegno al mondo olivicolo italiano, prevedendo per i produttori capaci di fornire un olio di elevato livello qualitativo un vero e proprio premio, vale a dire il pagamento di 40 centesimi al chilo in piu' rispetto al prezzo di mercato. L'olio in questione dovra' possedere un'acidita' massima di 0,4 e requisiti chimico fisici migliori rispetto a quelli previsti dalla normativa vigente. Si tratta - conclude la Coldiretti - di un impegno per la valorizzazione che non puo' essere vanificato da pratiche commerciali scorrette come quello su cui sta indagando l'autorita' garante per la concorrenza e il commercio.

CRAI Secom, in rappresentanza di tutti i negozi del Gruppo CRAI, precisa - in una nota - che "contrariamente a quanto pubblicato da alcuni media negli ultimi giorni e da quanto dichiarato da Fida ConfCommercio in merito all'indagine sugli olii extra vergine e olii di oliva, il Gruppo CRAI non sta ritirando dalla vendita i marchi di olio coinvolti nell'indagine. Il Gruppo CRAI, attento alla tutela del consumatore e alla trasparenza delle proprie informazioni, dichiara che il ritiro dei prodotti sara' previsto solo qualora l'indagine in corso dimostrasse l'effettiva non conformita' dei prodotti".