Opec, proroga i tagli di altri 9 mesi. Petrolio giù per prese di beneficio
Il greggio scende a New York sotto i 49 dollari al barile per i realizzi
"Inizia una nuova era di cooperazione con l'Opec. L'accordo sui tagli alla produzione di petrolio ha permesso di comprenderci l'un l'altro, di aumentare la fiducia tra i nostri Paesi e di esplorare le opportunità di collaborazione bilaterale e multilaterale". Lo afferma il ministro dell'Energia russo, Alexander Novak, nel suo discorso alla sede centrale dell'Opec, a Vienna, dove gli Stati produttori di greggio hanno deciso di estendere l'intesa sulla riduzione delle scorte di oro nero di altri nove mesi, fino a marzo 2018. "Non si tratta solo di portare in equilibrio il mercato del petrolio, ma molto di piu'", ha puntualizzato il ministro.
"La conformità ai tagli di maggio sarà superiore a quella registrata ad aprile", ha dichiarato il ministro saudita dell'Energia, Khalid al-Falih, durante il meeting avvenuto nella sede centrale dell'Organizzazione, precisando che l'obiettivo di accelerare il processo di equilibrio del mercato attraverso i tagli alla produzione mondiale di greggio e' stato parzialmente raggiunto. Il ministro saudita ha anche osservato che "il calo delle scorte globali di greggio e' evidente e mi aspetto che questo trend migliori ulteriormente, grazie alla fase di miglioramento della domanda e al mantenimento del rispetto dell'accordo da parte dei Paesi". Nonostante Egitto e Turkmenistan non abbiano partecipato all'incontro di oggi, entrambi gli Stati hanno espresso la propria volonta' di partecipare all'estensione dell'accordo di taglio della produzione petrolifera.
"Mantenere invariato il livello di produzione degli Stati membri per nove mesi e' un'opzione prudente e quasi certa" per raggiungere gli obiettivi del Cartello, ha dichiarato il ministro saudita, evidenziando che "e' stato suggerito di modificare alcune percentuali dei tagli, ma dopo la discussione e l'analisi tecnica, riteniamo che non siamo pronti a questa modifica, che non e' necessaria ora". Tuttavia, i produttori hanno mantenuto aperto uno spiraglio per prorogare ulteriormente l'accordo ove necessario (anche fino al giugno 2018 se le condizioni di mercato dovessero peggiorare), cosi' come per rendere piu' marcati i tagli nel caso in cui venga richiesto dall'equilibrio tra domanda e offerta.
Nel frattempo, l'Algeria ha nominato un nuovo ministro del Petrolio durante il vertice, creando ritardi e confusione sulla tabella di marcia del meeting. Secondo Andrew Slaughter, di Deloitte, la decisione dell'Opec di estendere l'accordo di tagli della produzione petrolifera per altri nove mesi contribuira' a far aumentare i prezzi del greggio. "L'estensione dell'intesa per nove mesi al posto di sei fara' incrementare il costo dell'oro nero, e dara' il tempo necessario alle riserve di ritornare a livelli piu' bilanciati durante l'anno", puntualizza lo strategist. Il calo nelle scorte petrolifere dovrebbe diventare visibile tra agosto e settembre di quest'anno, conclude l'esperto.
Nonostante la decisione concordata dai 13 membri dell'Opec, e le sue probabili ripercussioni positive sui prezzi del petrolio, le quotazioni del settore trattano in calo. La performance debole e' dovuta innanzittuto a possibili prese di profitti fisiologiche, ma anche all'insoddisfazione del mercato, che si aspettava un volume di tagli piu' consistente. "La decisione" del Cartello presa oggi "era prezzata. Gli operatori si erano gia' mossi in questa direzione, scontando un'estensione di 9 mesi. Il petrolio tratta in calo a causa del sell-on mode del mercato", sottolinea Alex Papi, strategist di Mps Capital Service, aggiungendo che "era da escludere la possibilita' di tagli piu' marcati, perche' nonostante i funzionari fossero unanimamente concordi su un'estensione di almeno 6 mesi, alcuni ministri dell'Opec avevano gia' escluso un inasprimento delle riduzioni di output".