Economia

Mps-Mediobanca, l'Ops sotto la lente degli analisti: tutti i dubbi e le perplessità 

L’Ops di Mps su Mediobanca si inserisce in un contesto già caratterizzato da un intenso risiko bancario: il punto degli analisti

di redazione economia

Mps-Mediobanca, un’Ops destinata a fallire o il primo passo verso Generali? Analisti a confronto

Venerdì 24 gennaio, Mps ha annunciato un’offerta pubblica di scambio (Ops) volontaria totalitaria su Mediobanca per un controvalore di 13,3 miliardi di euro, interamente in azioni. L’operazione, con un prezzo di 15,992 euro per azione e un premio del 5,3%, ha subito acceso i riflettori degli analisti. D'altra parte l’annuncio ha inevitabilmente spiazzato il mercato, con Mediobanca che, secondo indiscrezioni di stampa, avrebbe bollato l’offerta come “ostile”. In ogni caso, il risiko bancario entra ora in una sua nuova fase, anche se era già nel suo pieno con le recenti mosse di Orcel (Unicredit) su Banco Bpm. 

Dubbi e perplessità degli analisti: da Equita a NS Partners

Equita Sim non ha esitato a esprimere scetticismo sull’operazione, evidenziando che “il premio riconosciuto risulta modesto, considerando anche la probabile riduzione dell’appeal speculativo sul titolo Mps. Riteniamo difficile identificare sinergie, mentre emerge il rischio di potenziali dissinergie”. Gli analisti di Equita sottolineano inoltre difficoltà nel mantenimento delle professionalità distintive di Mediobanca, oltre alla possibilità di una diluizione delle sue specificità.

Le aspettative di Mps, in termini di sinergie, includono benefici stimati per 700 milioni di euro, suddivisi in 300 milioni di risparmi sui costi (pari al 20% della base costi), 300 milioni da incremento dei ricavi e 100 milioni da ottimizzazioni nel funding. Tuttavia, gli oneri di integrazione previsti ammontano a 600 milioni di euro lordi, concentrati nel primo anno. “Sulla distribuzione degli utili, un payout fino al 100% dell’utile netto potrebbe tradursi in un potenziale dividend yield stimato intorno al 12%”, aggiunge Equita. Anche KBW ha mostrato alcune perplessità, affermando che “sinergie potenziali siano limitate” e che “la prima impressione è che questa offerta abbia limitate possibilità di successo”.

Secondo Fabio Caldato, Portfolio Manager del fondo AcomeA Strategia Dinamica Globale, "l’offerta di Mps non ci stupisce del tutto per i seguenti motivi: il management senese aveva più volte ribadito l’ampia disponibilità finanziaria ormai consolidata e il ruolo non necessariamente di preda". E aggiunge: "la fusione Mps- Mediobanca creerebbe un colosso bancario di varie eccellenze (banca commerciale, private banking, investment banking) e irrobustirebbe le influenze a Trieste".

David Pascucci, analista di XTB, come riporta Milano Finanza, la definisce "l'ennesima operazione da risiko bancario che comporta una sola cosa, la condivisione del rischio. Il settore bancario é ancora forte delle ottime perfomance borsistiche e dei tassi ancora relativamente alti in Europa, questo fattore smuove il mercato delle fusioni e delle acquisizioni che di fatto alimenta il rischio sistemico del settore bancario italiano." E parlando di Mediobanca: "sono molto forti al rialzo, elemento positivo ma allo stesso tempo molto preoccupante considerando il fatto che i rendimenti degli ultimi due anni dei mercati azionari sono stati eccezionalmente positivi, pertanto potremmo assistere a ritracciamenti importanti qualora il quadro macro europeo dovesse deteriorarsi", conclude Pascucci.

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Come riportato da Finanza Online, scondo Giacomo Calef, country head Italia di NS Partners, l’operazione Mps-Mediobanca rappresenta “un ulteriore tassello nel dinamico panorama delle fusioni e acquisizioni (M&A) nel settore bancario italiano”. Calef sottolinea che la diversificazione delle linee di business, soprattutto in un contesto di tassi di interesse ridotti, è cruciale. “Il wealth management e l’asset management emergono come settori ad alta redditività, attirando l’interesse di molti istituti. È prevedibile che in futuro assisteremo a operazioni o nuovi accordi che coinvolgeranno anche player assicurativi, data la loro elevata redditività e le potenziali sinergie con il settore bancario”, ha spiegato.