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Economia
Packaging, aziende italiane a rischio. Nuovo schiaffo dal Parlamento europeo

Ora il testo dovrà passare in plenaria dove gli eurodeputati di centrodestra annunciano battaglia

 

Con 56 voti a favore, 23 contrari e 5 astensioni la commissione Ambiente dell'Europarlamento ha approvato il rapporto sulla riduzione dei rifiuti da imballaggio. Il testo dovrà essere esaminato dalla plenaria di novembre. Gli emendamenti alternativi firmati da Ppe ed ECR, che avrebbero cancellato i target di riuso e ricarica e annullato i divieti per gli imballaggi monouso, non sono passati per una manciata di voti. Dopo il voto a luglio in commissione agricoltura che aveva visto invece passare la linea più attendista sul tema, ora arriva quella che, a sentire le aziende del settore rischia di essere un ulteriore salasso. A partire dal 2030 i distributori di bevande alcoliche e non, vino escluso, dovranno garantirne almeno in parte la vendita in contenitori riutilizzabili, mentre già dal 2029 gli Stati membri dovranno assicurare che ogni anno il 90% in peso dei materiali da imballaggio sia intercettato dai sistemi di raccolta differenziata. Sono solo alcune delle misure proposte dalla commissione ENVI del Parlamento europeo nella relazione con gli emendamenti allo schema di regolamento imballaggi, approvata oggi con 56 preferenze. “La commissione ambiente ha lanciato un messaggio forte a favore di una revisione completa del mercato europeo degli imballaggi e dei rifiuti di imballaggio” ha commentato la relatrice Frederique Ries, che a metà novembre dovrà portare il dossier in plenaria per il voto definitivo.

"I voti di stamane in commissione Envi al Parlamento europeo segnano purtroppo un punto a favore  di quella deriva ultra-ambientalista che stiamo combattendo dall'inizio di questa legislatura. Ancora una volta le sinistre rosse e gialle colpiscono gli interessi delle famiglie e delle  imprese italiane". hanno commentato il voto in una nota gli eurodeputati di Fratelli d'Italia, Pietro Fiocchi, relatore per il gruppo ECR, il co-presidente del gruppo ECR, Nicola Procaccini e il capo delegazione di FdI, Carlo Fidanza, a nome dell'intera delegazione. "In particolare il voto sul regolamento imballaggi, se confermato in plenaria, rischia di penalizzare fortemente le imprese italiane che oggi sono leader in Europa nell'economia circolare e nelle tecnologie del riciclo, nonché gli sforzi fatti da milioni di famiglie nella raccolta differenziata. Se confermata, la norma costringerebbe le nostre aziende a una riconversione al riutilizzo, tanto forzata quanto paradossalmente dannosa sul piano ambientale. Allo stesso modo, il voto sul regolamento sugli standard di emissione di Co2 per i veicoli pesanti rappresenta una nuova mazzata sul settore automotive, imponendo target irrealistici e una transizione impostata sul "tutto elettrico" che viola il principio della neutralita' tecnologica", aggiungono.  

Ora il testo dovrà passare in plenaria dove gli eurodeputati di centrodestra annunciano battaglia, speranzosi di poter sovvertire le decisioni uscite dalla commissione ambiente dell’Europarlamento. Si tratta, infatti, di un provvedimento che, sempre all’interno del Green deal europeo, vorrebbe modificare le regole fino a qui adottate ed approvate dalla stessa Europa in materia di riciclo e di economia circolare. In base al nuovo Regolamento, infatti, gli Stati membri dell’UE devono ridurre i rifiuti da imballaggi del 5% entro il 2030. Entro la fine del 2025, il 65% di tutti i rifiuti di imballaggio dovrebbe essere riciclato, compreso il 50% di plastica, il 50% di alluminio, il 70% di vetro, e il 75% di carta e cartone. Ma se come l’intento può essere considerato apprezzabile e condivisibile sono le modalità per arrivarci che alimentano dubbi e discussioni in operatori del settore ed imprese. “La prima cosa che lascia perplessi è la decisione di usare il veicolo legislativo del regolamento molto più stringente rispetto ad una direttiva per i paesi membri che la dovrebbero adottare. In parole povere la Commissione impone di raggiungere determinati standard a determinate condizioni, senza tenere conto delle differenze regionali ed economiche dei singoli Stati.” commenta ancora eurodeputato Fdi, Nicola Procaccini.

Molto critico soprattutto il settore alimentare ed ortofrutticolo, dal momento che questa norma impone rigide regole da rispettare, che rischiano di avere impatto molto forte su tutta la filiera produttiva «Si tratta di norme che non premiano la filiera del packaging italiano e quelle aziende che in particolare hanno investito nei materiali tecnologicamente avanzati sostenibili e riciclabili - ha commentato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nell'evidenziare peraltro «l’effetto negativo sui costi di produzione dell'intera filiera agroalimentare che rischia di riflettersi sui prezzi pagati dai consumatori in un momento di grande difficoltà economica». Molto critica sulla legge anche la Confcommercio “Se tale impostazione venisse confermata, danni ingenti ricadrebbero, ad esempio, sulla filiera alimentare in quanto gli imballaggi alimentari in generale, inclusi quelli monouso che sono tra i più direttamente colpiti da questo approccio, sono fondamentali per la protezione e conservazione degli alimenti, l’informazione al consumatore, la tracciabilità e l’igiene dei prodotti, permettendone anche la commercializzazione e l’export”, si legge in una nota.

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